Gran Turismo 4 – Recensione Gran Turismo 4
Quattro anni dopo…
Nell’aprile del 1998, la SCEE distribuiva in Europa il primo Gran Turismo per PSX. In un periodo in cui le simulazioni di guida che tenevano banco sul mercato erano incentrate sulla F1, sul rally e sui campionati ufficiali, quale idea poteva essere più innovativa di un gioco in cui, partendo dal basso e con un budget ristretto, bisogna prendere le patenti, comprare, truccare e mettere in pista auto sempre più potenti per vincere gare di leghe sempre più difficili, fino ad arrivare al successo? Un’idea così innovativa non poteva che riscuotere il favore del pubblico, ed infatti Gran Turismo, che sarà destinato a fare la storia della Play Station, si rivelò un grande successo. Più tardi, venne immesso sul mercato anche un secondo capitolo, Gran Turismo 2, che pur non discostandosi di parecchio dal primo per quanto riguarda grafica e gameplay, venne ampiamente arricchito con nuove macchine, in particolare con l’introduzione di quelle europee, nuovi tipi di gare (ad esempio le gare da rally), nuovi tracciati, e molto altro ancora.
Più tardi, il simulatore farà finalmente la sua comparsa sulla nuova PS2. Fece così il suo dirompente ingresso sul mercato il nuovo Gran Turismo 3 che, grazie alla potenza del nuovo hardware, fu un notevole passo avanti dal punto di vista tecnico e del gameplay, diventando una simulazione sempre più realistica. Dopo il successo riscosso da GT3, ci sono voluti ben quattro anni per vedere un nuovo seguito di questo leggendario simulatore di guida, che ha fatto la storia delle console Sony.
Gli appassionati, che di certo non possono essersi ritenuti soddisfatti dal noto Prologo, che è solo un assaggio di quello che sarà il vero gioco, possono finalmente sfogare la propria voglia di guida repressa con il nuovo Gran Turismo 4, che chissà quali nuove sorprese riserverà ai giocatori.
Il lavoro su questo nuovo capitolo è durato quattro anni, un periodo di lavoro intenso da parte della Polyphony Digital, che ha fatto di tutto per dare vita ad un gioco ottimo. Gli sforzi compiuti dai programmatori si vedono fin da subito: l’hardware Sony viene sfruttato al massimo del suo potenziale per una cura dei dettagli eccellente, superiore rispetto al precedente capitolo.
Ma ci troviamo veramente di fronte ad un simulatore di guida perfetto sotto ogni punto di vista? Scopriamolo, cominciando subito a vedere come si presenta GT4 e in che modo è stato migliorato.
Pronti, partenzia, via!
Come negli altri capitoli, le modalità di gioco di GT4 sono due: quella principale, “Gran Turismo”, e quella secondaria, “Arcade”, che in sostanza è solo un piccolo assaggio di quello che vedremo nella modalità principale. In essa è possibile effettuare gare singole, scegliendo le automobili disponibili e il tracciato sul quale correre. Oltre al comune multiplayer, da sempre presente nell’Arcade, è stata aggiunta la possibilità di gareggiare online con altri giocatori connettendosi via Lan.
La schermata principale della modalità GT è una mappa cittadina, sulla quale sono presenti i differenti collegamenti a cui è possibile accedere (garage, concessionari, gare, centro patenti, e così via…). La prima cosa da fare è iniziare subito a prendere le prime patenti e comprare una macchina per cominciare a partecipare alle prime gare. Partiremo con la modica somma di 10.000 crediti, che dovrà essere usata con diligenza per scegliere una prima macchina che possa assicurarci un buon inizio. Tuttavia, è possibile moltiplicare la somma di partenza grazie ad una novità, che forse farà piacere a molti, che consiste nella possibilità di caricare i dati di GT3 e del Prologo di GT4, in modo da ottenere rispettivamente 100.000 crediti in aggiunta a quelli iniziali, più le patenti A e B. Così facendo, si comincia già bene avviati, con le prime due patenti già acquisite e con un budget abnorme per trovarci solo all’inizio del gioco. Comunque sia, è sicuramente più gratificante partire da zero, farsi strada con delle possibilità finanziarie ridotte e cominciare man mano la scalata, in modo anche da riuscire ad assaporare in pieno il vero gusto di questo gioco. Per quanto riguarda le patenti, questa volta le licenze da acquisire sono cinque:
1) B Nazionale
2) A Nazionale
3) B Internazionale
4) A Internazionale
5) Speciale
La piacevole novità è che la difficoltà per acquisirle è notevolmente aumentata rispetto all’ultimo capitolo.
