Halo 3 – Recensione Halo 3
Videogioco dell’anno o capolavoro cinematografico?
Il capitolo conclusivo della trilogia iniziata sul primo Xbox, nell’ormai lontano 2001, non stravolge il mercato del divertimento interattivo con filosofie di gioco impensabili, né tenta di imporsi su altri baluardi Microsoft. Al contrario, con Halo 3 la Bungie cerca di ottimizzare ogni piccola parte del gameplay per creare un ampio mosaico privo di qualsiasi sbavatura e che possa appassionare tutti, anche il giocatore che non ha mai sopportato lo sparatutto. Confidando nella bontà estrema delle meccaniche, già ben testate nei precedenti capitoli, Bungie ha portato tutta la spettacolarità dei due capitoli antecedenti e li ha inseriti in una guerra apocalittica, dagli esiti incerti in cui nuovi teatri sono campi di battaglia enormi, per proporzioni e ardite scelte di design, capaci di accogliere al loro interno una moltitudine sterminata di soldati, tra amici e nemici, velivoli e mezzi corazzati, in un tripudio stilistico degno d’un vero e proprio colossal cinematografico.
È giunta l’ora di finire la guerra
Il plot narrativo non lascia spazio a dubbi di sorta sulle intenzioni dei designer di voler chiudere, in modo deciso, le tante porte spalancate dagli intrecci dei primi due episodi. La guerra civile che dilania la società dei Covenant; il ruolo del Profeta della verità e dell’Arca fino al destino di Cortana, l’intelligenza artificiale unica possibiltà per scoprire il segreto degli Halo; la duplice minaccia dei Brute e dei Flood, l’accordo stipulato dagli umani con gli Elite ribelli, il futuro della Terra. Ogni fattore viene sviscerato a dovere prima di poter essere allocato definitivamente all’interno della trama, senza tagli né forzature.
Anno 2552, la guerra civile continua, i Covenat continuano a sostenere la razza umana come un’eresia contrapposta alla loro religione basata sul "Grande Viaggio", che si può compiere solo dopo l’attivazione di alcuni anelli speciali chiamati Halo, lasciati incostuditi dai Precursor, gli antenati dei Covenat. Di recente uno di questi anelli è stato scoperto dalla resistenza umana, guidata dal Master Chief, uno Spartan 117, ovvero l’ultimo superstite di una schiera di soldati creati geneticamente per renderli vere e proprie macchine da guerra. Dopo la disattivazione del primo Halo iniziò una guerra civile che portò dapprima a capire che gli Halo non avrebbero mai permesso ai Covenat di intraprendere il grande viaggio e che, successivamente, risvegliò una gravissima minaccia per l’universo: i Flood, parassiti senzienti e onnivori che si impossessano del corpo delle loro vittime. Intanto i Covenat riuscirono ad attivare il secondo Halo e a raggiungere la Terra cercando, dopo aver annientato la resistenza umana, il terzo ed ultimo Halo. Per resistere ai Flood, che oramai stanno per dominare il nostro pianeta, e ai Covenat, il Master Chief parte alla volta della Terra per risolvere la questione: è ora ti finire la guerra. Al seguito dello Spartan alto 2 metri e pesante 500 chili troveremo un Arbiter, ex comandante delle flotte dei Covenat che dopo aver scoperto tutta la falsità che circondava il Grande Viaggio decise di ribellarsi ed unirsi a tutte le forze che combattono i Covenat; il Sergente Johnson, veterano e che ha varie volte affiancato Chief nelle sue missioni come ottimo cecchino; e infine il comandante Miranda Keyes, coordinatrice della resistenza umana, suo padre fu uno dei primi caduti contro i Flood cercando di distruggere il primo Halo.
La grandiosità della Bungie
Una meraviglia che, come annunciato poc’anzi, salta all’occhio grazie all’ abbondanza delle forze che si dispiegano sullo schermo. Allo spropositato numero di nemici e di veicoli terrestri fa eco la presenza nel cielo dei più disparati mezzi volanti, dai Banshee agli Hornet fino ad arrivare agli storici Pelican, gli unici non utilizzabili nel gioco.
Una tale quantità non è certamente fine a se stessa, e rientra a pieno titolo nella rivisitazione del gameplay condotta da Bungie, al fine di renderlo più variegato e coinvolgente. Le soluzioni tattiche concesse dai mezzi abbandonano la loro marginalità per diventare, se non preponderanti, comunque fondamentali nell’economia di gioco.
