Hyperdrive Massacre
Hyperdrive Massacre è un interessantissimo titolo dei torinesi 34BigThings che mescola un aspetto retrò tipico degli anni Ottanta a due dimensioni, in un contesto frenetico di mezzi volanti che gareggiano tra loro facendo largo uso di un arsenale basato su dispositivi laser. Il tutto arricchito da interessanti dinamiche cooperative e competitive. Vediamo di scoprire meglio di cosa si tratta nel dettaglio.
Nostalgia canaglia
Il titolo, come avrete certamente capito dalla premessa, è un ottimo twin stick shooter cooperativo, basato soprattutto sul multiplayer locale. Le atmosfere sono quelle tipiche di Asteroid e il gioco dà proprio il meglio di sé in partite indiavolate con amici, tutti nella stessa stanza, dato che il multiplayer online non è stato contemplato dagli sviluppatori.
I giocatori più “anziani” tra voi saranno presi da un certo di senso di dejavù fin dal menu principale di gioco, caratterizzato da colori accesi e da musica elettronica di sottofondo, elementi tipici di titoli con più di vent’anni sulle spalle. Vi sembrerà in più di un’occasione di trovarvi di fronte a una sorta di gioco da cabinato delle vecchie sale giochi.
Mai prendersi troppo sul serio
Il titolo, proprio su questa vena, gioca molto anche sull’autoironia e non si prende mai troppo sul serio. È infatti ambientato interamente nello spazio ma umoristicamente i nostri mezzi sono rappresentati da autovetture volanti, tutte molto ben caratterizzate e dotate di grande personalità. Anche le auto in questione riflettono da vicino quello spirito anni Ottanta citato poc’anzi e infatti sono tutte riproduzioni di autentiche icone automobilistiche di quel fortunato decennio.
In tutto questo le modalità di gioco sono sei ossia: Death Match, Team Death Match, Space Soccer, Spong, Death Race e Last Man Standing. Ripetiamo che senza amici affianco a voi il gioco perde il suo appeal e quasi risulta inutile giocarlo del tutto.
In compagnia nello spazio
Per quanto concerne l’aspetto del gameplay, nel gioco non è stato un previsto un sistema di progressione e quindi i veicoli rimarranno tali e quali dall’inizio alla fine, nonostante i vostri risultati sul campo. L’esperienza di gioco è quindi immediata, asciutta e senza fronzoli; con i grilletti del joypad potremo muoverci mentre gli stick sono adibiti alla mira e al direzionamento del veicolo naturalmente. I pulsanti infine attivano le varie abilità in modo da poter sparare, parare i colpi degli avversari o utilizzare i vari potenziamenti raccolti sul campo, un po’ come accade nella celebre serie di Mario Kart targata Nintendo.
Tutti i combattimenti sono confinati in arene a due dimensioni con parecchi elementi di disturbo, come ad esempio su tutti gli asteroidi, che condizioneranno in maniera importante gli scontri. Va da sé che in quattro giocatori il titolo diventa un autentico pandemonio, con l’assenza di gravità che rende parecchio difficile il controllo del proprio mezzo. Gli elementi su schermo sono veramente tanti e quindi si richiede un certo grado di abilità per poter avere successo in tali battaglie spaziali. Nel caso in cui vi cimenterete da soli contro il computer vi renderete conto che il titolo è davvero difficile e infatti l’intelligenza artificiale non vi darà mai tregua, anche quando il livello di difficoltà sarà al minimo.
Modalità divertenti
Il fiore all’occhiello dell’italianissima produzione in questione sono le modalità più divertenti come Last Man Standing, Space Soccer, Spong e Death Race. Nella prima vince l’ultimo giocatore che rimane in vita, nella seconda, un po’ come accade in Rocket League, giocheremo delle partite di calcio spaziale a bordo dei nostri mezzi, nella terza rievocheremo il classico del passato Pong e infine in Death Race si aggiudica la vittoria chi trova più power ups.
Dal punto di vista tecnico il gioco si difende con buoni effetti grafici e texture e modelli poligonali non malvagi.