Gray Dawn RECENSIONE | Coraggioso e intrigante
Ecco un incipit degno di nota per il nostro Gray Dawn RECENSIONE: in questo clima natalizio che mescola sacro e profano (o sarebbe meglio dire sacro e consumismo), fa la sua comparsa sulle console Microsoft quel Gray Dawn uscito ben 5 anni fa su PC. Non andremo quindi a scoprire un titolo nuovo in questa recensione ma semplicemente la sua versione Xbox Series X|S.
Ammetto che nel 2018, nonostante la mia passione per le avventure punta e clicca e per certi walking simulator, non ho assolutamente notato Gray Dawn. Un “Religious Horror Game” in prima persona come viene definito dai suoi stessi creatori, i rumeni Interactive Stone, realizzato con l’evergreen Unreal Engine 4.
Insomma, nell’anno in cui L’esorcista, capolavoro del cinema horror diretto da William Friedkin, festeggia 50 anni dalla sua uscita, quale occasione migliore per approcciare un titolo come Gray Dawn? L’uscita natalizia poi, dal 22 Dicembre è disponibile sullo store Microsoft, è senza dubbio azzeccata, come scopriremo a breve.
Gray Dawn RECENSIONE | Silent Night Holy Night
Vigilia di Natale del 1910, Padre Abraham è accusato dell’omicidio di David, giovane chierichetto della parrocchia, ed è intento a riordinare le idee dopo un presunto esorcismo non andato a buon fine. Pare che, in realtà, il giovane sia fuggito, facendo ricadere tutte le accuse sull’uomo di chiesa. Sarà davvero così?
Parte dunque una ricerca tra realtà, visioni e incubi in un viaggio all’interno dei recessi della mente di Padre Abraham per ricostruire la verità e scoprire qual è stata la sorte del giovane David. Anche l’uomo più timorato può vedere la sua fede vacillare se solo e messo alle strette.
Più o meno è questo il concetto ultimo di Gray Dawn, ma c’è dell’altro. Nell’opera di Interactive Stone ci sono diversi momenti toccanti e colpi di scena che confezionano una storia intrigante ma che non riesce a raggiungere picchi narrativi già apprezzati in opere analoghe.
Nonostante non si abbia di fronte a un capolavoro, voglio subito specificarlo, l’originalità del prodotto merita senza dubbio uno sguardo e un’opportunità, se non altro per la dovizia con cui è stata rappresentata la Chiesa ortodossa romena nel suo simbolismo e aspetto visivo all’interno del gioco.
Un videogioco invecchiato male
Non voglio essere frainteso e so bene che 5 anni non siano poi tanti, seppur in ambito videoludico possano rappresentare un’era, ma dal 2018 al 2023 Gray Dawn è invecchiato male, mostrando tutto il grigiore che dal simbolismo del suo titolo va a palesarsi di fronte ai possessori di una console moderna.
Non si direbbe, infatti, che Interactive Stone abbia rimaneggiato il suo titolo per l’uscita su console, proponendo quindi lo stesso medesimo prodotto già disponibile da tempo su Steam. Gli anni si sentono e, soprattutto, si vedono con cali di frame rate e texture che si presentano, in alcuni frangenti, tutt’altro che raffinate.
Sul fronte gameplay non c’è tanto da dire, siamo di fronte a un’avventura story-driven in cui risolvere semplici rompicapo e scoprire i dettagli della trama. C’è anche un tentativo di originalità con l’inserimento di un particolare oggetto che riesce a mutare la realtà e che, in maniera ponderata, sblocca quindi percorsi prima inaccessibili.
Ma per dirla tutta, e per quanto gli enigmi siano presenti in buon numero con tanto di collezionabili (integrati per ottenere una conclusione della storia al 100%), non c’è nulla di così ispirato da restituire una grande soddisfazione all’agognata risoluzione o sblocco del percorso.
I rompicapo stuzzicano la logica e sono seguiti da cutscenes più o meno memorabili ed evocative che però non riescono a suscitare quel genuino stupore tipico di quando i pezzi vengono messi al loro posto. Mi è capitato con altri giochi, ad esempio What Remains of Edith Finch (consigliatissimo), ma non qui.
Gray Dawn è un viaggio che non lascia indifferenti
Le tematiche di Gray Dawn, nella ricerca della verità che porta Padre Abraham a varcare il confine della fede per esplorare territori tutt’altro che cristiani, sono interessanti, profonde e, come già detto, originali. Situazioni evocative e che non lasciano indifferenti ma decisamente non horror.
Ecco dunque che l’affermazione Religious Horror Game risulta tutt’altro che fuorviante. Certo, ho trovato alcune situazioni “disturbanti” ma, per chi bazzica un minimo nel suddetto genere, etichettabili come normale amministrazione. Dunque, nonostante il tema dell’esorcismo, dell’assassinio e della morte in generale, Gray Dawn non è un titolo propriamente horror.
La durata della vicenda, come si confà al genere, è di una manciata di ore ma diventa rigiocabile per via dei due canonici epiloghi: finale buono e finale cattivo (lo so, in italiano non rende benissimo). Per il resto difficilmente ci sarà occasione per riprendere in mano il gioco.
Il titolo è completamente in lingua inglese e manca di una localizzazione, almeno testuale, nel nostro idioma e dunque non è per tutti. Al di là di questo non c’è, purtroppo, un cast inglese in grado di fornire interpretazioni convincenti ai pochi personaggi “parlanti” di Gray Dawn, nonostante una discreta colonna sonora.
In conclusione
Siamo naturalmente di fronte a una produzione indipendente ma, visto il coraggio nel trattare determinate tematiche “tragiche”, si poteva e si doveva fare qualcosa di più con Gray Dawn. A partire dal gameplay in cui flebili spunti di originalità sono sopraffatti da semplicità e banalità.
Quindi da un possibile gioco memorabile siamo giunti al verdetto della versione Xbox Series X|S del lavoro di Interactive Stone: nonostante le premesse iniziali, non riesce nell’intento di portare una storia matura e avvincente da giocare assolutamente sulle nostre console Microsoft.
Il prezzo di Gray Dawn è low budget (19,99 €) ma il mio consiglio è di attendere qualche sconto futuro se siete spinti dalla curiosità e amate il genere, in alternativa un possibile futuro ingresso nel Game Pass potrebbe dare nuova linfa a un titolo che è già vecchio e dimenticato.
Tra bene e male, è meglio scegliere la verità
Pro
- Storia coraggiosa e intrigante
- Il corollario religioso è ben riprodotto
- Due diversi finali
Contro
- La scrittura non raggiunge i picchi sperati
- Visivamente e tecnicamente invecchiato male
- Gameplay e rompicapo fin troppo semplicistici
- Manca una localizzazione italiana