Horizon Forbidden West – Recensione
Quando ci si trova di fronte a un progetto ambizioso come Horizon 2 Forbidden West non è mai semplice dare un giudizio chiaro e oggettivo dell’opera in questione. Se poi si parte da basi incredibilmente solide come quelle gettate da Zero Dawn il compito risulta ancora più complesso. Noi ci siamo comunque lanciati in questa avventura nell’Ovest Proibito insieme ad Aloy, per cercare di scoprire tutti i segreti e le minacce nascosti nel nuovo mondo.
Nuove scoperte, nuove minacce, nuova avventura
La strada compiuta da Aloy fin da bambina non è mai stata semplice, nata come emarginata e costretta a vivere lontana dalla tribù dei Nora si è poi dovuta scontrare con le verità del suo mondo e con le sue origini. Dopo aver sconfitto Ade, l’intelligenza artificiale opposta a Gaia con lo scopo di azzerare la vita sulla Terra, Aloy scopre che questa non è stata veramente distrutta e che la minaccia è ancora presente. Horizon Forbidden West si apre con questa premessa narrativa ma che è solo un antipasto della vicenda che man mano si scoprirà essere molto più complessa del previsto. La nostra eroina dovrà quindi mettersi di in viaggio verso l’Ovest Proibito per cercare di evitare una nuova catastrofe.
Prima che la storia acquisti mordente però, ci sarà da resistere per qualche ora. L’incipit infatti è stato costruito principalmente per far prendere confidenza con i comandi al giocatore e per farlo familiarizzare con tutte le meccaniche di gioco. Questo però si traduce in un inizio poco accattivante e che potrebbe risultare addirittura pesante. Le prime rivelazioni scuoteranno un po’ la situazione, iniettando nell’utente quella dose perfetta di curiosità per incoraggiarlo a proseguire. La storia rispetto a Zero Dawn è molto più ampia e va a intrecciarsi con diverse sotto trame e molti più comprimari: questi ultimi non sono caratterizzati in maniera superficiale ma di certo non spiccano particolarmente all’interno del racconto, fatta forse eccezione per un paio.
Quando si raggiunge il primo colpo di scena, che potremmo considerare come un secondo incipit del racconto, sono tante le domande che iniziano a farsi strada nella mente del giocatore e, pur non rivelandosi come una delle svolte più originali mai viste, funziona e ci spinge a volerne sapere di più. Ovviamente Forbidden West rispetto al suo predecessore perde gran parte di quell’effetto wow dovuto alla scoperta di un mondo tutto nuovo, ma questo non ha scoraggiato Guerrilla Games che infatti ha voluto ribaltare alcune delle certezze date al giocatore in Zero Dawn.
Una consistente evoluzione è stata compiuta nel campo delle missioni secondarie, ora più interessanti e scritte certamente meglio rispetto a quanto visto in Zero Dawn. Anche solo i dialoghi secondari con gli NPC che poi ci assegneranno la missione sono molto più articolati: se prima Aloy e il suo interlocutore sembravano vuoti e senza anima, in Forbidden West le espressioni e le animazioni facciali rendono tutto più naturale e piacevole. Altro passo in avanti nella narrazione è stato certamente la scelta di utilizzare maggiormente le cutscene. Nel nostro editoriale dedicato (che trovate qui) avevamo detto che uno dei difetti di Horizon Zero Dawn fosse quello di rivelare i colpi di scena maggiori attraverso degli ologrammi che spiegavano per filo e per segno ogni cosa, senza alcun tipo di filmato e regia. Questa tecnica è stata parzialmente abbandonata, almeno per le rivelazioni più importanti, lasciando molto più spazio a splendide cutscene.
L’avventura di Aloy ci porterà a visitare tutto l’Ovest Proibito facendoci godere di panorami mozzafiato ma anche ponendoci di fronte a pericoli sempre maggiori. Tutto questo fino alla conclusione, che arriva dopo circa trenta ore (contando quasi unicamente le missioni principali), in cui si aprono possibili scenari per un futuro sequel ma in cui secondo noi Guerrilla avrebbe potuto osare di più. Non mancano piccole forzature all’interno del racconto ma possiamo dire che alla fine la storia fila liscia in un bel mix di azione, epicità, mistero e colpi di scena.
Tante novità… o forse no?
