Grand Theft Auto IV – Recensione Grand Theft Auto IV
Niko Bellic figlio di Tommy Vercetti
Dopo Carl Jonson, conosciuto meglio come CJ, figlio della Rockstar a San Andreas, arriva Niko Bellic, a Liberty City, quella stessa Liberty City che avevamo conosciuto nei panni di Toni Cipriani, punta di diamante della famiglia Leone. Dopo aver sfornato tanti titoli facilmente definibili spin off di Grand Theft Auto III, da Vice City a San Andreas, passando per Liberty City, arriva ora il quarto capitolo targato Rockstar Games col suo solito bollino pegi per un gioco consigliato ai maggiorenni a causa della violenza presente nel capolavoro americano: tutto pare rimasto identico al solito, l’adrenalina è sempre la stessa e la violenza altrettanto, ma sappiate che limitarsi a dire "violenza" per questo capitolo riduce l’idea in maniera troppo banale.
Il sogno americano
Cos’è oggi il sogno americano? È l’immagine dell’uomo che vive nel lusso, è l’idea dell’uomo scappato dall’Europa per trovare la fortuna, un lavoro, belle donne, una macchina sportiva e uno sfrenato bel vivere. È proprio questo il sogno americano di Roman, il cugino di Niko, il nostro protagonista, partito dalla Slovenia per trovare l’utopia umana e le sue lettere, cartoline e email parlano chiaro: ha trovato quello che tutti sognano. Niko quindi partirà per solcare l’oceano e raggiungere il lusso che s’è creato il cugino Roman e abbandonare persone come Bulgarian che gli hanno rovinato la vita mettendolo contro la mafia del posto: il problema è che dal cugino troverà solo scarafaggi e persone che vogliono ucciderlo. Debiti fino al collo, un’agenzia di taxi che non ha nemmeno un’insegna e un garage con un solo taxi: questo è il sogno americano che si troverà a vivere Niko che cercherà la scalata sociale cui siamo stati sempre abituati nei giochi Rockstar. Da vagabondo con i jeans a capo della mafia americana. Liberty City aspetta solo voi e col tempo avrete tutto ciò che Roman sognava e predicava nelle sue cartoline.
Il nuovo foglio rosa
Cambiano molte cose in questo quarto capitolo, sia per quanto riguarda l’organizzazione che per quanto riguarda la guida. Se fino a ieri avete guidato in macchina con CJ, Tommy Vercetti e tutti i progenitori di Niko, dimenticate tutto perchè a Liberty City, stavolta, si adotta un nuovo stile di guidare. Da che mondo è mondo per accellerare con una macchina, qualunque sia il videogioco in questione, da un Gran Turismo ad un Bornout, si usava premere il tasto X, o A per il controller dell’Xbox, invece qui dovrete affidare i vostri pedali ai tasti dorsali: quello di sinistra per frenare, un freno tral’altro molto difficile da gestire, molto più realistico quindi, e quello di destra per accellerare, ovviamente con l’ausilio di cambio automatico. Il freno a mano prende il posto dell’accelleratore, con X cambierete la modalità dei fari, dagli abbaglianti agli anabbaglianti, con B punterete la visuale verso il vostro obiettivo o, se non ne avete uno, metterete la retrovisione, e infine con Y salirete e scendere dalla macchina, anche se siete in corsa ovviamente, per una spettacolare caduta dal posto guidatore. A piedi invece la questione rimane la stessa, pressione del tasto A per correre, premendolo ripetutamente invece otterrete degli scatti che vi faranno andare più veloci del solito; con X salterete con lo stesso stile alquanto strano dei vostri predecessori, forse unica pecca di movimento non migliorata, e con B potrete dare a pugni, ma non pensate che sia così facile come in passato.
