Good Job! – Recensione
Nell’ultimo Nintendo Direct a sorpresa è stata annunciata una piccola perla, una produzione Paladin Studios edita da Nintendo e da subito disponibile per Nintendo Switch: stiamo parlando di Good Job!, un Puzzle Game indie immediato, ironico, divertente e in grado di dare in fretta una dipendenza smodata.
In questo periodo di quarantena per l’Italia, posta per fronteggiare il COVID-19, in molti si sono ritrovati a casa volenti o dolenti, con tanto tempo libero a disposizione. Incredibilmente per molti si è fatto sentire il rimpianto per il lavoro, per quelle ore della giornata passate a svolgere azioni che normalmente provocherebbero frustrazione e stanchezza ma che, oggi, quasi si rimpiangono specialmente per chi fa un lavoro fisico, manuale, che bene o male tiene impegnati mente e corpo tutto il giorno.
Grazie a Good Job! ritroverete presto le attività che avete abbandonato come pulizie, magazzinaggio, impiantistica, robotica e chi più ne ha più ne metta, ma per fortuna qui troverete un valore aggiunto, inaspettato e incredibilmente soddisfacente: la demenzialità cronica.
Ma andiamo con ordine. La trama di Good Job!, se così si può definire, è davvero basilare: il nostro protagonista è il figlio del gran capo che cerca di fare un po’ di gavetta, scalando i vertici della società paterna dalle basi fino alla cima. Neoassunti presso l’azienda di famiglia cominceremo quindi dalle basi e dai lavori più umili, con la nostra divisa e il nostro badge pronti a svolgere il primo incarico. A descriverlo così sembra quasi un tipico gestionale ma in realtà le cose sono ben diverse: ognuno dei 9 piani dell’azienda riproduce un dato settore tecnico e incarichi specifici.
Dal magazzino agli uffici passando per area relax, robotica e dirigenza, il nostro eroe dovrà svolgere dei compiti specifici per ogni piano al fine di guadagnarsi la promozione per accedere al piano successivo.
Dovrete quindi fare pulizie, spostare pacchi, usare muletto e gru, appendere quadri, collegare Wi-Fi, bagnare le piante e molto altro ancora. A ogni piano corrispondono un dato numero di stanze con un dato incarico specifico da svolgere per ognuna. Entrati nella stanza partirà un breve tutorial che spiega cosa fare; da lì partirà il timer e starà a voi completare l’incarico. Good Job! è però un puzzle game basato sulla fisica, che si potrebbe definire spietata, resa ancora più terrificante dalle goffe movenze del protagonista. Pulire un pavimento con la spazzola rotante sembrerebbe di per sé un compito facile – tanto per fare un esempio – ma se non doserete al millimetro forza e movimento vi ritroverete a cavalcare un elettrodomestico impazzito che distruggerà qualunque cosa sul suo cammino.
Good Job! infatti dà al giocatore la possibilità di distruggere praticamente l’intero livello, fatta eccezione per i muri perimetrali e alcune strutture portanti. Per ottenere il risultato migliore nel completare ogni stage dovrete tenere conto di tre aspetti basilari: il tempo, i danni economici fatti e il numero di oggetti rotti. Facendo molta attenzione otterrete una “A” in ogni categoria ma per passare il livello vi basterà solo svolgere l’incarico, senza per forza farlo bene. Immediata è la voglia quindi di sparare il proiettore – posto all’altro capo del piano – che ci è stato chiesto di sostituire in sala conferenza usando un cavo elettrico come fionda e facendogli attraversare di prepotenza quattro pareti e svariati oggetti per poi collegarlo con calma e serenità alla corrente e lasciare il livello con aria soddisfatta.
In men che non si dica ci si ritrova a svolgere una varietà di compiti nelle maniere più assurde, cercando prima di farlo con calma per poi finire inesorabilmente a devastare tutto. Questa componentistica di distruttività unita a un gameplay che ci vede sempre svolgere compiti strampalati nelle maniere più assurde dona a Good Job! quel valore aggiunto che crea una dipendenza quasi palpabile. Ogni livello ti spinge al successivo in una danza distruttiva, ignorante e demenziale che affascina e tiene incollati allo schermo.
La grafica e il sonoro si adattano al genere e al contesto, in uno stile minimale e colorato che cattura l’attenzione e che spesso viene usato nei physical puzzle games. Il protagonista è il classico stick man tutto nero con due orpelli colorati che possono variare man mano che nei livelli ne troveremo di nuovi: inutile dire che copricapi e accessori sono quanto di più inconsueto e strano possiate immaginare. Trovarli tutti o semplicemente raccoglierli è parte del divertimento, ma farlo senza distruggere tutto non sarà facile soprattutto vista la visuale isometrica fissa che, anche se usata in maniera decisamente efficace, a volte diventa ostica da gestire per sua stessa natura. Il comparto audio è piuttosto semplice, con una colonna sonora jazz/ambient tipica degli uffici che fa da contorno risultando piacevole e mai invasiva.
Good Job! è un titolo che si può terminare in una manciata d’ore ma che nonostante sulla carta pensassimo il contrario offre anche un margine di rigiocabilità. Per gli amanti dei collezionabili infatti potrete cercare tra i nove piani dell’edificio il centinaio di indossabili nascosti al fine di trovare tutte le stravaganti combinazioni di vestiario per il protagonista (una chicca la troverete una volta completato il gioco nel livello nascosto, ma non volgiamo dirvi dove e quale al fine di non rovinarvi la sorpresa -N.d.R.). Inoltre, una volta terminato il gioco, avrete modo di portare attrezzature fuori dai livelli e dai piani per inserirle in contesti inappropriati (fino a che non avrete completato Good Job! non sarà permesso): impagabile girare con il muletto a forche alzate distruggendo tutto nel settore dirigenza. Infine potrete anche decidere di riaffrontare ogni singolo livello alla ricerca del punteggio massimo o del danno zero, cosa che siamo sicuri vi impegnerà a lungo.
Menzione d’onore alla modalità co-op da due giocatori che permette di affrontare i livelli con un amico al fianco: due giocatori vuol dire doppia distruzione e doppio divertimento.
Good Job! per Nintendo Switch si rivela essere una produzione Paladin Studios incredibilmente fresca e divertente. Con quella spiccata accezione per la demenzialità e con una fisica spietata, questo puzzle game offre ore intense di divertimento e crea nel giocatore quella piacevole dipendenza che tanto piace a noi gamers. A voler trovare un difetto possiamo definire il titolo un po’ corto, ma il fattore rigiocabilità lo porta a essere un acquisto consigliato, e noi tutti ci auguriamo possa avere presto un sequel.
Pro
- Fresco e divertente
- Comparto grafico divertente
- Crea dipendenza
- Buona rigiocabilità
- Divertente la modalità coop
Contro
- Troppo corto