Grazie ad oltre 700 vetture, tra cui sono presenti auto leggendarie aggiunte esclusivamente nella versione PAL (rimarrete sorpresi per la bellezza di certi modelli!), a più di 50 tracciati, alcuni inventati altri reali, riprodotti con una cura del dettaglio a dir poco straordinaria, e ad oltre 500 eventi da completare (ben più di quanti ce n’erano in GT3), la longevità del titolo è sicuramente maggiore rispetto a quella del suo predecessore. Le gare sono svariate e raggruppate in diverse leghe; si comincia con gli eventi appartenenti al livello principiante, per poi passare ai livelli professionista ed infine esperto, senza dimenticarci degli eventi dedicati esclusivamente alle vetture europee, giapponesi e americane; e così via…
Cosa c’è di nuovo?
Come già abbiamo accennato, GT4 è forte di alcune aggiunte interessanti, non presenti nelle precedenti versioni. La novità di maggior spessore è senza dubbio la modalità manageriale “B-SPEC”, in cui non siamo noi a gareggiare, ma dobbiamo limitarci a dare delle indicazioni al nostro pilota CPU, riguardo i sorpassi e più in generale circa l’atteggiamento da tenere in pista, con la possibilità di scegliere tra cinque differenti assetti, che vanno dalla guida più prudente a quella più spregiudicata. Si può giocare in questa modalità in qualsiasi gara, scegliendo, prima della partenza, tra la modalità principale “A-Spec”, ossia quella tradizionale dove siamo noi a guidare, e, appunto, quella manageriale “B-Spec”. Va sottolineato che è possibile alternarle anche durante la gara, ad ogni sosta ai box, in cui si può passare dall’una all’altra modalità. Questa aggiunta risulta essere particolarmente utile nelle gare più noiose, ad esempio quelle molto lunghe oppure le ultime corse di un campionato ormai vinto matematicamente. Così, se non abbiamo voglia di cimentarci in situazioni simili, la modalità “B-SPEC” si rivelerà un valido diversivo, anche se non sarà mai abbastanza divertente: dopotutto in un simulatore come questo stare a guardare il computer che guida per noi non è proprio il massimo…
Le modifiche che è possibile apportare alle macchine sono le stesse, con la possibilità però di installare due nuovi elementi: gli alettoni e il NOS.
Va inoltre menzionata l’introduzione di un sistema di un particolare sistema di punteggio, incentrato sugli “A-Spec” e “B-Spec” Points. Ogni gara ha un determinato punteggio, che varia a seconda della differenza di potenza che c’è tra la nostra auto e quella degli avversari. Così, se le auto avversarie sono nettamente superiori, in caso di una nostra vittoria ci verranno assegnati un bel po’ di punti; viceversa, se non c’è paragone tra la nostra auto e quella degli avversari, andremo ad ottenere un punteggio molto basso. Riceveremo punti di abilità “A-Spec” o “B-Spec” a seconda della modalità. Appunto, abilità… I punti che accumuliamo, infatti, non alcuna valenza sull’andamento del gioco, ma servono solamente per “valutare” la nostra abilità di guida, tutto qui.
Un’altra novità interessante è rappresentata dal Photo Mode, ossia la modalità in cui è possibile scattare delle fotografie alle nostre macchine, sia da ferme che in pista. La cosa interessante è che la macchina fotografica non si limita a scattare foto semplici, ma è munita di svariate funzioni, tra cui il bilanciamento del colore bianco, lo zoom, e molto altro ancora… Le foto possono essere salvate sulla memory card oppure su una periferica USB di archiviazione di massa, in modo da poterle trasferire sul proprio PC. L’aggiunta di questa modalità non è stata una scelta fatta a caso, se pensiamo all’eccellente grafica del nuovo GT4, che la rendono una scelta particolarmente azzeccata.
