Hello Neighbor – Recensione
Quando, tempo fa, venne presentato Hello Neighbor, attirò prepotentemente la nostra attenzione. L’idea di un gioco in cui lo scopo è infiltrarsi in casa di uno sconosciuto (che ha palesemente fatto qualcosa che non va) e investigare con la sempre presente possibilità di essere scoperti era in qualche modo elettrizzante. La curiosità è aumentata man mano, ma ci siamo sempre rifiutati di guardare video su Youtube al riguardo o di leggere troppe informazioni. Volevamo un’esperienza genuina, una di quelle di quei tempi in cui non esisteva internet e dovevi scoprire da solo tutto ciò che riguardava il gioco. Ciò che ci siamo ritrovati di fronte, però, non era certo ciò che ci aspettavamo.
Qui c’è qualquadra che non cosa
La nostra famiglia si trasferisce. La vecchia casa è ormai vuota, con scatoloni da portare via, e un ultimo saluto è d’uopo. Dopo essere arrivati nella nuova casa, però, noteremo subito qualcosa di strano e bizzarro dal nostro vicino: la casa di fronte è cupa, si sentono rumori non esattamente rassicuranti, e la finestra è proprio lì, in bella vista, che ci chiede di dare un’occhiata. Il vicino ha legato qualcuno e lo ha relegato all’interno di una stanza, rendendo fin troppo chiaro il concetto che la situazione non è delle più legali. La scelta migliore sarebbe chiamare la polizia. Ma noi propenderemo per la scelta migliore? Certo che no! Molto meglio entrare direttamente di soppiatto nella casa del misfatto e investigare con il rischio di essere beccati con le mani nel sacco.
Enigmi a casaccio
La visuale di Hello Neighbor è in prima persona, e le azioni che è possibile svolgere sono piuttosto limitate: un tasto è adibito al salto, uno all’accovacciamento, mentre un terzo serve a interagire con gli oggetti di fronte a noi, che siano porte da aprire, armadi in cui nascondersi, ostacoli da lanciare per terra o altro. Come detto poco più su, il nostro scopo è quello di penetrare all’interno della casa del nostro vicino e investigare sulla sua colpevolezza senza farci scoprire. Questo significa non fare rumore, nascondersi quando necessario, e studiare le abitudini del furfante. La cosa molto interessante e a cui bisogna dare credito è il punto di forza di Hello Neighbor: il nostro vicino difatti è in grado di notare i cambiamenti nella sua casa. Se un oggetto è stato spostato il vicino capirà che è successo qualcosa e inizierà a cercarci come un forsennato. Sarà in grado di imparare i nostri nascondigli preferiti, o di intuire le nostre strade di movimento privilegiate per piazzare lì trappole o telecamere. Questo punto di forza diventa però un punto debole nel momento in cui ci rendiamo conto che la difficoltà del titolo, piuttosto che aumentare con l’avanzare del gioco, non fa che diminuire: ogni capitolo presenta una casa più grande, più dettagliata e con più piani da esplorare. Questo significa che all’inizio del gioco, con una casa piccolina, è molto più facile e frequente per noi essere scoperti, e questo non porta solo a un equilibrio errato della difficoltà ma anche ad un’inevitabile sparizione di quell’ansia da gioco horror nel venire scoperti.
Se questo fosse l’unico punto debole della produzione sarebbe comunque perdonabile, il problema è che la struttura stessa del titolo è mal calibrata. Se la questione “nascondino” è infatti molto interessante e originale, non si può dire lo stesso per la risoluzione degli enigmi che sono a dir poco assurdi e privi di logica. Per la quasi totalità di Hello Neighbor ci ritroveremo a dover interagire con oggetti i quali poi dovranno essere utilizzati in certi posti o con altri oggetti a loro volta, ma con risoluzioni decisamente casuali. Non c’è una vera e propria logica per la quale un enigma possa essere risolto a mente o con un colpo di genio, ma il tutto sarà affidato a un trial and error fastidioso, frustrante, e che porta via un sacco di tempo, un pò come se il gioco fosse stato creato per essere risolto da una community unita piuttosto che da un singolo giocatore che sarà costretto a perdere giorni o anche settimane dietro un singolo tentativo di utilizzare ogni oggetto con ogni altro oggetto o luogo del gioco.
Da disancorare poi anche lo stile grafico del titolo: divertente e simpatico da vedere, ha il contro di minimizzare quella componente horror che sarebbe stata molto più marcata nel caso in cui fosse stato adottato uno stile più realistico. Da aggiungere che il comparto audio è quasi inesistente, mentre i modelli poligonali sono abbastanza semplici e poco dettagliati.
Hello Neighbor presenta uno spunto molto interessante ma gestito malissimo. Il titolo è una matassa di enigmi frustranti e privi di ogni logica, che costringono il giocatore a essere perseverante nell’usare ogni oggetto in qualunque modo possibile piuttosto che spronarlo a usare la testa. La componente da nascondino è troppo punitiva all’inizio dell’esperienza, risultando in una difficoltà mal calibrata, e la sensazione generale è quella di avere di fronte un gioco raffazzonato e con evidenti problemi in ogni suo aspetto.
Pro
- Interessante l'idea di base
Contro
- Difficoltà non bilanciata
- Enigmi frustranti e illogici