Polizia, Pugni, Piombo
Un tempo scappare dalla polizia costava una corsa all’impazzata con la propria macchina dal volante magico oppure ricorrere al riverniciatore di fiducia che con soli 100$ vi liberava dalla galera: stavolta non avremmo un volante che sterza come se fosse guidata dal pensiero e trovare un riverniciatore non sarà facile. Sulla mappa, che comparirà in basso a sinistra con molte caratteristiche che più avanti analizzeremo, comparirà, quando andrete ad infastidire la polizia urtandola con la macchina o commettendo un misfatto punibile con la galera, un cerchio luminoso che si alternerà tra bianco, rosso e blu come colore: per fuggire, quindi, dovrete "semplicemente" allontanarvi da quel cerchio, starvene buoni per qualche secondo e le famigerate stelle ricercato, che saranno come sempre in alto a destra, spariranno tornando grigie come se niente fosse accaduto. Parlando poi del radar, o mappa, a seconda di come la vogliate definire, ci troveremo dinanzi ad un sofisticato sistema di organizzazione: intorno al cerchio del radar ci sarà una striscia verde che rappresenta la vostra salute che, ovviamente, una volta azzerata vi condurrà all’ospedale più vicino, privandovi delle armi e di alcuni soldi per la parcella medica. La vostra immagine sarà raffigurata da una freccetta bianca che rivolgerà la punta a seconda di dove rivolgete il vostro sguardo: gli obiettivi saranno dei cerchi di vario colore, a seconda di cosa rappresentano, e potrete scegliere se usare un percorso consigliato oppure arrivarci da soli: comparirà, infatti, una linea colorata dello stesso colore dell’obiettivo che vi condurrà tramite la strada più giusta, ovvero senza infrangere la legge, a destinazione. Dubito però voi abbiate comprato GTA IV per rispettare la legge. Obiettivo verde quando potrete raccogliere un obiettivo, col tasto dorsale sinistro, blu quando dovete difendere qualcuno, e il primo obiettivo blu vedrà la lotta tra Niko e due malviventi che vi insegneranno a fare a pugni: ci sono tre modi per colpire senza armi, e uno solo con le armi. Col tasto A vi difenderete, o schiverete il colpo per contrattaccare subito tramite B, pugno diretto, e Y, combo di pugni mischiati ad una testata finale che catapulta il nemico a terra; con X infine darete a calci, tutto ovviamente dopo aver agganciato automaticamente l’obiettivo tramite il tasto dorsale sinistro, lo stesso che vi fa raccogliere gli oggetti. Invece con un’arma equipaggiata, da scegliere scorrendo le frecce direzionali, potrete solo sparare dopo esservi, se volete, nascosti dietro un muro in modalità stealth. L’energia del nemico sarà formata da un cerchio rosso intorno all’obiettivo selezionato e dopo qualche colpo iniziale la vedrete diminuire e cadere insieme al possessore che si accascerà a terra morente in attesa del colpo di grazia.
Cosa c’è da fare a Liberty City?
Tante, davvero tante cose, dal fare corse clandestine in macchina o in moto, al mangiare nei bar, all’andare in alcuni locali per spettacoli degni della vostra persona, fino a comprare vestiti nuovi nei negozi da voi scelti che avranno l’onore e l’onere di vestirvi. Potete anche, già dall’inizio del gioco, avere una ragazza. La seconda missione al servizio di vostro cugino vi farà conoscere Michelle, una ragazza che non perderà tempo a darvi il suo numero e ad aspettarvi per una chiamata: quando la porterete fuori la potrete sfidare a bowling, e scoprirete come passare tempo nella città della libertà, giocando anche a biliardo, a poker e a quant’altro vi pare e piace e che raramente potete fare nella realtà. D’altra parte, poi, il tempo c’è e la durata di una giornata è stata raddoppiata rispetto a quella dei predecessori Rockstar. Premendo poi la freccia direzionale verso l’alto accederete al cellulare, donatovi da Roman e ora di vostra proprietà: agenda, messaggi, rubrica e modalità multiplayer. Riceverete spesso delle telefonate che potrete accettare, tasto A, e rifiutare, tasto B, e se la telefonata vi sta annoiando potete anche chiudere il telefono in faccia al vostro interlocutore: subitene le conseguenze però. Mentre siete in macchina poi con le frecce di sinistra e destra, che a piedi vi fanno cambiare arma, cambierete stazione radio, sempre basata su canzoni hip pop e rap. Insomma, avete l’imbarazzo della scelta, e state certi che Liberty City non vi stancherà per niente, a meno che non abbiate fatto troppe amicizie e vi dovrete fare in quattro, come si suol dire, per mantenerle tutte: infatti, prendendo spunto dai giochi di vita sociale, tra i quali annoveriamento The Sims, tanto per rendere l’idea, Rockstar ci mette dinanzi alla condizione di dover intrattenere rapporti sociali con persone che, a seconda del loro impiego, ci forniranno una mano. Dal venditore d’armi, alla vostra fidanzata, a Roman per i taxi a qualsiasi ora, tutti dovranno essere trattati con rispetto, tutti si aspetteranno una chiamata da parte vostra, un invito ad una cena fuori o ad una partita a biliardo.
