Immortals Fenyx Rising – Recensione
Immortals Fenyx Rising è quel tipo di gioco che incuriosisce un po’ tutti: amanti dell’open world, chi apprezza gli elementi GDR, chi i giochi action, quei giocatori che sono affascinati dalla mitologia e quelli a cui piace uno stile grafico che non punta al fotorealismo. Purtroppo, però, poi a questi titoli non sempre viene data fiducia, e per questo non riescono a sfondare, né al lancio e né dopo diversi mesi dall’uscita.
Riuscirà invece Immortals Fenyx Rising a convincere, magari anche grazie al nome di Ubisoft? Scopritelo nella nostra recensione.
A caccia di Dei
Le divinità che una volta popolavano l’Olimpo e guardavano il mondo dall’alto sono scomparse, catturate dal malvagio Tifone, figlio di Gea. Tifone, dopo essersi liberato dalla prigionia a cui era stato costretto proprio da Zeus e compagni, giura vendetta verso il Pantheon ellenico. Da questa premessa si sviluppa, in modo tutt’altro che originale a eccezione di qualche piccolo colpo di scena verso il finale, la solita storia del “predestinato” che dovrà salvare la situazione. Immortals Fenyx Rising ci mette nei panni di Fenyx, un personaggio che si ritroverà nel ruolo di eroe, destinato a salvare tutti gli Dei. La nostra storia sarà narrata da Prometeo e Zeus, voci fuori campo che ci accompagneranno durante l’avventura spiegandoci gli elementi della lore, della mitologia e le meccaniche di gioco, facendo nel contempo battute che ci strapperanno spesso un sorriso.
La prima cosa da fare sarà personalizzare il nostro protagonista attraverso un editor minimale e molto semplice, ma in grado comunque di creare degli ottimi personaggi. La prima ora e mezza circa funge da prologo all’avventura, e qui ci troveremo a raccogliere tutti gli oggetti e le armi donateci direttamente dagli Dei per affrontare la minaccia di Tifone e liberare gli Dei intrappolati. Faremo anche la conoscenza di Ermes, che ci aiuterà a potenziarci e ci introdurrà alla nostra missione. La trama, come già detto, non punta né all’originalità, né ai colpi di scena. La narrazione scorre per 25 ore circa (con solo qualche evento secondario) senza grandi sorprese, e non è di certo la storia a spingerci a continuare, bensì la voglia di esplorare e divertirci nel mondo di gioco. Armati di spada, ascia, arco, armatura e chi più ne ha più ne metta, saremo pronti ad accompagnare Fenyx verso il suo destino, o sarebbe meglio dire Fato.
Parola d’ordine: divertimento
Il primo impatto con Immortals Fenyx Rising non può non ricordare altri grandi titoli, dai classici open world stile Ubisoft, fino al recente The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Sono soprattutto le somiglianze stilistiche e di gameplay con il titolo Nintendo a farsi notare fin dai primi minuti di gioco: Fenyx potrà, ad esempio, arrampicarsi su ogni parete perdendo punti stamina; anche la grafica cartoon, i colori, lo stile dei nemici e personaggi e qualche meccanica sembrano rifarsi in più occasioni a Breath of the Wild. Attenzione però, questo non è per forza un difetto: il titolo Ubisoft potrebbe essere infatti un’ottima soluzione per tutti quei giocatori che sono curiosi di provare il gameplay di Zelda ma che, non possedendo Nintendo Switch, non possono vivere l’ultima avventura di Link. Se con le statue da scalare per sbloccare pezzi di mappa Immortals sembra riprendere le classiche meccaniche open world di Ubisoft, notiamo subito dopo come il team di sviluppo abbia voluto discostarsi dalle solite soluzioni di gameplay. In questo modo Immortals Fenyx Rising risulta un titolo sì ispirato ad altre produzioni superiori, ma con un’ottima personalità, in grado di non farlo diventare solo una “brutta copia” di queste.
