God of War Ragnarok Valhalla RECENSIONE | Un viaggio nei ricordi
Durante i The Game Awards 2023, Santa Monica e Sony hanno presentato a sorpresa il tanto chiaccherato DLC di God Of War: Ragnarok (qui per la nostra recensione) che porta il sotto titolo Valhalla. Questo nuovo add-on promette di non essere una semplice espansione, ma un vero e proprio viaggio nei ricordi per mettere un punto finale non solo alla duologia norrena ma a tutto il viaggio del famigerato Fantasma di Sparta.
Con questo nuovo DLC viene sperimentata la meccanica dei roguelite che, nonostante avessi dei dubbi durante la visione del trailer sulla riuscita dell’esperienza con questa scelta di cambiare la meccanica di gameplay, devo dire che pad alla mano la strada scelta dagli sviluppatori è più che perfetta.
Anche se la “storia” raccontata in Valhalla si può portare a termine in 4-6 ore, la sua nuova natura ibrida vi porterà a percorrere più e più volte i nove regni per scoprire tutti i retroscena del racconto, anche dopo i titoli di coda.
Insomma pare che i ragazzi di Santa Monica abbiano fatto centro anche questa volta, offrendo al giocatore un contenuto di valore con un gameplay solido e stratificato, con l’idea geniale di rilasciarlo gratuitamente qualche giorno dopo la presentazione.
God of War Ragnarok Valhalla RECENSIONE | Il Valhalla dei ricordi
Prima di iniziare questa recensione di God of War Ragnarok Valhalla sappiate che quando avvierete il DLC, viene mostrato un disclaimer dove si consiglia al giocatore di completare prima la storia principale per non incappare in grossi spoiler. Quindi se siete qui a leggere, confido che abbiate finito la trama principale, altrimenti, occhio agli spoiler.
Dopo gli eventi di Gog of War Ragnarok, Kratos riceve una lettera scritta da una persona con ha un “debito” nei suoi confronti, e lo invita a visitare il Valhalla. Arrivati su una misteriosa spiaggia, insieme al buon Mimir, affronteranno creature già viste nella storia principale, e non solo, si visiteranno anche luoghi familiari a Kratos e, addirittura, posti che credeva fossero rimasti in fondo nella sua mente.
Giunto davanti alla porta finale, l’ex dio della guerra si vedrà costretto a combattere contro un suo vecchio amico e, una volta aperta, verrà sconvolto alla vista di un qualcosa di strano, quasi sconvolgente, tanto da tramortirlo e al suo risveglio si ritroverà di nuovo sulla riva della spiaggia iniziale. Cosa avrà visto? Spetta a noi scoprirlo tentativo dopo tentativo grazie anche all’aiuto di Freya e le Valchirie.
Una volta sinceratasi della salute di Kratos e Mimir, Freya propone allo spartano di diventare il nuovo dio della guerra per i nove regni ed aiutarla a ripartire dopo la sconfitta di Odino. Il nostro guerriero Greco accetta ma la sua preoccupazione è palpabile.
Egli non crede di essere meritevole di tale ruolo dopo tutte le sofferenze che ha causato al suo popolo, ai suoi compagni, alla sua famiglia. Questo viaggio attraverso il Valhalla gli permetterà di riflettere su se stesso e sulle sue azioni passate.
Il viaggio che si andrà ad affrontare diventerà un elogio sull’amor proprio, sul perdono e come sia giusto riconoscere i propri errori per diventare una persona migliore in futuro.
Il Valhalla è il luogo giusto per Kratos, un luogo che ti guarda dentro e forza il protagonista a ricordare tutto il caos e il dolore che ha causato in passato, prima di arrivare in terra norrena. Tutto ciò richiama gli eventi dei primi tre God of War, con luoghi, personaggi e racconti delle vecchie gesta di Kratos.
La storia è adattata sulle meccaniche roguelite, in quanto il ripetersi delle azioni in ogni run hanno delle conseguenze su Kratos che si sentirà condannato a ripercorrere eventi passati. Grazie a questa nuova meccanica il giocatore di ritroverà incollato allo schermo per unire tutti i puntini, arrivando addirittura e riascoltare aneddoti sull’esordio della serie.
Bisognerà “finire il gioco” ben quattro volte per vedere l’epilogo di questa storia e trovare tutti i riferimenti storici, che faranno di certo molto piacere ai fan storici del Fantasma di Sparta.
God of War Ragnarok Valhalla RECENSIONE | una spirale di divertimento
God Of War Ragnarok Valhalla non è solo il punto finale della storia di Kratos, ma è una nuova modalità di gioco che si ispira a un’altro gioco a stampo mitologico, Hades di Supergiant Games o, se vogliamo rimanere in casa Sony, a Returnal di Housemarque.
Prima di partire con i tentativi, siamo chiamati a scegliere le abilità riguardanti la Reliquia, un’abilità extra attivabile con L1 e cerchio, lo Scudo con il quale difenderci e, a seconda, degli effetti, stordire i nemici. Infine abbiamo la Furia di Sparta, con quest’ultima potremmo avere un boost di forza o ricaricare la vita con l’utilizzo della barra della rabbia.
