Grand Theft Auto: Chinatown Wars – Recensione Grand Theft Auto: Chinatown Wars
Da Chinatown con furore
Dopo una lunga e onorevole carriera, cominciata dodici anni fa con il primo Grand Theft Auto per PlayStation, la Rockstar fa approdare la mitica serie di GTA anche su console Nintendo, con l’innovativo capitolo Chinatown Wars, che mentre per certi aspetti rappresenta una rivoluzione del marchio, per altri un ritorno alle origini. Vediamo se la nostra Rockstar preferita ha fatto centro ancora una volta.
Ritorno alla città della libertà
Questo nuovo capitolo vede ancora una volta protagonista la Liberty City già vista nel terzo capitolo della saga, in Liberty City Stories e ovviamente nel recente GTA IV, in cui la metropoli si presentava in tutto il suo splendore, con 3 isole piene di vita tutte da esplorare. Pur non conservando un simile vigore, la versione DS ci riporta in quest’ultima ambientazione di LC, completamente riadattata per i limiti della console Nintendo. Il nostro personaggio, Huang Lee, si muoverà infatti in una città completamente tridimensionale, dagli abitanti in cel-shading fino ai veicoli; anche per quanto riguarda l’aspetto dell’esplorazione, Liberty risulta pressoché invariata, a parte per il fatto che l’isola di Alderney rimane inaccessibile per tutto il corso del gioco. Le rimanenti isole, per fortuna, sono state molto arricchite, e nonostante la minor quantità di pedoni, è ora più frequente imbattersi in negozietti, spacciatori (ora molto più importanti, come vedremo fra poco) e missioni extra. Una città già conosciuta, insomma, ma completamente nuova.
Tutti gli uomini della Triade
Il gioco vede protagonista Huang Lee, volto nuovo alla serie di GTA: si tratta di un giovanotto venticinquenne di origine asiatiche, nato a Liberty ma di ritorno dalla Cina, dove suo padre, un boss mafioso molto rispettato, ha da poco tirato le cuoia, lasciandogli in eredità una spada tramandata per tradizione da una generazione all’altra nella famiglia Lee (anche se in realtà questa tradizione è cominciata quando il padre di Huang ha vinto Yu Jiang, questo il nome della spada, in un torneo di carte). Huang deve portare questa spada a suo zio Wu, altro boss mafioso (ma stavolta di Liberty City) che vuole farne dono a un gangster più in alto di lui per ingraziarselo, ma all’arrivo all’aeroporto il protagonista viene rapito da dei sicari sconosciuti che, credendolo morto per via di una ferita alla testa, lo scaricano nel fiume scappando con la spada. Senza un soldo, senza la Yu Jiang e bagnato fino all’osso, il ragazzo dovrà cominciare a lavorare per suo zio Wu e altri loschi figuri per farsi un nome nel mondo della malavita, il tutto mentre cerca di recuperare la spada e scoprire l’identità dei sicari che volevano la sua pelle. Questa trama, non proprio originalissima, fa da sfondo alla vostra nuova avventura a Liberty: come di consueto, durante il gioco il cast di personaggi si arricchirà di figuri di ogni tipo ed estrazione sociale, che contribuiscono a rendere la vita difficile al povero Huang, abituato da sempre a essere servito e riverito, oltre ad aumentare il fascino generale del gioco.
