Inside – Recensione

Recensito su Xbox One

Playdead, software house danese che ha partorito Limbo, è tornata con un nuovo titolo che promette di ripercorrere la stessa strada del suo “fratello minore”. Stiamo parlando di Inside, di cui vi proponiamo la recensione per console Xbox One, ma il gioco è uscito anche su PC e Mac, e presto approderà anche su PlayStation 4.

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La trama è incentrata su un ragazzino solo, apparentemente in fuga e visibilmente impaurito. Non c’è spazio per una qualsivoglia presentazione o accenno alla storia. Sin da subito dovrete muovervi in un mondo privo di colori accesi, dove i grigi e una pioggia incessante la faranno da padrone.

C’è qualcuno qui fuori?

Non si può non notare quanto Inside abbia “preso” da Limbo, soprattutto per la sua vena platform mescolata a elementi puzzle. Se c’è una particolarità di Inside che spicca su tutto è quella dell’ambientazione. Non c’è musica ad accompagnare la vostra tormentata avventura, ma solo il rumore della pioggia che cade. Questa sorta di silenzio non fa altro che abbracciarvi più forte e catapultarvi nel mood del gioco. Con l’assenza di dialoghi potreste provare solitudine, un senso di distopia. Il cielo lugubre emana una tale angoscia da farvi sentire un po’ disorientati in un mondo strano e privo di una propria chiara identità dove tutto sembra esser messo lì senza alcun motivo preciso. Persino la luce ha un ruolo che, in questo caso, tutto lascia pensare meno che al suo significato più profondo. Al contrario causa ancora più tensione.

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Durante le sessioni di gioco potreste incontrare ogni tanto qualche individuo che sembra disorientato, stordito, e dovrete imitare i loro movimenti per “mimetizzarvi” e non incorrere in qualche conseguenza negativa, perché in quelle circostanze potreste essere ripresi da qualche telecamera. I puzzle presenti in Inside sono ben architettati, nulla di impossibile sia chiaro, ma nella loro semplicità rientrano perfettamente nelle meccaniche di gioco rendendoli degli ingranaggi perfetti. Spostare oggetti, attivare macchinari e prendere spunto dall’ambientazione rientrano tra le principali attività che dovrete svolgere per proseguire nel gioco. Ma attenzione anche a come eseguirete le azioni, poichè non sempre il risultato sarà quello da voi sperato.

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Una particolare menzione va fatta, oltre che agli enigmi, anche al sistema di controllo, che richiede una certa precisione a seconda delle azioni da compiere. Anche un salto fatto male potrebbe costarvi la vita. Il gameplay di Inside è davvero ridotto al minimo ma nonostante questo, non riteniamo possa essere etichettato di certo come titolo da sottovalutare. Il mondo che circonda Inside merita di essere esplorato a fondo, magari anche tutto d’un fiato, in modo da sentire dentro la varietà di emozioni che questo gioco può regalare.

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Inside non si discosta poi così tanto dal suo predecessore in termini di gameplay e ambientazione, ma sicuramente è stato fatto un passo in avanti a livello tecnico. Non si può non apprezzare l’operato di Playdead, che regala ancora una volta un titolo di grande carattere. L’unica nota dolente per così dire riguarda la longevità: è un gioco davvero molto corto che si porta a termine in un paio d’ore se siete davvero bravi. Inside non è solamente un gioco da iniziare e da portare a termine, ma un viaggio da godersi in ogni minimo particolare.

8.5

Pro

  • Ambientazioni di alto livello
  • Enigmi ben bilanciati e mai banali
  • Tante emozioni

Contro

  • Davvero troppo breve
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