Hakuoki: Edo Blossoms – Recensione
Hakuoki: Edo Blossoms è il seguito diretto di Hakuoki: Kyoto Winds, titolo uscito per PlayStation Vita e PC nel maggio 2017. I due giochi sono riedizioni dell’originale, già disponibile su diverse piattaforme (PlayStation Portable, PlayStation 3, Nintendo DS e Nintendo 3DS), con l’aggiunta di contenuti aggiuntivi.
È molto probabile che molti di voi non conoscano la serie di Hakuoki. Sebbene sia molto prolifica e apprezzata nel suo paese di origine, il Giappone, qui in occidente ha subito la stessa sorte toccata a quasi tutte le Visual Novel che sono riuscite ad uscire dai confini nipponici: ha venduto pochissimo. Questo perché, essenzialmente, il genere delle Visual Novel non ha ancora fatto breccia nel cuore del pubblico occidentale: muri e muri di testo da seguire, scelte da fare che possono portarvi a una “bad ending” senza che lo vogliate, accompagnate da musiche ed effetti sonori non incarnano l’idea di videogioco che abbiamo in occidente. Aggiungete inoltre che quasi tutte le Visual Novel non hanno una traduzione italiana e avrete la perfetta ricetta per il titolo di nicchia.
A causa di questo piccolo problema, molto spesso titoli di ottima fattura passano in secondo piano, vendendo pochissimo e solo nella ristretta cerchia di appassionati. Hakuoki è uno di questi sfortunati casi. Un avviso: essendo Hakuoki: Edo Blossoms un seguito diretto di Kyoto Winds, in questa recensione ci saranno piccoli spoiler di trama. Niente di troppo eclatante, ma siete avvisati.
Fra storia e finzione
Partiamo con una premessa: Hakuoki: Edo Blossoms è un Otome. Per i beati ignari, in un Otome si impersona generalmente una ragazza che può avere relazioni sentimentali con maschioni variegati e ben distinti. Hakuoki, però, non è solamente questo. La storia è ambientata nel Giappone di metà 1800 sotto lo shogunato di Tokugawa, negli ultimi anni prima della fine dell’epoca feudale, il reinstaurarsi dell’Imperatore e l’inizio, quindi, dell’era Meiji. Uno dei corpi speciali al servizio dello Shogun Tokugawa è lo Shinsengumi, un gruppo di samurai esperti nell’arte della spada, che celano, però, un oscuro segreto. Una parte dei soldati ha fatto uso di una particolare medicina, chiamata Water of Life, in grado di amplificare enormemente le capacità fisiche di un individuo ma che, in cambio, deteriora la salute mentale dello stesso fino a portarlo alla follia. Per poter mantenere più a lungo l’equilibrio psichico, i Fury (così vengono chiamati i trasformati) devono bere il sangue di altri esseri umani.
La nostra protagonista, Chizuru, figlia del creatore della Water of life, viene attaccata nelle prime battute di Hakuoki: Kyoto Winds da due Fury. Salvata da due membri dello Shinsengumi, Chizuru entra a far parte del gruppo di samurai e ne seguirà le vicende fino alla tragica fine. Hakuoki: Edo Blossoms è quindi capace di mischiare incredibilmente bene elementi storici e di finzione, in un connubio che ci porterà da intrighi e cospirazioni politiche, a combattimenti epici tra “vampiri”, demoni e esseri umani, a scene hot fra la protagonista e uno dei dodici maschioni che avremo a disposizione.
Un sequel… troppo distante
Veniamo ai problemi principali di Hakuoki: Edo Blossoms. Uno risiede, purtroppo, non nel gioco in sé, ma in come è stato commercializzato. Essendo il titolo il diretto seguito e degna conclusione degli eventi visti in Kyoto Winds, l’averlo fatto uscire separato dal prequel e, addirittura, a un anno di distanza, può causare nel lettore uno spaesamento. I personaggi sono tanti, così come gli eventi narrati sono intricati e complessi, quindi riprendere in mano una storia contorta dopo un anno, durante il quale ovviamente molti avvenimenti possono essere stati dimenticati, porta al non ricordarsi né dove si fosse arrivati, né tantomeno le minuzie e i dettagli della storia. Fortunatamente a questo problema ovvia, in parte, l’enciclopedia interna al gioco che si aggiornerà man mano che i personaggi nomineranno eventi o situazioni, ma il senso di spaesamento permane.
Il secondo, cruciale, problema è che gli eventi narrati in Edo Blossoms sono meno interessanti e avvincenti di quelli del predecessore, probabilmente perché tutti sappiamo come è andata a finire la guerra civile, la storia ce lo insegna. Il titolo è anche molto più oscuro e tetro, anche a causa della morte di alcuni personaggi in Kyoto Winds e di molti avvenimenti verso la conclusione delle vicende.
Bei maschioni venite a me!
Accanto al procedere delle vicende politiche, Edo Blossoms ci narra le avventure amorose della nostra protagonista, Chizuru. All’inizio del gioco possiamo scegliere quale delle route seguire: un risvolto interessante della scelta è che vivremo la storia da punti di vista completamente diversi, potendone così esperire le diverse sfaccettature.
Le storie con i diversi pretendenti sono tutte, all’incirca, interessanti e sono molte di più rispetto ai titoli originali. Il difetto principale della parte Otome è che le varie route si esauriscono velocemente. In generale, in realtà, il gioco è molto veloce da completare e questo va a ridurre l’interesse verso le varie romance, che si ritroveranno costrette in un minuscolo arco di tempo.
Saranno quindi spesso storie affrettate a causa della velocità degli eventi ma rimangono comunque piacevoli e, spesso, struggenti. Alcune scene sono amplificate, inoltre, da un ottimo comparto artistico: i fondali e i personaggi sono di ottima fattura e hanno uno stile che rimanda a quello dell’epoca rappresentata. I vestiti, in particolare, sono minuziosamente ricreati, sia per quel che riguarda gli abiti orientali, sia per quelli più occidentali.
Le musiche sono accattivanti: si alternano ritmi frenetici nelle battaglie, ad altri più dolci nelle scene amorose, fino al completo silenzio, interrotto solo dalla voce dei personaggi quando più la storia lo richiede.
In conclusione, Hakuoki: Edo Blossoms è una buona Visual Novel, capace di mischiare con una certa attenzione elementi storici e di finzione, creando un buon connubio che soddisferà chiunque abbia letto Kyoto Winds e sia in attesa di una conclusione. Il ritmo della storia piuttosto veloce, la non adeguata attenzione data alle varie romance, la mancanza di una localizzazione italiana e la distanza temporale dall’uscita del predecessore lo limitano però a essere quel che è: un titolo adatto ai soli fan della serie.
Pro
- Contesto storico ben delineato
- Buon comparto artistico
- Dodici route (ragazzi) diverse
Contro
- Troppo lontano temporalmente dal prequel
- Romance un po' troppo affrettate
- Manca la localizzazione italiana