Spacciare droga non è mai stato così divertente
Il gameplay di Chinatown Wars è certamente la più grande differenza con i recenti esponenti della serie: invece di un gioco con visuale in terza persona, infatti, vi troverete davanti un’angolazione a volo d’uccello nello stile dei primi due GTA. Questo ovviamente porta a un cambiamento radicale nella giocabilità del titolo: dove prima avevamo sistemi di puntamento e di copertura oltre alla possibilità di spostarci anche verticalmente, qui abbiamo a che fare con sparatorie poco elaborate e sessioni di esplorazione esclusivamente "piatte". Non per questo il gioco risulta meno divertente, anzi, una volta abituatisi al nuovo gameplay, il tutto risulterà istintivo e immediato, oltre che veramente divertente. Le novità, in ogni caso, non mancano: per la prima volta nella storia della serie, ad esempio, è possibile intraprendere un minigioco di spaccio, che vi vedrà impegnati a spostarvi da un capo all’altra della città nel tentativo di rintracciare gli spacciatori che vendono stupefacenti a prezzi scontati, per poi partire alla ricerca di quelli che stanno cercando proprio il tipo di droga da voi appena acquistato. Nonostante il rischio di retate della polizia e il tedio di dover ogni volta rintracciare gli spacciatori, il tutto è facilitato da un applicazione del PDA, altra importante aggiunta: si tratta in pratica di un computer portatile che fra le altre cose contiene statistiche di gioco, possibilità di ordinare armi online e, come menzionato, l’opportunità di tenere d’occhio le zone di scambio della droga; uno strumento agile e utile che consulterete spesso nel corso del gioco. Anche il GPS è stato modificato per adattarsi alle caratteristiche del DS: un semplice tocco sullo schermo tattile della console e avrete davanti la mappa della città. Una volta trovata la vostra destinazione basterà toccare due volte il punto d’interesse per vedere apparire sulla minimappa un percorso luminoso, che può essere seguito a piedi, in macchina o in taxi (che funzionano come in GTA IV). Il fatto che la mappa sia stata piazzata sul touch screen non si rivela comunque una scelta azzeccatissima, in quanto è un po’ scomodo spostare lo sguardo su e giù durante un inseguimento stradale; questo piccolo fastidio non pregiudica comunque in modo pesante il gameplay. Anche la gestione delle armi è stata affidata allo schermo inferiore: non bisogna più scorrere l’arsenale per trovare il lanciarazzi, ma basta toccare l’icona dell’arma corrente e il gioco si metterà in pausa, permettendovi di selezionare con calma lo strumento che cercate. Al touch screen sono anche affidati i minigiochi, che variano molto e possono consistere nello spostare sacchi della spazzatura in un cassonetto per trovare armi nascoste; smontare il cruscotto di una macchina per poi farla partire collegando dei fili; disarmare delle bombe trovando il filo con il voltaggio più alto per poi tagliarlo; connettere il PDA all’antifurto di una macchina per poi inserire una combinazione che lo disattiva; montare delle armi e molti altri ancora. Non si può certo dire che Rockstar abbia dimenticato su quale console stessero lavorando. Un plauso.
Il gioco vede un ritorno della visuale a volo d’uccello che contraddistingueva i primi due capitoli
Poligoni made in china
La grafica di questo gioco è certamente quanto di meglio si sia visto su DS; Chinatown Wars è infatti completamente in 3D. I cittadini di Liberty City e i veicoli, tuttavia, sono in cel-shading, e sebbene non si possa dire che le persone siano piene di dettagli, bisogna spezzare una lancia a favore dei mezzi di trasporto, che mantengono la varietà dei capitoli precedenti. Anche gli effetti speciali sono decenti: lanciate delle bombe e non vedrete scoppiettii, ma vere e proprio esplosioni seguite da una buona dose di letali fiamme. Anche gli spari delle armi da fuoco sono stati modificati per essere più visibili, lasciando una scia arancione dietro di essi. Non ci sono filmati: le introduzioni alle missioni sono delle slideshow, e occasionalmente degli eventi scriptati, il che comunque non guasta l’esperienza generale.
Melodie orientali
Anche sul fronte sonoro niente da contestare: ottimi gli effetti sonori, ancora meglio le musiche, evocative e varie. Non è tutto rosa e fiori, comunque: probabilmente per non sforare dai limiti di una cartuccia DS, il doppiaggio è assente (fatta eccezione per alcune frasi lanciate occasionalmente dai passanti) e le stazioni radio sono decisamente poche, oltre a trasmettere non canzoni, ma semplicemente melodie senza parole. Una funzione benvenuta è certamente quella del lettore MP3, che consente di ascoltare la radio anche quando si è a piedi.
Comprare o contrabbandare? Questo è il dilemma
GTA: Chinatown Wars si rivela, nonostante pochi e irrilevanti difetti, un’esperienza da provare, sia per chi non ha mai giocato la serie sia (a maggior ragione) per i suoi fans più hardcore. Si tratta di un gioco vasto, che vi terrà impegnati per ore grazie alla grande quantità di missioni o semplicemente alla voglia di esplorare Liberty City. Una pietra miliare, e un must have per chiunque possieda un DS.