Una volta varcata l’enorme porta del Valhalla veniamo subito attaccati dai nemici. Il sistema di combattimento è il medesimo che abbiamo imparato ad apprezzare e ad “odiare” nella duologia norrena, con la telecamera posta dietro le spalle di Kratos che ci permetterà di colpire gli avversari di fronte senza nessun problema, ma il difetto più grande è alle spalle.
A nulla servono gli avvertimenti di Mimir quando l’avversario sta attaccando, il timing è sempre sballato e molte volte subiremo il colpo, o perché schivato troppo presto o troppo tardi.
A parte questa piccola, ma fastidiosa, sbavatura dovuta alla posizione della camera, il combat system brutale e devastante da il meglio di se anche nel Valhalla. Le battaglie contro i boss sono state ulteriormente migliorate, costringendomi a ragionare sulla tattica d’attacco da utilizzare in base agli strumenti e alle abilità scelti nel corso della partita.
Alla fine di ogni stanza si possono trovare dei forzieri con dei simboli, essi differenziano le ricompense che possiamo ottenere come una nuova abilità da scegliere tra due o tre opzioni per le nostre armi, aumentare temporaneamente le statistiche di Kratos, ripristinare vita o rabbia ecc.
Lungo il percorso guadagneremo Echi. Questi non sono altro che la valuta del gioco da spendere per potenziare in maniera permanente le abilità prima di ogni run. Oltre agli Echi, è necessario raccogliere i Sigilli della Maestria, dello Spirito e i Trofei Divini.
Non di certo una risvolto roguelite rivoluzionario ma, al contrario, la sua semplicità è molto adatta alla sperimentazione e la sua accessibilità incoraggia i giocatori nuovi ad andare avanti senza troppe difficoltà, grazie anche alla scelta di ben quattro livelli di difficoltà, ognuno con un tasso di ricompense rare che vanno dal 10% al 40% tanto che nemmeno gli sviluppatori sono riusciti a finire il gioco alla difficoltà massima, a detta loro.
Per i veterani potrebbe essere una bella sfida riuscire a trovare la build migliore per affrontare diverse run con l’equipaggiamento migliore e le abilità perfette per affrontare i nemici e il boss finale, sempre più forte e imprevedibile.
Un problema evidente che ho notato in questa recensione di God of War Ragnarok Valhalla è la varietà delle arene, nel giro di poche ore si riesce a visitare tutte le aree presenti in questo DLC, alcune piccole, alcune piene di nemici, altre per tirare il fiato.
Il sistema procedurale che genera le varie stanze può sembrare vario per le prime ore di gioco fino ad arrivare quasi a prevedere quale area si raggiungerà in base al simbolo presente sulla porta. Un difetto di poco conto, se paragonato a tutte le novità apportate a questo contenuto aggiuntivo che ripeto, è gratuito.
Tutti gli elementi da action-rpg, che hanno sancito un cambio di rotta con il primo God of War del 2018, hanno lasciato il posto all’aumento delle statistiche con l’utilizzo degli Echi, mentre il cambio di equipaggiamento come le corazze o l’aspetto delle armi non sono altro che un cambio estetico della livrea. Quindi è possibile cambiare il vestiario di Kratos ma non aggiunge nulla al fine di un aumento di statistiche.
Però i nuovi equipaggiamenti sbloccati nel DLC, completando varie missioni specifiche, possono essere trasferiti nel gioco principale. Questo permetterà ai giocatori che prediligono il completismo estremo di andare a caccia di tutti gli elementi inediti presenti in Valhalla.
God of War Ragnarok RECENSIONE | DLC piccolo ma con grande cuore
God of War Ragnarok Valhalla è stato un piacevole regalo di Natale da parte di Sony che chiude l’anno con una piccola perla che farà felici tutti i fan dell’opera principale di Santa Monica studios.
Chi si avvicina per la prima volta dopo aver giocato i due titoli del nuovo filone norreno, si troverà davanti un contenuto che gli farà venire voglia di recuperare la trilogia originale e anche i suoi spin-off, per un totale di ben sei titoli (tre principali e tre spin-off).
Per i fan storici, invece, l’omaggio al retaggio del dio della guerra metterà un punto finale alla sua storia e farà emozionare anche chi, come Kratos, ha un cuore di pietra.
Valhalla è un contenuto che accontenterà anche gli amanti delle sfide impegnative che, grazie ad un comparto roguelite, rende il DLC rigiocabile senza stancare troppo, arrivando, a tratti, a divertire molto di più del gioco principale grazie alla sua versatilità e alla sua varietà di situazioni per la ricerca della build perfetta e, cosa da non sottovalutare, per le run non eccessivamente lunghe.
Peccato per qualche piccola sbavatura per quanto riguarda la legnosità della telecamera nelle fasi più concitate degli scontri, con la parte posteriore cieca dove qualche piccola botticina verrà inevitabilmente presa, a meno che non abbiate un istinto felino.
Una chiusura perfetta per la storia di Kratos
Pro
- Narrazione avvincente
- Collegamenti alla vecchia trilogia
- Rigiocabilità alta
- Un sistema roguelite funzionale
Contro
- Arene ripetitive
- Telecamera che non aiuta nei combattimenti