In Immortals Fenyx Rising ci troviamo in un mondo aperto incredibilmente ricco e pieno di cose da fare, in grado di farci perdere tra eventi, enigmi e missioni secondarie, mentre cerchiamo di raggiungere la prossima missione principale. Oltre a questi incarichi, a spingerci a esplorare ci penserà la fantastica ambientazione messa in piedi da Ubisoft, ispirata alla mitologia greca e riempita di zone da visitare, segreti da scoprire e panorami da ammirare. Anche il meno avvezzo all’esplorazione – chi di solito va dritto verso le missioni principali – si perderà inevitabilmente nel mondo di gioco. Questo è diviso in cinque zone diverse, ognuna delle quali è dedicata a una divinità e costruita secondo le sue caratteristiche: per esempio, nella zona dedicata a Efesto, Dio della fucina, ci saranno molte costruzioni di metallo e nemici robot. In quella dedicata ad Afrodite, invece, tutto sarà verde e ricco di vegetazione, con panorami primaverili bellissimi.
Immortals Fenyx Rising è un titolo che unisce elementi action a elementi GDR, un po’ come gli ultimi capitoli della saga di Assassin’s Creed. Si passa quindi da diverse armi con statistiche da potenziare, armature che aumentano la forza, piuttosto che la stamina, per arrivare poi al classico albero delle abilità da sbloccare con le “Monete di Caronte” che troveremo nel mondo di gioco. Avremo a disposizione anche quattro “poteri divini” da sboccare, dedicati a diverse divinità, che ci permetteranno, al costo di qualche punto di stamina, di cavarcela nelle situazioni più complesse.
Soprattutto nelle prime ore il gioco ci metterà abbastanza in difficoltà con dei combattimenti che, con l’aumentare dei nemici da affrontare contemporaneamente, costringono il giocatore a impegnarsi molto più di quanti si possa pensare inizialmente. L’unica piccola pecca dei combattimenti è la calante difficoltà con l’aumentare delle abilità del giocatore e dei molti potenziamenti di Fenyx, ad eccezione dei boss e mini-boss che restano sempre abbastanza impegnativi da battere. Ad aiutarci nelle nostre battaglie ci penserà Fosforo, un uccello sbucato direttamente dagli inferi a cui salveremo la vita e che ci ricompenserà con la sua lealtà; anche lui, oltretutto, sarà personalizzabile con abilità e statistiche diverse. I combattimenti, già dopo le prime tre ore, iniziano a farsi sì un po’ più semplici, ma anche sorprendentemente interessanti e molto divertenti, in quanto richiederanno comunque una buona dose di abilità, concentrazione e padronanza di tutte le abilità, prima fra tutte il parry, utile a stordire i nemici.
Viaggiando all’interno della mappa capita spesso di incappare in zone che custodiscono dei segreti o delle ricompense come, per esempio, dei forzieri. Per ottenerli dovremo prima affrontare alcune delle creature di Tifone, e poi risolvere degli enigmi ambientali, l’elemento più riuscito di tutta la produzione: la loro complessità metterà a dura prova l’ingegno del giocatore, che dovrà riflettere e fare molti tentativi prima di trovare la soluzione. Difficilmente ci è capitato di trovare due puzzle anche solo lontanamente simili; la varietà di questi ultimi è strabiliante, e per questo non sarà mai fastidioso o noioso fermarsi per risolverne uno. Oltre alle risorse o alle ricompense per potenziare Fenyx, la risoluzione di un enigma particolarmente complesso vi regalerà una grande soddisfazione, motivo più che valido per esplorare ogni angolo della mappa.
Ci sono poi le “Cripte del Tartaro”, ovvero delle zone al di fuori della mappa in cui potremo recarci per guadagnare i fulmini di Zeus, utili al potenziamento della stamina. Anche in questo caso, per portare a termine le cripte dovremo superare diverse interessanti sfide di logica e abilità.
A proposito di potenziamenti: la Sala degli Dei, che fungerà da hub centrale, sarà il luogo in cui recarci per migliorare le nostre statistiche e abilità attive. Quelle passive saranno invece sbloccate con l’avanzare della quest principale, con ogni divinità che ce ne donerà tre. Nella Sala degli Dei troveremo Ermes che sarà sempre pronto ad aiutarci (o quasi) insieme agli Dei che libereremo dalle grinfie di Tifone. Il messaggero divino ci proporrà anche diversi incarichi e missioni secondarie in cambio di risorse, e farà da mercante (da buon Dio del commercio) per le microtransazioni.
