Hellpoint – Recensione
Hellpoint è il nuovo titolo appartenente al sottogenere dei cosiddetti “souls-like” sviluppato da Cradle Games e pubblicato da TinyBuild e disponibile dal 30 Luglio su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC, Mac e Linux. Questo nuovo gioco – ricco di potenzialità e che mescola lo stile più classico dei Dark Souls con tematiche più “dark” quasi in stile Dead Space – sarà riuscito a convincerci? Eccovi la nostra recensione!
Trama
“Chi siamo? Chi ci ha creato? Perché esistiamo?” Sono tutte domande essenziali nella vita di ogni persona e strettamente connesse all’autocoscienza dell’individuo. Fortunatamente il nostro protagonista in Hellpoint riceverà almeno la risposta a tutte queste domande nei suoi primi attimi di vita. Noi siamo la cosiddetta Progenie creata dall’Architetto per recuperare dati importanti che ci permetteranno di fare luce sui misteri che avvolgono passato, presente e futuro del luogo in cui ci troviamo, Irid Novo. Scopriremo ben presto che si tratta di una stazione spaziale orbitante attorno a un punto tanto singolare da chiamarsi “buco nero” (importante anche dal punto di vista del gameplay).
Nel nostro viaggio ci troveremo ad esplorare ogni angolo della stazione affrontando strane creature umanoidi, demoni e vere e proprie divinità per riuscire a recuperare questi preziosi dati. Ogni nuovo nemico sconfitto, ogni breccia collegata (il “falò” di questo gioco) ed ogni oggetto di lore trovato (dai libri ai documenti, passando per semplici scritte sui muri) ci ricompenserà con una piccola percentuale di dati. Inoltre ci saranno tre boss principali i quali, una volta sconfitti, forniranno un consistente 33% di dati. Il tutto per poter raggiungere (ed eventualmente superare) la cifra richiesta dal nostro creatore per completare la missione.
La trama e la lore di Hellpoint ci verranno narrate, oltre che tramite i libri e documenti citati poc’anzi, anche da terminali, dalla descrizione di alcuni oggetti (in perfetto stile “soulsborne”) e dai dialoghi con gli NPC, alcuni dei quali potrebbero anche affidarci delle quest secondarie. In determinati casi potremmo non trovarci a parlare “direttamente” con altri personaggi, ma piuttosto a recuperarne i cosiddetti involucri mentali, essenziali per interfacciarci con le loro menti. Il tutto riesce ad affascinare il giocatore mescolando fede e scienza in una struttura narrativa articolata e ricca di potenzialità ma di cui ci si può facilmente perdere gli elementi cruciali.
Gameplay
Come precisato in fase di introduzione Hellpoint appartiene al sottogenere dei “souls-like”, anzi, ad essere precisi, é quanto di più simile ad un “Dark Souls” ci possa essere, ma con un pizzico di platforming in più. Ci troviamo infatti d’innanzi a un Action RPG estremamente legato a parametri e scaling dei danni in base ai livelli investiti nelle singole caratteristiche (importanti anche per permettervi di impugnare determinate armi). Per salire di livello in questo caso faremo uso degli “Assioni” raccolti da ogni nemico sconfitto e spendibili nei checkpoint, in questo caso rappresentati dalle “Brecce”, disseminate in ogni livello.
Avremo ovviamente la possibilità di equipaggiare un discreto numero di armature e armi (da mischia e da fuoco), queste ultime caratterizzate da moveset abbastanza vari e da vere e proprie abilità che verranno sbloccate progressivamente con l’utilizzo. Molti di questi oggetti potranno essere ottenuti unicamente tramite il crafting disponibile dopo aver ottenuto il relativo schema in determinate stazioni di costruzione. Sarà inoltre possibile innestare in armi e scudi alcuni moduli: questi andranno a modificare il tipo di danno dell’arma in questione o potrebbero aumentare considerevolmente la percentuale di scaling aumentando così il danno in generale e permettendo la creazione di build incentrate su una particolare statistica.
Un elemento essenziale nel nostro equipaggiamento sarà l’Omnicubo, un oggetto importante sotto molti punti di vista. Sarà infatti possibile trovare diversi programmi, da equipaggiare in un massimo di tre contemporaneamente, per facilitarvi l’esplorazione e non solo. Il più importante in assoluto è certamente quello che vi permetterà di curarvi, seppur lentamente, mentre gli altri spazieranno da una semplice luce per illuminare le zone più buie fino ad uno che consumerà i vostri assioni per permettervi di tornare all’ultima breccia visitata. Potremo inoltre equipaggiare un massimo di due “Moduli” (mente e corpo) in grado di fornire passivamente alcuni bonus.
