Hextech Mayhem: A League of Legends Story – Recensione
Dopo più di una decade di dominazione assoluta nel mondo dell’eSport grazie al suo League of Legends, Riot Games decide di esplorare altri lidi del settore videoludico e non solo. Il brand LoL è approdato da pochissimo su Netflix grazie alla strabiliante serie animata “Arcane” e l’RPG “Ruined King” sta facendo parlare di sé proprio in questi giorni.
Con un picchiaduro e un MMO a tema Runeterra in cantiere, è ormai chiaro che Riot Forge punta a espandere il più possibile l’ambientazione e i personaggi del suo universo narrativo per proporre su mercato un offerta il più variegata possibile, atta ad ammiccare al pubblico più disparato ed eterogeneo. Ma sarà tutto oro quel che luccica? Abbiamo giocato a Hextech Mayhem e siamo pronti a parlarvene.
I ragazzi di Choice Provisions si sono ritrovati tra le mani una IP bollente e ci hanno proposto un Rythm Game che vede protagonista assoluto quel simpatico pazzoide di Ziggs, osteggiato dal Professor Heimerdinger, che dovrà mettercela davvero tutta a impedire allo Yordle più fuori di testa di Zaun di portare una coloratissima ed esplosiva devastazione tra le vie di Piltover.
Saremo dunque chiamati a vestire i panni di Ziggs e dovremo, in una serie di livelli dalla durata piuttosto breve, premere a tempo i tasti su schermo per arrivare alla fine della corsa con il maggior numero di note azzeccate e collezionabili intascati. Siamo all’interno della formula dell’autorun, dove non potremo mai fermare la corsa del nostro Yordle, ma piuttosto guidarlo a ritmo di stage in stage.
Interagiremo con soltanto 3 tasti: salto, picchiata e lancio bomba. Più la tipica dinamica di tasti da tenere premuti e da rilasciare al momento giusto. Oltre alla classica componente Rythm, gli stilemi del platform autorun si impongono sull’esperienza di gioco, perché una buona fetta di collezionabili ci vedrà guidare Ziggs al di fuori della scia di note proposte dal livello per raggiungere anche gli elementi fuori traccia.
Sebbene la prima parte dell’avventura si propone come una sorta di tutorial molto permissivo, laddove schiantarsi contro un muro con corrisponderà mai a un game over (avremo sempre l’opportunità di tornare in pista schiacciando la prima nota utile), la seconda metà ci costringerà a un sonoro backtracking. Non basterà infatti superare i singoli livelli per proseguire, ma dovremo anche avere un numero sufficiente di ingranaggi. Ed eccoci pronti a giocare e rigiocare i livelli superati con leggerezza per proseguire nell’avventura.
La progressione a tappe è cadenzata dalla presenza di 3 boss fight, che vedranno i robot dei due scienziati darsele di santa ragione, senza tuttavia proporre nuove meccaniche ed è proprio riguardo la varietà che il titolo dei ragazzi di Choice Provisions viene meno. Durante tutta l’esperienza di gioco, si ha l’impressione di vagare su una variante della stessa mappa, con gli stessi elementi e gli stessi nemici che si muovono su schermo, ancora e ancora.
La colonna sonora di Hextech Mayhem: A League of Legends Story, elemento cardine di ogni titolo a tempo di musica che si rispetti, è decisamente ripetitiva. Tutte le tracce sembrano la ripetizione con qualche variante della precedente, con l’effetto di lasciare il giocatore particolarmente indifferente al comparto sonoro. Se a tutto ciò sommiamo un comparto narrativo che non fa nulla al di fuori dalla funzione della mera cornice narrativa, siamo tutto fuorché motivati dal proseguire nell’avventura. Soprattutto perché Hextech Mayhem: A League of Legends Story ci impone un backtracking sviluppato su livelli anonimi, con una colonna sonora anonima. Ed è un peccato, perché Riot Games si è sempre distinta grazie a un comparto sonoro eccezionale e sempre sopra le righe, basti pensare alle collaborazioni con gli Imagine Dragons, al disco d’oro delle K/DA, ma ancora prima di collaborare con artisti blasonati, all’enorme carisma dei temi dei vari campioni.
Il prezzo di soli 9 euro, d’altro canto giustifica l’occasione sprecata. Tutto sommato l’esperienza proposta da Hextech Mayhem: A League of Legends Story somiglia di più a un titolo free to play con acquisti in app e ADS invasivi per mobile, piuttosto che un vero single player per PC e console. La formula buy to play e un buon quantitativo di collezionabili sono dei grandi mediatori per una formula che tuttavia non riesce a convincere.
Hextech Mayhem: A League of Legends Story si propone come un gioco musicale dalla colonna sonora fiacca e ripetitiva, una cornice narrativa dimenticabile e un backtracking impositivo. Riesce a divertire per una manciata di ore, per finire inevitabilmente su quello scaffale virtuale che tutti i giocatori possiedono, a prender polvere e probabilmente non lo riesumeremo mai. Non sempre un brand di successo riesce a sfornare tutte le ciambelle con il buco ed è proprio il caso di Hextech Mayhem: A League of Legends Story. Il prezzo contenutissimo giustifica tuttavia l’ acquisto da parte degli appassionatissimi di giochi musicali o dei collezionisti del brand League of Legends.
Pro
- Il fascino degli Yordle
- Divertente durante le prime fasi di gioco
Contro
- Backtracking invadente
- Colonna sonora ripetitiva e poso ispirata
- Scenari ripetitivi