Inazuma Eleven 3: Ogre All’Attacco! – Inazuma Eleven 3: Ogre all’attacco
Premettiamo immediatamente che Inazuma Eleven 3 è per diversi punti di vista una fregatura verso noi utenti europei. Innanzitutto per il fatto che, in originale, è un gioco uscito nell’ormai lontano 2010 per Nintendo DS, mentre qui ci viene invece spacciato come titolo per 3DS, questo ovviamente considerando anche tutto il comparto tecnico che, per essere un prodotto per 3DS, è imbarazzante. Ma non solo questo, probabilmente ricorderete cosa accadde con il gioco One Piece Unlimited Cruise: dopo essere uscito in due capitoli per Nintendo Wii, in Giappone fu proposto per 3DS con entrambi i giochi in una singola cartuccia, mentre qui in Europa, in una manovra commerciale tutt’altro che apprezzata, fu spacciato come se si trattasse di due giochi separati. La stessa cosa accade ora per Inazuma Eleven 3: in Giappone è uscita infatti per 3DS una cartuccia dove vi è la collezione unita di Inazuma Eleven 1, 2 e 3; qui hanno semplicemente estrapolato da tale collezione il terzo capitolo (sfruttando quindi le migliorie apportate in quella versione come le scene dei tiri speciali in 3D) e spacciandolo come capitolo a sé, nonostante l’ovvia disparità tecnica tra quello che dovrebbe essere un videogame del 3DS e quello che, in realtà, è un gioco della console precedente. Oltretutto, proprio come i giochi di Pokémon, l’originale Inazuma Eleven 3 è stato proposto in due versioni diverse: Fuoco Esplosivo e Lampo Folgorante, mentre il nuovo titolo che qui andremo ad esaminare, Ogre all’Attacco, è semplicemente una versione “definitiva” che unisce i giocatori esclusivi di entrambe le versioni, ed aggiunge qualche minuto di gioco grazie ad uno scontro finale tutto nuovo.
Scelte di marketing poco condivisibili a parte, andiamo a scoprire assieme il videogame.
Il Giappone alla conquista del mondo
Protagonista del gioco è un ragazzo giapponese chiamato Mamoru Endou (conosciuto in occidente come Mark Evans, nonostante venga da chiedersi in maniera quasi automatica come sia possibile, visto che la storia è ambientata in Giappone e i personaggi sono giapponesi, che gli adattatori abbiano trovato senso nel dare a tutti i giocatori dei nomi occidentali). La storia riprende esattamente da dove era terminato il secondo capitolo: Mamoru, ancora capitano della sua squadra nella scuola Raimon, ha appena sconfitto i membri della Alien Academy, ragazzi che si spacciavano per alieni. Le cose in Giappone sembrano essere tornate alla normalità, ma tutto sta per cambiare. Il coach Hibiki richiama i ragazzi per una riunione speciale dove Mamoru e i suoi compagni trovano anche i membri più forti delle squadre da loro sconfitte fino a quel momento, così come due volti nuovi: un timido ragazzino che idolatra Goenji, Utsunomiya Toramaru, e un altro chiamato Tobitaka Seiya che pare invece non essere minimamente portato per il calcio e ha invece un atteggiamento da teppista. Ben presto scoprono di essere stati selezionati per rappresentare il Giappone nel campionato mondiale, e per questo saranno allenati dal misterioso coach Kudou, accompagnato dalla figlia Fuyuppe, che Mamoru pensa di conoscere, anche se lei nega con tutte le sue forze. Inizia quindi la scalata della Inazuma Japan verso la vetta mondiale, nonostante non sappiano che anche stavolta ci sono forze oscure che tramano nascoste nell’ombra.
