Have a Nice Death RECENSIONE | Un ottimo roguelike
Have a Nice Death RECENSIONE: a qualche mese dall’uscita definitiva su PC (qui la recensione) e Nintendo Switch, dopo un periodo di Early Access che aveva già permesso di intuire le notevoli potenzialità del titolo, Have a Nice Death arriva anche su console PlayStation e Xbox.
Sviluppato da Magic Design Studios, Have a Nice Death si inserisce in un periodo storico di grande abbondanza per il genere roguelike, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Sebbene questa situazione possa contribuire ad allargare la potenziale utenza del titolo, rende anche molto più difficile emergere in un mercato attualmente molto competitivo. Vediamo dunque come si comporta Have a Nice Death in questo contesto.
Have a Nice Death RECENSIONE | la Morte vuole le ferie
La premessa narrativa di Have a Nice Death è certamente originale: stanca del proprio eterno e stancante lavoro, la Morte decide di fondare un’intera azienda, la Death Incorporated, che si occupi della raccolta delle anime e renda molto più agevole il suo compito.
Il piano sembra funzionare, ma con il passare del tempo la Morte si ritrova sommersa da una montagna di incombenze burocratiche e documenti da firmare, decidendo infine di lasciare l’ufficio e concedersi una meritata vacanza.
Purtroppo non sarà così semplice, dal momento che si renderà presto conto che le Sofferenze, dirigenti a capo dei vari dipartimenti della Death Incorporated, hanno ottenuto sempre più potere durante il periodo in cui la Morte era bloccata in ufficio, dimenticando o ignorando i propri compiti originali. Per ottenere le agognate ferie dovrà dunque rimettere in riga i suoi dipendenti e riottenere il controllo dell’azienda.
Uno dei punti focali dell’esperienza di gioco è l’umorismo, principalmente evidenziato dal rapporto tra la Morte e i suoi dipendenti, ciascuno dei quali ricopre ed estremizza un ruolo che potrebbe effettivamente esistere in una reale azienda.
Il risultato è un cast divertente e memorabile, le cui conversazioni sono spesso in grado di strappare un sorriso e contribuiscono a rendere più interessante ogni nuova run, anche grazie a interi archi narrativi che si sviluppano in questo modo.
Welcome to the Afterlife
Have a Nice Death è dunque ambientato principalmente all’interno della Death Incorporated, suddivisa i vari dipartimenti, ciascuno dedicato a un particolare tema e gestito da una Sofferenza pronta a tutto per raggiungere e superare la propria quota di anime. Abbiamo ad esempio dipartimento delle malattie, della guerra, delle tossicodipendenze o dei disastri naturali.
Lo stile grafico e artistico di Have a Nice Death è eccezionale e piacevole da ammirare, ogni dipartimento ha uno specifico colore dominante in base al proprio tema, ma a livello generale sono le tonalità tendenti al grigio a farla da padrone.
Si tratta di una scelta stilistica ben precisa e apprezzabile, basata sul tema del gioco, come si può evincere dalla ricchezza di colori di una singola area ambientata al di fuori della Death Incorporated, ma è comunque una scelta che alla lunga contribuisce a creare un senso di ripetitività.
Molto piacevole anche il design dei personaggi, in particolare quello dei boss, così come gli effetti particellari dei combattimenti che, specialmente nelle fasi finali della run, si risolvono in un turbinio di attacchi che tuttavia non danno praticamente mai la sensazione di non poter essere evitati.
La falce non basta
Ogni run di Have a Nice Death è dunque strutturata alla stessa maniera: si sceglie il dipartimento in cui avventurarsi e poi l’area da affrontare sulla base della ricompensa. Una volta completata (al contrario di altri esponenti del genere non è necessario sconfiggere tutti i nemici, basta raggiungere l’uscita), si ottiene la ricompensa in questione e si prosegue fino a raggiungere la fine del dipartimento e il relativo boss.
Il sistema di combattimento è estremamente rapido e intuitivo, e la Morte avrà inizialmente a propria disposizione l’adorata falce, per l’occasione modificabile in varie forme con caratteristiche diverse in termini di velocità di attacco, range e danno inflitto.
Sono presenti altre tipologie di attacco, la magia, che consuma MP ricaricabili nel tempo, e la cappa, che permette di lanciare attacchi fisici a breve o lungo raggio e si ricarica in base a un cooldown diverso per ogni arma.
Sia i diversi incantesimi che le armi della cappa sono ottenibili, equipaggiabili e potenziabili durante la run a patto di trovarli come ricompense di determinate aree o acquistarli nei negozi usando una valuta che si resetta a ogni sconfitta. Come da tradizione del genere non è dunque possibile decidere in anticipo di utilizzare una certa arma o incantesimo.
Il grosso della progressione interna alla run è però dovuta ai potenziamenti che permettono di ottenere bonus di ogni tipo, dal classico aumento del danno o della salute a effetti molto più complessi. Alcuni di essi includono bonus e malus contemporaneamente, come aumentare il danno della falce a discapito di quello della cappa, spingendo quindi a creare e portare avanti un’idea di build diversa per ogni run.
Have a Nice Death include anche funzioni che premiano un approccio “high risk, high reward”, con l’introduzione di contratti a inizio run che concedono immediatamente valuta, armi o altri bonus ma includono una punizione più avanti qualora non si riesca a completare il contratto, il cui obiettivo può essere ad esempio sconfiggere un determinato boss senza farsi colpire o in un certo periodo di tempo.
Conclusione
Have a Nice Death è in conclusione un roguelike eccellente, il cui sistema di combattimento frenetico e tecnico al tempo stesso è di garantire svariate ore di gioco e anche un alto grado di sfida, specialmente sfruttando i vari livelli di difficoltà.
Il suo problema principale è forse la ripetitività, dovuta non tanto al sistema di combattimento o al numero e tipologie di armi e potenziamenti, quanto piuttosto al ripetersi degli stessi scenari. Si tratta di un problema che si presenta però dopo molte run e non arriva mai al punto di rovinare l’esperienza di gioco.
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Un ottimo roguelike
Pro
- Gameplay fluido e appagante
- Ottime sinergie tra i potenziamenti
- Personaggi divertenti e ben caratterizzati
Contro
- A tratti ripetitivo
- Creare una build specifica è più complesso che in altri esponenti del genere