La parola chiave è equilibrio, dato che non si può fare riferimento ad un approccio tattico predefinito o vincente, bensì ne coesistono diversi con le medesime percentuali di riuscita.
Disintegrare un temibile Wraith, per esempio, è una questione che richiede istinto e sconsideratezza, ma nel contempo anche una discreta dose di riflessione tattica: è possibile minarlo, sabotarne il punto debole celato tra gli scarichi posteriori, polverizzarlo con una cannonata ben assestata dello Scorpion o anche accerchiarlo con il fido Warthog mitragliandolo senza pietà, o addirittura, dopo uno scatto felino e calcolando anche per quanti colpi possa resistere il vostro scudo, bombardarlo alle spalle o da sopra la testa. Tra le nuove entrate sono sicuramente da segnalare il devastante Brute Chopper, armato con mitragliatrici letali ed in grado, attivando la roboante propulsione anteriore, riesce a ribaltare i veicoli più leggeri, a partire da quelli che viaggiano sospesi in aria.
Chiaramente anche le sezioni appiedate beneficiano di un arsenale altamente soddisfacente, dato che ci saranno varie possibilità di recuperare armi: in primo luogo, nella possibilità di sradicare le torrette dai loro basamenti, il cui utilizzo in una spiazzante visuale in terza persona fa sobbalzare non solo chi è abituato agli Halo esclusivamente in prima persona, ma anche i nemici che se colpiti da un devastante colpo di un cannone al plasma o un mitragliatore a torretta voleranno come uccelli. A fare da contraltare alla loro imbarazzante capacità distruttiva si ergono il peso e la scomodità di trasporto, che impediscono dei movimenti celeri e repentini al Master Chief che con queste armi dovrà rallentare il passo. In seconda istanza, vi è da sottolineare anche l’allargamento dell’equipaggiamento, apribile tramite il tasto X caratterizzato dai diversi tipi di granate, allo scudo a bolla, alle mine ad innesco: ogni scelta conduce alla personalizzazione del proprio stile, che deve necessariamente sapersi adeguare al dipanarsi delle situazioni così come alla morfologia delle ambientazioni. I livelli di esplorazione vanno dai luogi estremamente aperti, come ad esempio all’inizio della quinta missione quando ci ritroveremo in un deserto vastissimo, oppure cunicoli strettissimi nella missione numero quattro quando dovremmo entrare in una nave nemica per salvare un prigioniero.
Il Master Chief a portata di mano
Com’era lecito attendersi, il familiare sistema di controllo ritorna senza mutamenti drastici riuscendo a fondersi col pad di X360, decisamente più comodo di quello di una PS3, a mio avviso. La sfida proposta dai dieci capitoli di Halo 3, già a livello normale, è decisamente impegnativa e ricca di risvolti che ne invogliano la rigiocabilità. Ma è solo ascendendo al terzo (su quattro) livello di difficoltà –eroico- che il dispiegamento dell’IA nemica esplode in tutta la sua brutalità. I Covenant non solo confessano un indice di aggressività davvero pungente, ma agiscono sopratutto in base a meccaniche strategie che mirano sia alla difesa e quindi alla sopravvivenza che al tentativo di cogliervi di sorpresa. I diversi tipi di Brute, per esempio, non sfruttano puramente la potenza delle proprie corazze o delle nuovi armi in dotazione, ma si coprono, tentano di ripiegare se in difficoltà e solo nei casi più disperati optano per l’approccio più ravvicinato; invece nei livelli principiante e normale, potrete tranquillamente darvi al "fuoco a volontà" dato che i vostri nemici peccheranno in strategia e dopo aver perso lo scudo, quindi nel momento di difficoltà, si getteranno contro di voi a mani nude. Il senso di tensione costante che ne deriva è palpabile. In uno scenario ambientato sullo sfondo in una prossima diga, per esempio, diamo libero sfogo alla vocazione da cecchino, aiutata anche dalla possibilità di, premendo in dentro la levetta a destra, zoommare il nostro obiettivo e terminarlo all’istante. La squadra (capeggiata dall’Arbiter, che ci spalleggerà per l’intero corso dell’avventura), avanza mentre noi garantiamo la copertura necessaria; in combattimenti con i grandissimi mezzi volanti, potremo metterci alla guida di un fuoristrada e accompagnare un nostro alleato munito di lanciamissili alla battaglia incombente. Per quanto sviluppata possa essere, l’IA dei propri compagni non potrà mai sopperire alla fantasia di un altro essere umano e quindi, la modalità "Campagna" pulsa di nuova vita solo se affrontata in cooperativa (fino a quattro giocatori, online e offline: un giocatore nei panni del Capo, uno dell’Arbiter, mentre gli altri due prenderanno le fattezze degli Elite).
