Guardiani della Galassia: The Telltale Series – Recensione
Don’t Stop Believin segna la fine della prima stagione della serie Telltale dedicata al supergruppo di casa Marvel, i Guardiani della Galassia. Nell’arco di cinque episodi Starlord e i suoi fidati compagni si misurano contro l’impero Kree e un potentissimo manufatto che, sin dal primo episodio, mostra le sue potenzialità. La carne al fuoco è molta e i ragazzi di Telltale hanno provato a mescolare bene gli ingredienti, cercando di portare al proprio pubblico un’opera originale ma che non si distacchi troppo dallo stile scanzonato, umoristico ma anche emozionale tipico dei supereroi di casa Marvel.
Stalle, stelle, stalle, stelle
Come introdotto già in precedenza e durante la recensione del primo episodio, i Guardiani della Galassia, dopo aver fronteggiato e sconfitto Thanos, entrano in possesso dell’Eternity Forge: un artefatto dai poteri incommensurabili che potrebbero portare in rovina l’intero universo, se questo cadesse nelle mani sbagliate.
Il dubbio nasce subito in ognuno di loro: usarlo a fin di bene o distruggerlo ed eliminare per sempre la potenziale minaccia? Ognuno dei componenti del gruppo avrà una chiara idea di cosa farne e toccherà a noi, nei panni di Starlord, prendere la decisione fatale Tuttavia non sarà soltanto il dilemma a creare problemi ai Guardiani, ma anche una fazione Kree guidata dall’Accusatore Hala, mossa a dare la caccia all’Eternity Forge da motivazioni tanto egoistiche quanto forti. Oltre ai dilemmi e agli avversari che minacciano la sicurezza del cosmo, Starlord dovrà fare i conti anche con le fratture che si creeranno all’interno del gruppo, dove ognuno dei suoi componenti, combatterà coi fantasmi e i legami del proprio passato.
È inutile puntualizzarlo ma, ad ogni nostra scelta, corrisponderanno determinati eventi: soprattutto in questa saga, nell’infografica del capitolo finale, si comprende quanto possa essere varia la trama tessuta da Telltale. I 25 bivi decisionali principali, cinque in ogni capitolo, determineranno vari (molti) finali alternativi, seppur qualche elemento di fondo rimarrà immutato.
The whole Galaxy and Knowhere
Il viaggio cosmico in compagnia dei Guardiani è ricco di sali e scendi. I semi gettati col primo episodio sembrano promettere abbastanza bene, con tanto di colpi di scena da non sottovalutare. La realizzazione degli episodi successivi tuttavia va in calo, non riuscendo a catturare sempre come si deve lo spettatore giocante: i momenti più toccanti ed emozionanti infatti saranno quelli dei flashback dedicati ai vari componenti del gruppo, finendo invece per perdere poi di tono quando si torna nel “presente”.
C’è da dire tuttavia che la caratterizzazione dei personaggi e il loro tipico senso dell’umorismo non vengono mai meno: anche nei momenti di calo i nostri eroi riusciranno comunque a strapparci una risata. Insomma l’atmosfera dell’opera originale non viene mai tradita. Quello che viene meno sono infatti i ritmi: calanti negli episodi di mezzo e forse un po’ troppo affrettati nell’ultimo episodio. In base agli avvenimenti di Who Needs You (il penultimo capitolo), vi sono situazioni che vengono risolte troppo in fretta prendendo in considerazione le motivazioni che vi stanno dietro. Si cerca di risolvere tutto in una corsa che necessita di esser fatta a causa dei tempi di gioco e non narrativi.
È da apprezzare però il ruolo di Starlord, di cui vestiremo spesso i panni: tormentato dalle visioni che coinvolgono la madre, leader che si cimenta in strenua lotta per tenere unito il suo gruppo, la sua nuova famiglia e che, nonostante le fratture createsi, non perde mai la speranza. Tutti i personaggi, dal primo all’ultimo, non perdono mai di coerenza e restano fedeli al loro archetipo originale. A perdere invece di spessore è Hala, il villain principale: nonostante una piccola scena commovente sul finale, la comandante Kree è un personaggio che non viene mai approfondito a dovere, nonostante ci siano degli spunti interessanti. A rimarcare ciò è anche lo scontro finale: dopo una bellissima introduzione da parte dei Guardiani, il combattimento si rivela essere abbastanza scialbo e privo di pathos. Dopo questo momento di calo, tuttavia, l’altalena di emozioni riprende: toccanti incontri e scena dopo i titoli di coda in pieno stile Marvel, con spunti interessanti per una nuova stagione.
In fin dei conti, l’unico tassello mancante di questa serie è stato proprio la continuità e il “su e giù” emozionale del finale ne costituisce il perfetto esempio: ciò non ne rovina la godibilità ma costituisce comunque un peccato in quanto si sarebbe potuto dare molto di più.
Nello spazio tutti possono sentirti cantare
Uno dei perni del supergruppo galattico è sicuramente la passione del loro leader per la musica americana anni 80. Nella serie ritroviamo molti dei brani appartenenti a quel periodo, in pieno stile rock/funk di cui Starlord è tanto appassionato. Anche qui la musica riveste un ruolo abbastanza centrale, in quanto mezzo che lega Peter alla madre Meredith: finiremo anche noi per farci trasportare dalla musica e innamorarci dei brani che compongono la colonna sonora di questa serie. Comparto audio/musicale promosso a pieni voti.
La prima stagione di Guardians of the Galaxy di Telltale è un titolo godibile e divertente: le gag fra Starlord, Rocket, Drax, Gamora e Groot strappano sempre una risata e non mancano i momenti d’azione, così come quelli toccanti ed emozionali. A far calare però l’asticella sono i ritmi narrativi lenti a metà dell’opera e accelerati al massimo verso la sua conclusione: un’altalena a livello scritturale che, se non presente, avrebbe potuto dar vita ad una delle serie migliori che Telltale abbia sfornato fino ad oggi. Non resta quindi che giocarla con qualche piccola riserva ma sperando che nella seconda stagione, suggerita da una piccola scenetta, si possano raggiungere vette molto più alte.
Pro
- Canoni dei personaggi rispettati in pieno
- Musiche azzeccatissime
Contro
- Ritmi non omogenei
- Scrittura a tratti calante