Qual è, però, la differenza nella storia tra Ogre all’Attacco e le due precedenti versioni? A parte la sigla iniziale, in stile anime e cantata in italiano, diversa rispetto ai due giochi passati, ci sono delle differenze effettive anche nella trama. Nei primi minuti di gioco (così come nel finale), ogni versione è incentrata su un particolare personaggio dall’interessante background, che in seguito ci accompagnerà nelle nostre avventure. In Fuoco Esplosivo abbiamo seguito i primi passi nel calcio di Rococo Urupa (in italiano Héctor Helio), capitano e portiere dei Little Gigant, mentre in Tuono Folgorante abbiamo osservato la storia di Fidio Ardena (Paolo Bianchi), capitano ed attaccante della Orpheus. In Ogre all’Attacco le cose diventano più particolari ed epiche: la storia segue le gesta di Kanon Endou, il pronipote di Mamoru che viene dal futuro per sventare la minaccia del Team Ogre, un manipolo di futuristici terroristi che vogliono cancellare il calcio dalla faccia della terra. In questa versione dunque otterremo non solo Kanon ma anche i personaggi esclusivi delle altre versioni, più diversi giocatori e tecniche segrete aggiunte appositamente per questo capitolo che si rivela essere la versione definitiva di Inazuma Eleven 3.
Tiri segreti che distruggono il mondo
Essenzialmente, Inazuma Eleven 3 mantiene lo stesso gameplay dei suoi due predecessori. Per chi non li conoscesse, ci troviamo di fronte ad un gioco di ruolo calcistico, in cui tutti i membri del gruppo possiedono statistiche e caratteristiche che li differenziano, da aumentare facendoli avanzare di livello con l’acquisizione di punti esperienza. Fin qui tutto normale, per un gioco di ruolo, eppure trattandosi di un gioco calcistico le meccaniche cambiano in maniera fondamentale. Niente combattimenti a turni, niente magie. Qui si combatte con i calci e con le palle, come è ovvio che sia: durante le partite, infatti, troveremo una visuale dall’alto in cui vedremo tutti i giocatori muoversi in maniera automatica, ma potremo mettere pausa per tracciare con il pennino delle traiettorie che vogliamo vengano intraprese dai nostri atleti. Durante la partita, a parte i passaggi di pallone che possiamo controllare toccando con il pennino dove vogliamo vada la palla (ovviamente anche nel caso di un tiro in porta), ci troveremo molto spesso a giocarci dei contrasti, scegliendo tra due opzioni (una più semplice da portare a termine con successo ma che non ci lascia la palla, e l’altra più difficile ma che ci darà il possesso della sfera) ma le cui risoluzioni saranno decise essenzialmente dai parametri dei giocatori. Dunque un giocatore con più fisico sarà più probabile vinca contrasti di forza, uno con più controllo probabilmente vincerà confronti in cui entra in gioco l’agilità. Nonostante tutto, non sempre ogni cosa è basata su un mero calcolo (o di debolezza elementale, poiché ogni giocatore è assegnato ad uno dei quattro elementi, ognuno forte rispetto ad un altro come nel gioco della morra cinese), poiché bisogna tenere in considerazione anche gli attacchi speciali. Questi attacchi consentono, al costo di spesa di punti tecnica (un po’ come gli MP nei giochi di ruolo tradizionali), di vincere contrasti o fare goal automaticamente, ovviamente a meno che anche l’avversario non usi a sua volta una tecnica speciale per metterci i bastoni tra le ruote, cosa che risulterà in un ulteriore confronto in base alle statistiche dei personaggi, ai loro elementi, ma stavolta anche agli elementi delle loro tecniche. Oltre a tutto ciò è sempre importante tenere sott’occhio anche i Punti Energia, cioè la stamina di ogni giocatore, che se si abbasserà troppo finirà con il lasciarli stanchi, lenti e poco propensi a fare le giuste azioni. Quando PE o PT si abbassano troppo è quindi consigliabile effettuare cambi in campo, oppure è possibile usare oggetti di ripristino, come nei migliori giochi di ruolo.
