Guilty Gear Xrd Rev 2 – Recensione
Il genere dei picchiaduro è fuori dal tempo: anche se ben lontano dalla sua età dell’oro, idealmente collocata a cavallo degli anni ’80 e ’90, oggi come allora costituisce una colonna portante e irrinunciabile dell’universo videoludico. Ne sono un lampante esempio le saghe di Street Fighter, Mortal Kombat e Tekken, ciclicamente riesumate, svecchiate e riproposte sulle nuove generazioni di console per la sempreverde gioia dei fan. Guilty Gear è un brand forse meno conosciuto dei colossi appena citati ma che, quando si tratta di mostrare i muscoli, è sempre in grado di vincere ben più di un round nel cuore dei giocatori: a distanza di tre anni dal precedente Guilty Gear Xrd – e a quasi vent’anni dal primissimo capitolo della longeva saga – Guilty Gear Xrd Revelator 2 conferma ancora una volta l’alta qualità e il perfetto equilibrio tra grafica, divertimento e tecnica del gioco di Arc System.
Ore di trama… in un piacchiaduro?
Ebbene sì: chi conosce Guilty Gear sa bene quanto Arc System abbia negli anni raccontato una storia ricca di colpi di scena, costruendo col tempo un universo narrativo tanto affascinante quanto immenso e ostico per i neofiti. Guilty Gear Xrd Rev 2 non fa altro che approfondire ulteriormente la trama, lasciandola volutamente inconclusa. All’interno del gioco sono presenti un glossario – quasi una vera e propria enciclopedia, tanta è la cura riposta nel realizzarlo – e una modalità storia che più che un gioco è un lungo anime: si tratta di un espediente a cui i giocatori nipponici sono ben più abituati (noi occidentali da un gioco ci aspettiamo di giocare, non di vedere ore di filmati), ma che non fa altro che aggiungere carne al fuoco non inficiando minimamente qualità e quantità del gameplay, di cui tratteremo tra pochissimo.
La modalità storia – oltre a proporre un anime diviso in capitoli che con la semplice visione dei vari episodi permette di ottenere delle medaglie che sulla versione PlayStation 4 da noi provata si traducono in facili trofei – è ben realizzata e in grado di competere con molte delle produzioni animate giapponesi a budget medio-basso. Alla fine di ogni capitolo è possibile salvare i propri progressi di visione in modo da poter riprendere ogni volta da quel punto e poter suddividere la fruizione della lunga storia in sessioni più corte. Quanto mostrato in questa modalità va a completare i ben più brevi dialoghi della modalità arcade a episodi, che in modo più sbrigativo e tradizionale approfondiscono le vicende dei singoli combattenti, mostrando il loro ruolo e il loro punto di vista all’interno della grande trama di Guilty Gear.
Non solo per smanettoni
Il vero fulcro di Guilty Gear Xrd Rev 2 resta comunque il gameplay della modalità arcade, come è d’altronde del tutto lecito aspettarsi. Alla prima partita il gioco propone una sessione di tutorial appositamente pensati per familiarizzare con le mosse disponibili, istruendo il giocatore su un rudimentale utilizzo delle combo e delle mosse speciali. Per quanto si tratti di una goccia nel mare delle possibilità di gameplay che il gioco offre, completato il tutorial anche i neofiti saranno in grado di portare a segno attacchi relativamente complessi e di realizzare Roman Cancel, ovvero interrompere una combo in esecuzione per iniziarne immediatamente una seconda e concatenare serie di attacchi altrimenti impossibili da eseguire in sequenza.
Nel menu di selezione del personaggio il gioco permette di scegliere tra due sistemi di controllo: Technical e Stylish. Il secondo è particolarmente indicato per i giocatori alle prime armi: le parate sono automatiche ed è più semplice concentrarsi sulle combo semplicemente premendo le giuste sequenze di tasti. Ai veri appassionati consigliamo però vivamente di optare per il sistema Technical, che abbandona il button smashing in favore del pieno controllo del personaggio, permettendo parate perfette, blocchi, reversal e più in generale un maggior grado di difficoltà e di soddisfazione nello scatenare il pieno potenziale del complesso sistema di controllo contro l’avversario.