Un capolavoro da affiancare ai colossal del grande schermo
La composizione delle texture è altalenante, con punte di eccellenza sopraffina compensate da altre decisamente più sottotono; eppure, resta comunque una gioia per gli occhi poiché stilisticamente completo, ed è capace di trasmettere tanto nelle cut scene quanto nelle sequenze di gioco quella magia che manca all’appello di un numero sconfinato di produzioni, soprattutto quando si parla di sparatutto. Un frame rate granitico, nonostante debba sobbarcarsi la presenza di decine e decine di oggetti sullo schermo, dettagliati all’inverosimile e animati con perizia assoluta, effetti di luce puntuali e coerenti con la fotografia della scena, un’implementazione sopraffina dell’illuminazione dinamica, e tantissimi soldati, amici o nemici, come tante volte ripetuto. Halo 3 gioca sui particolari esaltandoli e mostrando un design incredibilmente curato, forse il migliore visto finora. Ogni scenario, che sia una distesa innevata, una foresta tagliata in due dallo scorrere di un fiume, o una landa desertica punteggiata dai detriti disseminati dalla furia bellica, manifesta delle soluzioni architettoniche che, oltre ad essere oggettivamente belle da vedere, sono anche dannatamente al servizio del gameplay, dalle rocce dietro le quali è facile proteggersi dai colpi nemici, fino alle frasche dietro le quali nascondervi.
La modalità "Cinema" sale sul palco proprio per garantire che il coefficiente di spettacolarità non venga disperso. In pratica il replay della partita viene salvato automaticamente sul disco fisso per essere gustato in qualunque occasione, fotogramma per fotogramma, scena per scena, o condiviso con gli amici tramite Live. Non è però una riproduzione passiva della nostra performance, come potrebbe essere in un qualsiasi replay di un gioco di guida. Manovrando le tre visuali disponibili è possibile gustarsi l’intera scena da qualunque posizione o angolazione si desideri, variando a proprio piacimento anche lo zoom. In pratica, è l’unico modo per intuire l’entità di una guerra che è stata contestualizzata su di una scala enormemente più grande.
Parlando poi del sonoro c’è da dire che nella schermata iniziale il menù è accompagnato da una fantastica melodia sinfonica simile alle melodie tenebrose dei Requiem Mozartiani o Verdiani, melodia che si fa colonna portante del gioco, poichè sarà l’unica che sentiremo ripetuta in alcune scene d’intermezzo a bassissimo volume. Per quanto riguarda gli effetti sonori il risultato è stupefacente: ogni arma ha il proprio sparo, il motore di ogni veicolo ha il proprio rombare, il volo delle astronavi taglia il vento col suo rumore, i colpi sugli scudi rimbalzano con un suono percettibilissimo: anche con gli occhi chiusi potreste capire cosa sta accadendo nel campo di battaglia.
E tutto finì sul più bello
Uno sparatutto che piacerà anche a chi non ama questo genere, ecco come definire Halo 3, senz’altro un vero capolavoro senza precedenti. Dopo Gears of War, che aveva rivoluzionato questo genere videoludico, anche il terzo, ed ultimo molto probabilmente, capitolo di Halo mostra come ciò sia vero: oltre all’imbracciare un’arma e sparare, stavolta ci troviamo dinanzi ad uno stupendo gioco di strategia che mette a dura prova un gameplay studiato alla perfezione. Dopo aver esaminato a lungo questo capolavoro sarebbe inutile concludere con qualcosa che sembrerebbe ripetitivo e quindi la cosa più facile da dire è consigliare di comprare immediatamente l’ultimo estratto di casa Microsoft, perchè se sarà stato lanciato con questa grande pubblicità sul mercato, se è stato tanto atteso da tutto il mondo un motivo ci sarà pure, e sembrerebbe che ve ne abbiamo forniti più di uno poc’anzi.