Un’altra sorpresa sono le missioni di guida, che diventano accessibili dopo la conquista della I-B Internazionale. Consistono in prove nelle quali dobbiamo guidare la macchina che ci viene data, con il solo scopo di raggiungere determinati obiettivi che ci vengono indicati prima di partire. Esse possono essere affrontate ovviamente solo con la modalità A-Spec. Al termine della missione, in caso di successo, riceveremo un determinato punteggio A-Spec (generalmente abbastanza alto), più una somma in denaro.
Problemi ereditari
Mentre la struttura del gioco è rimasta in linea di massima la stessa, arricchita però da alcune aggiunte interessanti, sfortunatamente anche la situazione dei cosiddetti “problemi storici”, che il simulatore si porta dietro sin dal primo capitolo per PSX, è rimasta la stessa; purtroppo non sono arrivati i miglioramenti che ci si attendeva. Essi riguardano principalmente tre problemi tuttora irrisolti: collisioni inconsistenti e auto indistruttibili, IA che lascia a desiderare e un livello di difficoltà spesso squilibrato.
Qualcosa è stato fatto per dare un certo tocco di realismo agli incidenti, ma quale risultato così eclatante è possibile raggiungere se le auto non subiscono danni nemmeno negli impatti più brutti? Se questo problema non è mai stato risolto, probabilmente c’è un motivo valido, resta il fatto che una risposta a questo problema sarebbe stata veramente importante in termini di realismo. Come se non bastasse, nulla è stato fatto per eliminare la fastidiosa possibilità di superare una curva “appoggiandosi” comodamente ad una macchina avversaria per usarla proprio come una sponda in un tavolo da biliardo, problema che purtroppo si ripresenta ancora. Per cercare di alleviare il problema, è stata inserita una penalizzazione in secondi che però è un esclusiva di alcuni tipi di gare, e comunque non è un rimedio sufficiente. La stessa tecnica può essere ancora usata, oltre che con le vetture, anche con i muri e le recinzioni, che rappresentano un ancora di salvezza quando facciamo una curva a velocità troppo elevata. Così con il loro ausilio riusciamo a rimetterci in pista senza troppi problemi. Anche se per alcuni la “tecnica della sponda” (chiamiamola così) può non essere un problema degno di nota, la mancata risoluzione di questo problema non farà molto piacere agli amanti della simulazione, che avranno ragione di sentirsi delusi. Dopotutto cosa c’è di meglio che cacciare una curva pulita, gustosa da rivedere nel replay? Ci si aspettava infatti che almeno questo problema venisse risolto, dopotutto non rappresentava certo un’impresa titanica.
Non è messa meglio la situazione dell’intelligenza artificiale, nostro malgrado terribilmente ottusa e che poco è migliorata addirittura rispetto al primo capitolo di GT su PSX. Anche qui, infatti, gli avversari, terribilmente statici, continueranno a seguire a testa bassa la traiettoria anche a costo di andare a sbattere contro le altre macchine che si trovano sulla loro stessa scia. Detto questo, possiamo dire che la penalità in secondi, presente in alcune gare, si rivela un arma a doppio taglio in certe situazioni: proprio perché gli avversari faranno di tutto per seguire la traiettoria, non si fanno problemi a cercare il contatto. Così, anche se farete un sorpasso in curva pulitissimo e spettacolare, verrete irrimediabilmente colpiti e la conseguenza è che la penalità in secondi graverà su di noi nonostante abbiamo guidato onestamente, mentre le auto CPU resteranno sempre impunite. Si può dunque dedurre che l’aggiunta di questa penalità non ha migliorato le cose, anzi.
Passiamo infine al problema del livello di difficoltà: purtroppo, anche qui nulla è stato fatto per stimolare la competizione. Basta infatti truccare all’osso il proprio bolide per dare distacchi anche superiori ai 20 secondi al secondo classificato, e per vincere senza difficoltà alcuna diversi eventi sempre con la stessa auto ben modificata. Come se non bastasse, è ancora possibile tagliare la strada passando per i prati rimanendo impuniti, un vero peccato.
