Hitman: La Prima Stagione Completa – Recensione
L’unicità della prima stagione di Hitman non si discute. Innanzitutto ha rappresentato il seminale tentativo di imporre un franchise affermatosi sul mercato negli anni, per mezzo di una serie di produzioni retail, seguendo il modello di Telltale e delle sue avventure mediante una sequela di rilasci episodici contraddistinti da un elevato tasso di rigiocabilità. Inoltre, e ciò è inconfutabile, è stata in grado di ergersi dal resto delle produzioni binarie, profilandosi come la migliore esperienza stealth del 2016.
Il pezzo che state leggendo, scritto in occasione della pubblicazione dell’edizione retail di questa first season, non vuole essere una recensione con tutti i crismi del caso, quanto una celebrazione di una produzione già abbondantemente analizzata da mezzo mondo.
Comprensivo di ogni contenuto distribuito digitalmente e ottenibile mediante acquisto del season pass (missioni extra incluse), Hitman: La Prima Stagione Completa è il Paradiso degli emuli di Sam Fisher, dell’homo ludens che trae sostentamento dall’ombra, di coloro i quali hanno orgasmi multipli alla semplice visione della crapa pelata di Agente 47.
Il gioco trasuda varietà e libertà decisionale da ogni suo bit: per qualunque situazione il videogiocatore dovesse trovarsi invischiato, l’opera IO Interactive propone un portfolio quasi infinito di opportunità elusive o, ancor meglio, potenzialmente risolutive dell’obiettivo da conseguire.
Che si voglia impacchettare il delitto perfetto in maniera totalmente autonoma, o che lo si desideri attuare seguendo le Opportunità che Hitman propone, il divertimento rimane assolutamente garantito. Assicurate restano pure le bestemmie correlate al fatto che, alla stregua di quanto riscontrato nella stragrande maggioranza degli episodi precedenti (Hitman: Absolution escluso, decisamente più permissivo), qui si muore e lo si fa spesso.
Malgrado la quasi perfetta implementazione di un sistema di copertura correlato ai travestimenti finalmente perfettamente intelligibile, l’unico, endemico “difetto”, che probabilmente potrebbe limitare l’appeal della produzione ai potenziali fruitori meno pazienti, va proprio ricercato nell’inevitabile trial and error della serie, che collateralmente riesce ad alimentare la tensione di gioco in maniera magistrale.
Un percorso tutto sommato inevitabile, considerato il necessario processo di divide et impera che, dall’analisi dell’obiettivo della missione, porta alla soppressione del bersaglio.
L’eventualità di portare a termine la missione seguendo modus operandi differenti viene addirittura incentivata dal gioco stesso, elargendo ricche ricompense in termini di item e armi bonus a tutti coloro i quali riuscissero a soddisfare determinati prerequisiti.
Hitman: La Prima Stagione Completa rispetta la tradizione della saga anche in relazione a una storia che funge semplicemente da blando tessuto connettivo tra una missione e l’altra.
Poco male, in quanto l’infinitesimo spessore del plot, narrato mediante goderecce cutscene, non mina in alcun caso la godibilità del titolo. Ciò che lascia a bocca spalancata, mandibola radente il suolo, è la maestosa eterogeneità delle ambientazioni che il canovaccio ludico mette a disposizione del furtivo videogiocatore.
A mero titolo esemplificativo, le sfide proposte nell’assolato paesello di Sapienza, principalmente correlate alla necessità di ingannare o annullare le resistenze umane frapposte tra Agente 47 e i suoi target, vengono rimescolate e riadattate nell’ipertecnologica Hokkaido, all’interno della quale una cyber IA prende il posto dell’uomo, con tutti gli annessi e connessi del caso.
La longevità dell’intera produzione si assesta su ottimi livelli, considerando per di più la continua implementazione di nuove sfide ideate tanto dalla community che videogioca, quanto dagli sviluppatori.
Coinvolgente, esaltante e pieno di opportunità ludiche. Hitman: La Prima Stagione Completa rappresenta tutto quello che un appassionato della serie possa desiderare, nonché un appello – in formato fisico – rivolto a tutti coloro i quali non abbiano ancora avuto modo di mettere le mani sul gioco.
Il messaggio è chiaro: fatelo vostro, costi quel che costi.
Pro
- Gameplay stealth ai massimi livelli
- Rigiocabilissimo
- Tecnicamente curato
Contro
- Trial and error sempre presente