Con il tempo abbiamo avuto modo di assistere a diverse implementazioni delle cure nei giochi di questo tipo, dalle fiaschette ricaricabili nei Dark Souls alle fiale di sangue di Bloodborne. In questo caso, invece, potremo equipaggiare un metodo di cura per volta; quello di base sarà l’iniezione curativa rapida, ma avremo anche cure da status o un’infusione curativa lenta. In generale comunque potranno tutti essere potenziati attraverso un’apposita stazione medica per aumentarne il limite di cariche. “Riposare” ad una breccia non le ricaricherà, per farlo dovremo dunque morire (ottenendo il numero base di cariche, 2), oppure ottenere cariche in base al numero di attacchi inferti ai nemici.
La particolarità di Hellpoint è che ogni nostra azione sarà scandita da una sorta di orologio presente nell’angolo in alto a sinistra Dello schermo. Grazie ad esso potremo capire in quale fase dell’orbita si troverà la stazione spaziale in modo tale da prestare particolare attenzione a due specifici momenti, la cosiddetta “tempesta di accrescimento” e “l’ora del buco nero”. La prima rappresenta il momento in cui la stazione si trova alla minima distanza dal buco nero per ricaricare tutte le riserve energetiche. In questo caso sarà necessario prestare particolare attenzione poiché alcuni nemici e boss risulteranno essere più forti del normale ed inoltre appariranno in alcune aree delle vere e proprie orde di nemici con ricompense uniche in caso di vittoria.
L’ora del buco nero sarà invece variabile per ogni zona della stazione e sarà essenziale per poter accedere a determinate stanze segrete. Sempre parlando di stanze segrete, anche nel caso di Hellpoint saranno presenti i classici “muri invisibili”, nella maggior parte dei casi facilmente riconoscibili dalla presenza di tre pannelli identici allineati. Questi sono presenti in quantità considerevoli e non sempre nascondono delle semplici stanze; potrebbero infatti condurvi a percorsi o intere aree nascoste. In alcuni di questi luoghi nascosti potremo anche trovare l’accesso a una dimensione alternativa e speculare chiamata Oltremondo caratterizzata da nemici e drop unici nella quale non potremo permanere a lungo.
Il level design delle singole aree risulta essere già di per sé particolarmente complesso e vasto, contenendo numerosi percorsi che creano numerose interconnessioni che rendono l’esplorazione tutt’altro che semplice e lineare. Questo grado di complessità vale non soltanto nell’ambito delle singole zone, ma anche a livello di collegamenti tra una zona e l’altra permettendo, ad esempio, l’accesso ad un’area a più livelli e da numerosi punti contemporaneamente. Tale complessità potrebbe risultare controproducente per la difficoltà oggettiva del mantenere a mente la struttura di ogni zona e, di conseguenza, rendere molto semplice il dimenticarsi dei percorsi non ancora esplorati.
Tutto ciò viene “aggravato” dalla scelta di non permettere di base lo spostamento rapido tra una breccia e l’altra. Queste, infatti, non saranno tutte connesse tra loro ma richiederanno l’uso di un oggetto consumabile chiamato “Sincronizzatore di Brecce” per sbloccare il viaggio rapido. Questi saranno però presenti in numero estremamente ridotto rispetto a quello dei checkpoint, rendendo necessario la scelta di quali collegare e quali tralasciare. Le uniche brecce che permetteranno il teletrasporto anche senza l’uso di un sincronizzatore saranno quelle che appariranno una volta sconfitti alcuni boss e quella del nostro vero punto di partenza, l’Osservatorio.
In tutta questa complessità (forse anche troppo eccessiva) fa un po’ storcere il naso la non altrettanto eccessiva varietà di nemici da affrontare. Per quanto questi siano suddivisi in tipologie molto diverse tra loro abbiamo una riproposizione dello stesso tipo di nemico a tratti smodata (al punto da ritrovarvi, anche nella stessa stanza, ad esempio a combattere con lo stesso nemico per sei volte). Purtroppo, in maniera analoga, anche tutti i boss presenti nel gioco (eccezion fatta per i tre principali e per quello finale) sono rivisitazioni con alcuni colori cambiati o con qualche mossa aggiuntiva di nemici presenti normalmente in alcune aree.