PS2 al 100%
Non c’è dubbio che sono stati quattro anni di lavoro intenso in casa Polyphony, a cui va fatto un plauso per aver dato vita ad un gioco perfetto dal punto di vista tecnico. GT4 sfrutta al massimo le potenzialità dell’hardware, tanto che può contare su una grafica eccezionale, mai vista su PS2. Tutto si presenta in maniera limpida e perfetta, a partire dalle macchine, con modelli fedelmente riprodotti, fino ad arrivare ai 50 circuiti, alcuni originali e altri reali, come ad esempio “Laguna Seca”, identici a come si presentano in realtà. I veicoli sembrano essere di vero metallo, perfettamente contornati dagli elementi ambientali perfettamente curati, come ad esempio la luce del sole che si riflette sulla luccicante carrozzeria delle automobili e sulle piste, che sembrano quasi strade vere. Parlando sempre del paesaggio, molto suggestive le piste all’ora del tramonto, con un sole arancione all’orizzonte che si riflette sulla nostra macchina e sulla strada… E’ difficile spiegare a parole l’impressionante lavoro che è stato fatto sull’intero comparto grafico, per cui l’unico consiglio è quello di giocare e di ammirare in prima persona una grafica che difficilmente si vede sulla PS2. Un lavoro magnifico insomma, ancora di più se consideriamo che l’hardware Sony comincia a sentire il peso della vecchiaia ormai.
Migliorato nel complesso anche il gameplay, tanto che possiamo finalmente dire di trovarci di fronte ad una simulazione di guida impeccabile. Naturalmente anche questo è un aspetto da provare direttamente, per rendersi effettivamente conto del salto di qualità che c’è stato anche sotto questo punto di vista.
Tanto di cappello anche al sonoro, sia per i suoni ambientali, che in GT4 sono stati migliorati e resi più realistici, sia per le musiche di sottofondo che si adattano a seconda del veicolo che stiamo guidando. Tanto per fare un esempio, quando saremo alla guida di una vettura d’epoca, la musica di sottofondo sarà un pezzo di musica classica, decisamente più adatta alla situazione.
Quasi un capolavoro
Gran Turismo si riconferma probabilmente il miglior simulatore di guida attualmente presente sul mercato. Lavoro come sempre pregevole dal punto di vista tecnico, con un comparto grafico impressionante che gira a sessanta frame al secondo e con un sonoro nettamente migliorato. Un lavoro intenso che ha dato vita ad un gioco che spreme come un arancia l’hardware Sony, spinto fino al limite del suo potenziale.
La struttura di gioco, ormai consolidata, presenta piacevoli aggiunte come la modalità “B-Spec”, le missioni di guida e altro ancora, ma in linea di massima è rimasta sempre la stessa, senza rinnovarsi particolarmente, con la sua bellezza e, purtroppo, anche con i suoi “difetti storici”. L’aggiunta di una modalità online sarebbe stato qualcosa di straordinario, e oltre a garantire un’ondata di freschezza e di innovazione, avrebbe comportato sicuramente un grande vantaggio in termini di longevità.
Migliorato anche il gameplay, tanto che se nei precedenti capitoli non potevamo parlare di una simulazione impeccabile, adesso possiamo dirlo: ci troviamo di fronte ad un simulatore di guida perfettamente realistico, ancora di più se lo si prova con un buon volante per PS2, in modo da provare veramente la sensazione di trovarsi alla guida di un bolide.
Peccato per i già enunciati “difetti storici” che purtroppo permangono anche in GT4. A parte l’eterna questione dei danni, che merita un discorso a parte, non sarebbe stato difficile risolvere almeno i problemi legati all’intelligenza artificiale e alla difficoltà spesso squilibrata.
In sostanza, questi sono gli unici difetti di questo bellissimo simulatore, tutto il resto è perfetto. Ci troviamo indubbiamente di fronte al miglior GT mai realizzato, che se fosse povero dei difetti storici, sarebbe stato indiscutibilmente un capolavoro assoluto.
La Polyphony riuscirà una volta per tutte a eliminare questi difetti? Per avere una risposta certa non ci resta che aspettare l’uscita di Gran Turismo 5.