Lo scheletro, la base del gameplay di Horizon Forbidden West è chiaramente la stesso del suo predecessore, e questo non può che essere un bene in quanto già in Zero Dawn si erano raggiunti livelli altissimi su questo fronte. Non contenti però, giustamente, i ragazzi di Guerrilla hanno deciso di approfondire ancora di più le meccaniche già conosciute e di inserirne di nuove. Ovviamente a Ovest troveremo nuove macchine (molto più pericolose) e nuove tribù impegnate in una guerra contro dei ribelli. I combattimenti contro le macchine sono rimasti pressoché identici al titolo precedente, quindi si basano su un attento studio dell’avversario e delle sue componenti vulnerabili per poi passare all’attacco attraverso le varie armi disponibili. Queste anche non hanno subito grosse variazioni se non per qualche aggiunta.
Ad aggiungersi all’arsenale di Aloy ci sono però due gadget: il rampino e l’alascudo. Il primo, studiato dagli sviluppatori per dare un senso di verticalità in più all’azione, non viene sfruttato al massimo; durante i combattimenti raramente sarà utile utilizzarlo per salire sulle varie sporgenze, ma viene piuttosto usato durante le scalate. L’alascudo invece non è che un dispositivo che ci permetterà di planare, e anch’esso non fornisce grossi spunti in più nelle fasi di gameplay quanto più ci permetterà di scendere da montagne o alture in modo più veloce facendoci godere del panorama.
Un’altra novità è quella delle immersioni: Aloy dopo aver sbloccato lo strumento apposito sarà in grado di esplorare le profondità marine dell’Ovest Proibito. Questo non cambia radicalmente l’approccio ai combattimenti ma regala una buona varietà di situazioni durante l’esplorazione, anche se avremmo voluto che la meccanica fosse sfruttata maggiormente. Gli scenari subacquei poi sono magnifici, ricchi di elementi e dettagli come alghe, pesci e macchine pronte ad attaccare. In acqua infatti Aloy potrà nascondersi tra le foglie per non farsi individuare ed evitare uno scontro impari con le creature marine. Ma se da un lato le profondità delle acque sono rese in maniere eccezionale, lo stesso non si può dire per le superfici che reagiscono poco alle azioni di Aloy e che non convincono molto nei loro movimenti.
Un altro dei punti deboli di Horizon Zero Dawn era il sistema di combattimento contro i nemici umani, e già dai primi video di gameplay si poteva intuire come Guerrilla avesse lavorato per migliorarlo in questo sequel. Sono state introdotte nuove combo che permettono di mettere in atto colpi tanto spettacolari quanto potenti, inoltre la possibilità di sbloccare moltissime abilità attive rende i combattimenti più dinamici e divertenti da giocare. Gli scontri con le macchine restano comunque di gran lunga superiori ma si apprezza lo sforzo di voler migliorare i punti più critici da parte degli sviluppatori. A proposito di abilità in Horizon Forbidden West ne saranno disponibili più di cento tra attive e passive con i cinque alberi (guerriera, creatrice di trappole, cacciatrice, superstite, infiltrata, esperta di macchine) che avranno tra le venti e le trenta abilità da sbloccare.
Oltre ai combattimenti in Horizon Forbidden West è molto marcata la componente esplorativa. La mappa (di dimensioni simili a quella di Zero Dawn) è molto densa di attività e vi troverete spesso a perdervi tra missioni secondarie, caverne da esplorare o luoghi da raggiungere per pura curiosità durante il tragitto verso il prossimo incarico. Le arrampicate sono molto più dinamiche, Aloy può infatti appendersi su quasi tutte le superfici rocciose anche se non sempre animazioni e modelli poligonali fanno il loro dovere alla perfezione. Capita infatti di assistere a piccole compenetrazioni o movimenti non naturali degli arti della protagonista proprio durante le scalate, nulla di troppo fastidioso, però da un titolo del genere ci si aspetta chiaramente una cura al minimo dettaglio.
Tornano anche i calderoni presenti già in Zero Dawn, dei dungeon in cui dovremo affrontare diverse macchine e cercare di raggiungere la fine dove ci scontreremo con il boss di turno. Sconfiggendolo sbloccheremo la possibilità di effettuare l’override (ovvero il controllo delle macchine) su nuove macchine. Questi rispetto al primo capitolo sono stati ampliati e resi un pizzico più divertenti da affrontare anche grazie alle nuove meccaniche come il rampino e l’alascudo.
Questa è la next gen?
Un anno di PlayStation 5 è passato ormai da qualche mese e in molti si chiedevano se finalmente avremmo visto sfruttate al massimo le potenzialità del nuovo hardware Sony. Horizon Forbidden West risponde a questa domanda sfoggiando tutto il suo splendore tra panorami mozzafiato e giochi di luce spettacolari. Il titolo gira in maniera ottimale su PS5 a seconda della scelta della modalità grafica scelta: una imposta la risoluzione a 4k con un frame rate di 30 FPS, l’altra invece si ferma a 1080p in cambio dei 60fps (questa seconda modalità è quella che vi consigliamo).