La mia faccia slovena
Cos’è che è migliorato tantissimo dai precedenti capitoli? Non è la gestione del personaggio, non è la guida, non è la realistica visione di gioco ma la grafica: le macchine fanno notare subito come ci sia stato un miglioramento impossibile da descrivere a parole, delineando tutte le caratteristiche delle macchine normali, tranne per quanto riguarda la targa che è identica a tutte, con la scritta Liberty City. Ogni danno verrà segnato sulla vostra macchina, se investite qualcuno non lamentatevi se poi rimarranno antiestetiche macchie di sangue rappreso sulla vostra vettura. Tantomeno potrete lagnarvi se vi ritroverete il viso imbrattato di sangue, vostro o altrui, dopo uno scontro: il vostro è un lavoro sporco.
Liberty City, poi, a dirla tutta, non è una città molto pulita e le cartacce per strada saranno all’ordine del giorno: ma ovviamente noi non ce ne faremo un problema visto che è solo l’ennesima nota positiva in una grafica che supera l’incredibile. Parlando poi del sonoro ci ritroviamo dinanzi all’ennesimo GTA ambientato in america, ovviamente, e quindi caratterizzato da quello slang che difficilmente capiremo: per fortuna i dialoghi principali, che non sono le imprecazioni lanciate dai pedoni o le vostre lanciate dalla macchina mentre guidate, sono tutti egregiamente sottotitolati, comprese quelle parole colorite che rendono l’azione ancora più selvaggia. Per parlare di colonna sonora possiamo solo citare la radio della macchina, semplicemente insostenibile per chi non sopporta l’assordante hip pop che la Rockstar ci rifila dai primordi della serie o a delle tracce a noi poco consone: ma per fortuna, in soccorso dei possessori di console Microsoft, verrà la possibilità di personalizzare una stazione radio a piacimento con delle proprie tracce: una cosa che soddisferà anche gli amanti della musica classica che potranno accellerare nella loro macchina sportiva sulle note di un Requiem. Per il resto la città è muta, d’altra parte l’avete mai vista una città che lancia suoni dal cielo?
Parola d’ordine: liber…realismo assoluto
Un tempo le macchine si fermavano quando correvate contro loro, adesso no, e il modo più banale per morire è quello di rimanere schiacciati tra una macchina ferma al semaforo e una che arriva a tutta velocità: le vostre ossa sono vere adesso, non siete più fatti di cartapesta. Quando ruberete le macchine non ci saranno più i soliti banali pupazzi che vi guarderanno inermi, ma persone che lotteranno per tenere il loro mezzo pagato fior di quattrini, e si appenderanno anche al vetro per evitare che scappiate, invano, ovviamente. Se la macchina da rubare sarà chiusa, invece, Niko non si farà problemi a rompere il vetro e a collegare i fili per partire senza che la chiave sia inserita: insomma, benvenuti nella più grande rappresentazione della realtà, l’apogeo che ci si poteva aspettare da GTA IV e dalla Rockstar. Infinito, realistico, instancabile, dalla tecnica infallibile, esente da qualsiasi imperfezione, questo risulta essere il capolavoro della serie e sicuramente un gioco per il quale sicuramente vale la pena spendere dei soldi in più. La pecca sta solo nel fatto che chi non ama il genere non troverà nulla di divertente in GTA e rimarrà solo annoiato dall’ennesima corsa in macchina dopo una sparatoria con degli spacciatori avversari: ma credetemi, son ben poche le persone capaci di stancarsi.