Hellmut: The Badass from Hell – Recensione
Il genere dei dungeon crawler sta vivendo una piccola “golden age”, soprattutto nel mondo indie. Sono innumerevoli i titoli che, con qualche variazione alla formula inaugurata decadi fa da Diablo, si avvicendano in un settore sempre in fermento. Hellmut: The Badass from Hell appartiene dunque al genere succitato, seppur con qualche piccola aggiunta che lo rende sicuramente interessante e particolare, sia da un punto di vista meccanico che più squisitamente stilistico. Ma andiamo con ordine.
Hellmut: The Badass from Hell è un dungeon crawler con elementi roguelike, pubblicato originariamente su PC per poi arrivare infine su console. Il titolo, il primo degli sviluppatori indipendenti Volcanicc, è un esempio di gioco retrò realizzato con un certo gusto e una precisa idea del concetto di “divertente”, che porterà ad apprezzare appieno l’offerta complessiva del titolo, che si svilupperà in un arco ludico della durata di circa 5 ore. Il gioco, che utilizza una visuale “top down” (ovvero un 2D classico centrato sul protagonista, in stile The Binding of Isaac), ci vedrà coinvolti in una “sporca” faccenda che ha come protagonista uno scienziato che decide di aprire una porta verso un universo infernale e…boom! Il suo corpo viene smembrato in pochi istanti. Il nostro compito? Attraversare quell’inferno alla ricerca dei pezzi del dilaniato scienziato.
Il titolo si fonderà su elementi action/shooting piuttosto classici e frenetici, conditi da una volutamente esagerata anima “gore” cartoon e da uno stile spiritualmente vicino all’universo infernale visto nella saga Doom. Hellmut: The Badass from Hell si svilupperà su di una serie di livelli procedurali farciti di mostruosità varie ed eventuali, tutte interessate a massacrarci. Il gioco, il quale ci farà iniziare con il succitato scienziato in versione ridotta (teschio e colonna vertebrale “saltellante”) ci consentirà di accedere a una serie di differenti mutazioni del nostro personaggio, le quali offriranno diversi approcci combattivi. Nonostante un’idea simpatica di base, le varie mutazioni saranno accessibili piuttosto lentamente e ci ritroveremo per una buona parte di avventura a usarne davvero poche.
Ogni mutazione avrà con se due abilità, una standard e una più potente: ogni trasformazione sarà intesa come “vita” e, quindi, ogni volta che moriremo involveremo di trasformazione in trasformazione, sino ad arrivare alla versione base del nostro personaggio (teschio e spina dorsale), che fungerà da “ultima vita”. Data la notevole frenesia complessiva e la buona disponibilità numerica di fighting stance, Hellmut: The Badass from Hell non risulterà mai noioso e, anzi, ci sorprenderà continuamente. Come detto, il gioco avrà un’anima roguelike: infatti, la morte sarà permanente e ci costringerà a iniziare da capo. Il permadeath sarà la ciliegina sulla torta di un gioco nato per esser di difficile digestione, grazie a un livello di difficoltà generale piuttosto elevato. A venirci incontro, come già detto, una discreta possibilità di customizzazione del personaggio, che avrà a disposizione un arsenale di tutto rispetto per fronteggiare le orde di nemici.
Oltre alla classica modalità campagna, Hellmut: The Badass from Hell avrà a disposizione anche una modalità aggiuntiva che consentirà di affrontare infinite orde di nemici fino a due giocatori in cooperativa locale. Una modalità che non sarà particolarmente intrigante, ma che grazie alla cooperazione e alla proceduralità delle mappe, potrà offrire un divertente “stacco” dalla campagna. Tecnicamente parlando, il gioco sarà un sicuro plus, sia per la vena artistica brutale e parodistica (seppur non particolarmente originale concettualmente), sia per un generale pregevole lavoro di traslazione tecnica da PC a console. I controlli saranno infatti precisi al massimo e la fluidità solida e costante, elementi di primaria importanza in un roguelike frenetico come questo. Unica nota un po’ dissonante, una certa illogicità nello spawn dei nemici, che spesso il gioco ci farà comparire praticamente addosso, e un’intelligenza artificiale un po’ ondivaga soprattutto per quanto concerne i boss, che saranno sì difficili da battere, ma sin troppo semplici da interpretare a livello di pattern.
Hellmut: The Badass from Hell è un gioco divertente e semplice nella sua estrema difficoltà. L’accoppiata dungeon crawling + permadeath lo rendono probabilmente ostico per i casual gamers, ma sicuramente da provare per chi ha amato The Binding of Isaac e affini. Un buon gioco, non un capolavoro, ad un prezzo tutto sommato onesto.
Pro
- Frenetico e brutale
- Livelli procedurali e buon numero di armi
- Tasso di sfida molto elevato...
Contro
- ...che potrebbe non piacere agli utenti casuali
- Abbastanza ripetitivo
- Alcune meccaniche non particolarmente esaltanti