Il passo in avanti che più spicca tra gli altri è il miglioramento dei volti dei personaggi che in Horizon Zero Dawn erano privi di espressioni e con poche animazioni legnose. Qui invece, anche nei dialoghi più secondari, assistiamo a un insieme di animazioni facciali che rendono tutto molto più piacevole da vedere. Anche la regia di questi dialoghi non si limita più a semplici primi piani ma i personaggi si muovono e interagiscono con l’ambiente circostante. Una pecca che però dobbiamo segnalare, anche se non particolarmente grave, è la gestione dei capelli di Aloy: la chioma rossa della protagonista durante alcuni filmati o quest secondarie sembra vivere di vita propria senza seguire le leggi della fisica, questo inizialmente può risultare divertente ma alla lunga finisce per stancare, e rischia anche di rovinare dei momenti toccanti o profondi della storia.
Tornando alla pura potenza grafica di Horizon Forbidden West non si può che elogiare il lavoro fatto dal team, osservare l’orizzonte e sapere di poter raggiungere ogni punto visibile è incredibile. C’è poi un momento molto avanzato della trama in cui tutta questa bellezza viene sbattuta in faccia al giocatore restituendo delle sensazioni da brivido, ma ovviamente non vogliamo dirvi altro per non rovinarvi l’esperienza.
C’è poi da trattare la questione DualSense, elemento che ormai va valutato a sé per i prodotti Playstation 5. Il nuovo controller Sony permette un’immersione ancora maggiore all’interno del mondo di gioco restituendo all’utente gran parte delle sensazioni provate da Aloy. Gli impatti della lancia, la tensione delle frecce sull’arco, le correnti marine e i colpi subiti sono solo alcune delle azioni che verranno trasmesse al giocatore tramite il tatto. Magari si può tendere a sminuire la funzionalità del Dualsense ma in alcune situazione riesce ad appagare il giocatore e farlo sentire ancora di più nel vivo dell’azione.
Ma la domanda più gettonata già dai tempi dei primi trailer è: come girerà Horizon Forbidden West su PlayStation 4? La console Sony di vecchia generazione fa il suo dovere, certo non senza qualche sforzo (facilmente intuibile dal rumore delle ventole) e qualche piccolo compromesso a cui è stata costretta a cedere. Infatti il livello di dettagli è ovviamente più basso e anche una minore profondità di campo, perciò gli elementi più in lontananza che su PS5 sono chiaramente visibili in quasi ogni dettaglio sulla old gen appariranno con pochi poligoni o addirittura non appariranno per nulla. Si assiste quindi anche ogni tanto a dei fenomeni di pop up degli elementi più lontani dovuti all’incapacità dell’hardware di caricare tutto con la stessa velocità della nuova console.
In ogni caso il titolo risulta perfettamente godibile e va ancora una volta elogiato il lavoro di Guerrilla che certamente non poteva fare meglio di così vista l’età della PS4.
Horizon Forbidden West è un’opera grande, enorme, con la responsabilità di dover replicare e ampliare ciò che già di incredibile fu costruito nel capitolo precedente da Guerrilla. Non si può certo dire che questo sequel non sia un gran gioco, da ogni punto di vista, dalla trama che trascina il giocatore con curiosità e voglia di scoprire, al gameplay sempre divertente, fino alla costruzione di un mondo ricco e pieno di attività e scorci stupefacenti. Forbidden West quindi è un gioco perfetto? Purtroppo ogni cosa in cui eccelle ha, dall’altro lato della medaglia, dei piccoli difetti che messi insieme non gli permettono di raggiungere la perfezione. Ma in fondo quale opera ci riesce? Forse gli sviluppatori avrebbero potuto osare di più e rendere le aggiunte fatte al gameplay più incisive, o non lasciarsi scappare quei piccoli problemi di cui abbiamo già parlato. Possiamo però assicurarvi che Horizon Forbidden West sarà in grado di accompagnarvi in un viaggio memorabile attraverso un mondo sconfinato e bellissimo, proprio come il suo predecessore.
Pro
- Scontri con le macchine avvincenti e tecnici al punto giusto
- La storia trascina il giocatore fino alla fine
- Impatto grafico mozzafiato
- Volti e animazioni facciali molto migliorati
Contro
- Alcune nuove meccaniche potevano essere sfruttate meglio
- La storia ci mette un po' (forse troppo) a ingranare
- Piccoli dettagli tecnici potevano essere curati meglio