Longevità
Hellpoint presenta una longevità di ottimo livello (classica dei giochi di questo genere) ed un’altrettanto ottima propensione alla rigiocabilità. Per completare il titolo sconfiggendo tutti i boss ed esplorando il più possibile avrete bisogno di circa 16 ore per completare il vostro viaggio (anche se all’effettivo dovrete recuperare almeno il 100% dei dati per raggiungere i due finali principali, cosa fattibile anche in meno tempo). Data la vastità delle zone esplorabili e delle aree segrete non sarà semplice trovare tutto al primo colpo, per cui potrete anche voler rigiocare all’avventura per scoprire ogni dettaglio della lore o semplicemente per scoprirne gli altri finali. Infine vi segnaliamo la possibilità di giocare in cooperativa non soltanto online, ma anche offline a schermo condiviso.
Comparto Tecnico
Ed eccoci arrivati, purtroppo, al vero e proprio punto debole di Hellpoint, che va ad inficiare in maniera negativa sull’intera esperienza di gioco. Innanzitutto, da un punto di vista grafico, il titolo offre un colpo d’occhio generale accettabile (seppur non paragonabile ad altri titoli tripla A) ma andando a soffermare l’attenzione su elementi ambientali e non si potranno notare facilmente texture in scarsa risoluzione e altre svariate imprecisioni tecniche. Questo risulta essere un peccato non soltanto al fine estetico in generale, ma anche perché svalorizza un buon design artistico di creature, nemici, NPC e livelli.
Comunque sia, qualora non siate particolarmente esigenti in termini grafici, sono problemi relativamente trascurabili; non sono per nulla trascurabili, però tutti quei problemi legati all’ottimizzazione ed al codice di gioco. Partiamo innanzitutto dal framerate, che non riesce quasi mai a mantenersi stabile neanche su PlayStation 4 Pro (soprattutto nelle situazioni più concitate o in determinate zone). Inoltre abbiamo riscontrato un problema aggiuntivo proprio su questa console: prima di iniziare a giocare vi consigliamo vivamente di disattivare la modalità supercampionamento (qualora la abbiate attiva), questo perché causa cali importanti negli FPS arrivando a dei veri e propri “minimi storici”.
I problemi relativi al framerate non dovrebbero invece essere presenti, o comunque esserci in misura minore, su PC. Questo però non salva neanche questa piattaforma dalla pletora di bug e glitch che affliggono Hellpoint. Si tratta di problemi di ogni tipo: da nemici che iniziano a roteare compulsivamente sul posto o che decidono di “farla finita” nel precipizio più vicino, fino anche a boss che vanno a compenetrarsi all’interno di pareti, smetteranno di punto in bianco di attaccarvi (probabilmente preferendo l’amore alla guerra) o che vi difenderanno dai loro attacchi con le loro stesse appendici. Sempre parlando di boss vi segnaliamo che quello legato al “finale segreto” sembrerebbe attualmente non apparire nella sua zona (impedendovi così il completamento).
Altro problema è quello relativo all’imput lag, che non soltanto andrà ad intaccare i vostri tempi di reazione in modo proporzionale ai cali di FPS in determinate situazioni, ma potrebbe farvi ritrovare a sferrare più attacchi del dovuto se premerete troppo frequentemente il pulsante di attacco. Infine vi consigliamo di evitare le morti da caduta (nemico conosciuto molto bene dai fan del genere) poiché il gioco finirà nella maggior parte dei casi per far apparire le vostre spoglie nel luogo esatto della morte, piuttosto che sul bordo del vostro ultimo salto (impedendovi così di recuperarle). Fortunatamente riesce a salvarsi almeno il comparto audio, per quanto riguarda musiche ed effetti sonori dato che tecnicamente non si può effettivamente parlare di doppiaggio.
Hellpoint è riuscito a stupirci sotto molti aspetti, ma al contempo ci ha lasciato delusi per altri. Grazie alle tematiche trattate e allo stile narrativo, il tutto connesso a un gameplay valido (ma non privo di difetti) e arricchito da elementi unici, il titolo riesce a coinvolgere e intrattenere, oltre a favorire la rigiocabilità e il gioco in cooperativa. Il tutto però viene intaccato su più livelli da un comparto tecnico male ottimizzato, specialmente su console, e colmo di lacune che avrebbero richiesto un approfondimento maggiore.
Pro
- Trama e tematiche trattate molto interessanti
- Narrazione offerta al giocatore su più livelli
- Gameplay classico del genere arricchito da dettagli unici
- Design dei nemici di ottimo livello
- Alta complessità del mondo di gioco...
Contro
- ... troppa complessità del mondo di gioco
- Scarsa varietà nei boss e nei nemici
- Comparto tecnico eccessivamente penalizzante per l’esperienza di gioco