Questo è ciò che accade durante le partite importanti che riguardano la storia, ma cosa accade nel resto del gioco? Durante le nostre scorribande per la città nel proseguire con la trama, per esempio, ci saranno i tanto classici incontri casuali. In questi troveremo gruppetti di 4 giocatori che sfideranno 4 del nostro gruppo in corti e semplici eventi, che possono consistere nel fare un goal o magari nel rubare la palla agli avversari. Questo ci consentirà di ottenere punti esperienza veloci, ma anche punti passione (necessari per curare il gruppo nei punti di riposo oltre che per potenziare le loro statistiche “comprandole” in determinate zone di allenamento) e punti carisma, con i quali si possono reclutare nuovi giocatori nella propria squadra usando una tabella di contatti, un vero e proprio grafico con centinaia e centinaia di giocatori. Questo grafico non è però l’unico modo con cui possiamo reclutare nuovi giocatori. Alcuni potrebbero infatti unirsi a noi dopo un incontro casuale, stupiti dalle nostre capacità, mentre altri ancora possono essere presi inserendo gettoni in speciali macchine di gashapon dove si troveranno oggetti ma anche contratti per nuovi personaggi.
Oltre agli incontri casuali, alle partite di storia, o agli allenamenti da pagare in Punti Carisma, ci sono anche altri modi di potenziare i nostri personaggi. Innanzitutto possiamo comprare nei negozi, oltre a vari oggetti, anche appunti di tecniche segrete da insegnare ai giocatori. Ovviamente questo vale anche per l’equipaggiamento, come in ogni gioco di ruolo, quindi gli eroi possono indossare scarpini, fasce, guanti e quant’altro con effetti sempre più potenti e utili. Per concludere, nascosti in vari punti della mappa, si trovano anche gli allenatori delle vecchie squadre affrontate dalla Raimon nei precedenti giochi, con i quali è possibile affrontare delle amichevoli che ci garantiranno un buon quantitativo di punti esperienza ma anche equipaggiamenti e oggetti segreti.
Scheda tecnica
Come già detto, questo è un gioco per DS, non per 3DS. Graficamente è imbarazzante, con modelli 3D decisamente fuori dagli standard attuali e sprite dalla lavorazione e dalle animazioni assolutamente poco convincenti. Visto che il DS aveva entrambi gli schermi piccoli, il gioco vero e proprio è visionato qui sullo schermo inferiore, così da usare quello superiore con il suo effetto tridimensionale solo per la mappa dei luoghi e per i video delle mosse speciali, come contentino. Anche le musiche sono sì orecchiabili, ma la maggior parte di esse sono riciclate dai vecchi capitoli, cosa assolutamente comprensibile se il titolo fosse uscito poco dopo il secondo o se fosse stato parte della collezione dei primi 3 giochi in una sola cartuccia, ma come proposta di gioco singolo dopo 4 anni e su una console come 3DS, sono quasi ridicole. Fortunatamente il videogame in sé è bello e godibile, nonostante i problemi di adattamento, e come longevità si attesta ben oltre le 50 ore.
In conclusione
Finalmente arriva anche qui da noi il capitolo conclusivo della storia di Endou Mamoru, quella che poi porterà all’inizio della nuova saga Inazuma Eleven GO. Il gioco è bello e godibile e consigliato a tutti i fan, ma è importante sapere comunque che sotto la produzione di questo prodotto c’è una manovra commerciale difficile da condividere, come spiegato già ampiamente nell’introduzione. Prendendo in esame il semplice gioco, puro e crudo, nonostante si trovi tecnicamente una generazione più indietro rispetto a quella attuale, è senz’altro divertente e pone fine alla trilogia degli eventi iniziati con il primo capitolo. Oltretutto questa versione in particolare è quella definitiva di Inazuma Eleven 3, e racchiude in sé tutti i contenuti delle due precedenti versioni più altri esclusivi. Per gli amanti di Inazuma Eleven è consigliato, per tutti gli altri forse sarebbe il caso di sperare che anche dalle nostre parti esca a breve la collezione con tutti i primi 3 capitoli riuniti.