Come già detto, però, la Sala degli Dei servirà soprattutto per migliorare il nostro personaggio: esplorando l’isola troveremo moltissime risorse che potremo usare poi per potenziarci. Con l’ambrosia aumenteremo la salute massima, con i fulmini di Zeus la stamina, con le monete di Caronte si sbloccheranno nuove abilità, e con le altre risorse Fenyx sarà in grado di migliorare armi, armature e pozioni. Queste ultime sono di quattro tipi: quelle per rigenerare la salute, quelle per la stamina, quelle per potenziare momentaneamente l’attacco e quelle per la difesa.
Assaggi di next gen
Non si può di certo dire che con Immortals Fenyx Rising siamo entrati a pieno nella next gen. La grafica è cartoon e lo stile che non punta certo al fotorealismo. Senza contare che si tratta di un titolo cross-gen, per cui non in grado di permettere alle nuove console di mostrare la loro piena potenza. Graficamente però è un gioco molto valido, a cui consigliamo di giocare nella modalità “prestazioni” a 60fps. Nella versione per PlayStation 5 abbiamo anche potuto provare i nuovi caricamenti rapidi, le funzionalità del DualSense e il Tempest 3D audio: il gioco impiega circa 5 secondi per iniziare o caricare una partita, e lo stesso vale per i viaggi rapidi, finalmente rapidi per davvero. Per quanto riguarda l’audio, abbiamo giocato con delle semplici cuffie collegate al controller, senza le Pulse 3D di Sony, e c’è da dire che la tecnologia Tempest funziona anche così con ottimi risultati, riuscendo a coinvolgere il giocatore e permettendo di percepire la direzione di provenienza dei suoni.
In Immortals Fenyx Rising il Dualsense viene sfruttato, anche se non come in Astro’s Playroom, in modo comunque efficace: durante le arrampicate percepiremo i passi di Fenyx, in acqua sentiremo le vibrazioni delle onde e i colpi sferrati ai nemici faranno vibrare il controller in maniera molto leggera. I grilletti adattivi vengono invece chiamati in causa quando c’è da scoccare una freccia con l’arco o quando si trasportano oggetti pesanti come le rocce. Nel primo caso la resistenza sarà davvero minima, ma sufficiente a farci percepire la tensione dell’arco. Nel secondo caso invece sentiremo, in base alla pesantezza dell’oggetto trasportato, una resistenza del grilletto che andrà ad aumentare con la perdita della stamina. Diciamo che siamo ancora ben lontani da vedere le potenzialità del Dualsense sfruttate al massimo, ma sicuramente questa è la strada giusta.
Se a una prima occhiata può sembrare un clone di Zelda: Breath of the Wild, come molti l’hanno dipinto prima dell’uscita, questo Immortals Fenyx Rising è molto di più. Intrattiene per ore e ore senza neanche fartene rendere conto, è il classico titolo da “Faccio l’ultima missione e spengo…” e poi due ore dopo sei ancora lì a ripetere la stessa frase. Un gioco che alla gara alla grafica migliore, ai minimi dettagli nelle animazioni, alle storie profonde e pesanti, preferisce uno stile più semplice e leggero, con elementi umoristici sempre esilaranti, riuscendo a essere comunque un titolo di grande impatto. Ubisoft si è finalmente staccata dalle sue solite meccaniche open world per dare vita a un gioco magari non perfetto, ma che nella sua semplicità riesce a incollare il giocatore davanti allo schermo, facendolo rilassare e mettendolo intelligentemente alla prova allo stesso tempo.
Pro
- Enigmi incredibilmente vari, divertenti e impegnativi
- Ambientazione eccellente
- Ottima longevità, e mai noioso
- Umorismo mai invadente, che strappa spesso un sorriso
Contro
- Trama semplice e scontata
- Livello di sfida dei combattimenti calante
Non avrei scommesso un euro ed invece è un bel gioco. complimenti a UbiZozz