L’ideale è passare qualche tempo nel Dojo, per familiarizzare con le combo più complesse e padroneggiare le sequenze di tasti necessari a concatenare le varie mosse. Sarà così più semplice gettarsi a capofitto nella modalità arcade e affrontare gli otto combattimenti richiesti ad ognuno dei venticinque personaggi per svelare la propria trama. Ma non finisce qui, perché la modalità a episodi è soltanto una di quelle possibili offerte da Guilty Gear Xrd Rev 2: vi sono infatti anche la modalità M.O.M. – che ad ogni vittoria offre oggetti e opzioni per personalizzare i combattenti – e le immancabili sfide online, queste ultime consigliate soltanto nel momento in cui sarete veramente in grado di combattere come si deve, dal momento che il più scarso dei giocatori di Guilty Gear sa essere ben più ostico di qualsiasi personaggio controllato dalla I.A.
Completano l’offerta una modalità che permette (letteralmente) di pescare action figure, oggetti e immagini – sempre con lo scopo di personalizzare i personaggi a proprio piacimento – e delle apposite gallery in cui spendere i World Dollars accumulati nei combattimenti per acquistare ancora musiche, filmati, immagini e oggetti. La personalizzazione in Guilty Gear Xrd Rev 2 supera quanto si sia mai visto anche nei già profondissimi capitoli precedenti, dimostrando ancora una volta come Arc System continui ad affinare le proprie creazioni con l’approccio più fan-friendly possibile. Chiudiamo citando la possibilità di scegliere, ovviamente, il livello di difficoltà a cui affrontare la modalità offline, accompagnato dalla possibilità di tarare il lag del controller (o dei propri riflessi) per una reattività dei comandi quanto più precisa possibile e adatta alle proprie esigenze di giocatore.
Heavy Metal never dies
Un plauso alle musiche di Daisuke Ishiwatari, creatore della serie, che come suo solito accompagna l’intera esperienza di gioco con un Heavy/Power Metal veloce e ricco di armonie: tra rimaneggiamenti e musiche originali, possiamo garantirvi che la colonna sonora di Guilty Gear Xrd Revelator 2 farà rizzare le orecchie a ben più di un headbanger.
Applausi a scena aperta anche per il comparto tecnico, che fonde alla perfezione lo stile 2D dei primi picchiaduro con il particolare Cell Shading creato da Arc System già ai tempi del Dreamcast e della Playstation 2, il tutto tenuto insieme da un Unreal Engine 3 che quando si tratta di Guilty Gear pare tutto fuorché datato. Volendo fare i pignoli, bisognerebbe segnalare una cura non proprio maniacale (come a questo punto ci si aspetterebbe) per alcuni scenari leggermente poveri di dettaglio, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dell’acqua. È vero però che l’enfasi è decisamente posta sui personaggi, che con l’hud e le barre delle mosse speciali occupano la quasi totalità della superficie disponibile sullo schermo: il travolgente carisma di questi, sommato a delle animazioni che fanno anche delle mosse più semplici l’antitesi della morigeratezza, fanno passare in secondo piano quanto c’è sullo sfondo focalizzando l’attenzione sulla concitazione degli scontri.
Arcade, veloce, esagerato, colorato, metallaro, arrogante e dannatamente divertente: Guilty Gear Xrd Rev 2 è sostanzialmente la versione riveduta e corretta di Guilty Gear Xrd Revelator, con l’aggiunta dei due personaggi di Baiken e Answer (con ques’ultimo che appare per la prima volta in questo capitolo) e una modalità storia che, se da una parte aggiunge carne al fuoco del già complesso universo di Guilty Gear, dall’altra impone di poggiare il pad e godersi una via di mezzo tra un anime e una graphic novel abbandonando temporaneamente il combattimento. Quest’ultimo resta comunque il fulcro dell’esperienza di Guilty Gear Xrd Rev 2, che si rivela un picchiaduro allo stato dell’arte magari non famoso come uno Street Fighter, ma non per questo con meno diritto di essere etichettato come pietra miliare del genere. Coloratissimo e tecnicamente vicino alla perfezione, è il culmine dell’esasperato lavoro di perfezionamento a cui anno dopo anno Arc System si dedica per migliorare ogni più microscopico dettaglio di questo piccolo grande capolavoro.
Pro
- Veloce, tecnico e profondo come sempre
- Splendido connubio grafico tra passato e presente
- Fruibile sia per neofiti che per gli smanettoni
- La trama più complessa che ci sia in un picchiaduro...
Contro
- ...che rischia di annoiare i più
- È difficile cercare (e trovare) avversari online del proprio livello
- I controlli necessitano di pazienza per dare soddisfazione