In Between – Recensione
Un genere come il platform, anche se innervato di elementi tratti dal puzzle game, è una tipologia di videogame che è sempre piuttosto scanzonata e leggera. Cosa succederebbe però se nel gioco in questione si affrontassero temi molto profondi e dolorosi come la malattia o addirittura la morte? È quello che devono avere pensato i ragazzi di Gentlymad che hanno dato vita a In Between con risultati tanto buoni quanto inaspettati. Il titolo è un videogame maturo sulla scia di giochi come The Town of Light e That Dragon, Cancer. Un esperimento insomma che mette in pratica nuovi linguaggi e lo fa in maniera molto convincente.
Al tramonto
In Between racconta le gesta di un uomo comune durante le tappe della sua vita. L’uomo purtroppo è affetto da un male incurabile e il suo fisico sta purtroppo decadendo a tal punto da essere arrivato alle soglie della morte. Il viaggio però nel gioco è rappresentato in maniera astratta, interamente nella mente del protagonista, con degli ingranaggi sullo sfondo che scandiscono in maniera inesorabile quanto manca alla fine. Sulle varie pareti potremo anche osservare dei dipinti che rappresentano i momenti più significativi della sua vita, costellata da insuccessi, sia affettivi che lavorativi ma anche da parecchie gioie. Tutte le sequenze sono disegnate a mano e il giocatore dovrà rivivere proprio moltissime di queste sequenze del proprio passato. Tali sequenze condensano in pochi istanti interi passaggi di vita e quindi potremo assistere alla crescita del protagonista in maniera molto rapida.
A mano a mano che vivremo questi momenti, la sua voce in sottofondo illustrerà i suoi dubbi e le sue paure all’approssimarsi del sonno eterno. Dubbi esistenziali molto profondi che scuoteranno nel profondo la coscienza del giocatore. Gentlymad ha comunque svolto il tutto con una delicatezza artistica impareggiabile. La forza del racconto sta nella sua estrema linearità e nello scadere mai nel pietismo. Una storia vera, comune a molti che convince soprattutto in termini di credibilità. L’avventura è piuttosto breve e dura solo quattro ore , al termine delle quali però, proveremo una profonda empatia nei confronti del protagonista.
Sequenze di livelli
Il gioco, dal punto di vista puramente del gameplay, si presenta come una sequenza di circa sessanta livelli. Ogni livello, nonostante la similare direzione artistica, presenta delle caratteristiche peculiari molto spiccate, dato che rappresentano ognuno una differente fase dello stato d’animo del protagonista. Nel corso della malattia si passerà ad esempio dalla rabbia, alla rassegnazione fino alla depressione. Nel livello della rabbia ad esempio dovremo evitare dei globi rossi che ci bersaglieranno in maniera continua mentre in quelli di contrattazione dovremo muovere simultaneamente le due parti del nostro alter ego digitale, fino a farli finalmente incontrare. In ogni caso dovremo sempre trovare in ogni livello la porta fluorescente del punto di uscita. Al primo passo falso il livello si sgretolerà e quindi noi saremo costretti a ricominciare da capo oppure alternativamente dall’ultimo checkpoint.
Il protagonista non può saltare ma può solamente muoversi avanti e indietro nei vari livelli. Ciò che può fare però è, utilizzando la levetta destra, indirizzare tutti gli oggetti non facenti parte di strutture fisse nella direzione scelta. Dovremo quindi calcolare con cura ogni singola mossa, così come studiare al meglio come superare quegli ostacoli che si frappongono tra noi e l’uscita designata. Il senso di frustrazione del trial and error si fa tangibile fin dai primi minuti, come se gli sviluppatori, tramite l’estrema difficoltà di gioco, avessero voluto dare forma alle frustrazioni più profonde dello stesso protagonista. L’ultimo livello è veramente snervante e ci impiegherete parecchie ore prima di portarlo a conclusione senza commettere il benchè minimo errore. Il gioco quindi è altamente consigliato a tutti gli amanti del puzzle solving e del platform estremo anche se potrà gettare nello sconforto quasi immediatamente qualsiasi casual gamer dotato di non molta pazienza.
In Between rappresenta un ottimo esempio di storytelling digitale in cui una storia molto profonda quanto tragica viene narrata attraverso la modalità del platform. Un’opera interattiva che gioca tutto sui sentimenti e sul coinvolgimento emotivo del videogiocatore, anche se potrebbe scoraggiare fin da subito gli individui provvisti di poca pazienza.
Pro
- Tematiche profonde
- Varietà di gameplay
Contro
- Troppo breve
- Alcune fasi platform davvero frustranti