Ginger: Beyond the Crystal – Recensione
I (non più freschissimi) nati a cavallo degli anni ’80 e ’90 ricorderanno un’infanzia piena di colorati giochi di piattaforme per quasi ogni console esistente: Spyro the Dragon, Crash Bandicoot, Croc, Klonoa, Sonic e l’intramontabile Super Mario sono solo alcune delle mascotte che hanno accompagnato la crescita di centinaia, migliaia di giocatori. Ginger: Beyond the Crystal non punta certamente a eguagliare simili mostri sacri, ma rispolvera un genere ormai passato in secondo piano, puntando a un pubblico molto giovane ma senza lesinare continue, nostalgiche strizzatine d’occhio a chi ha qualche primavera in più.
Il Ginger turchino
Ginger: Beyond the Crystal racconta l’avventura dell’omonimo protagonista, un “bambino” (di un mondo fantastico e popolato da creature immaginarie) venuto al mondo come dono della Dea ai suoi fedeli, con il potere di purificare dei cristalli magici dalla corruzione del Caos, liberare gli abitanti da un sortilegio e ricostruire i loro villaggi.
Come è intuibile, la trama è davvero semplice e ricalca la falsariga dei platform anni ’90: il Male attacca, l’Eroe protegge gli indifesi e salva il mondo, il Bene ha infine la meglio. L’estrema linearità degli eventi potrebbe stordire i giocatori stagionati, ma si adatta bene a un pubblico più acerbo e che vede nella trama un contorno al gioco, e non un pretesto per giocare.
Scopo del protagonista è la ricostruzione di tre villaggi e l’esplorazione di 30 livelli, metà dei quali opzionali; le aree sono colorate, le mappe ben pensate e diverse tra loro e mai troppo complesse. Durante la partita il protagonista sbloccherà numerosi costumi, ciascuno dei quali gli concederà un potere speciale da sfruttare per esplorare al meglio anche le aree segrete.
Il gameplay rispecchia il target a cui destinato, con enigmi basilari, scontri molto semplici e ricostruzione dei villaggi presso che automatica, il tutto accompagnato da una colonna sonora forse un po’ troppo ispirata a The Legend of Zelda, ma a maggior ragione piacevole e poco invadente.
Beyond the Madness
Purtroppo, quanto detto finora dimostra come una recensione possa essere “di parte” senza necessariamente dire il falso. Ginger: Beyond the Crystal infatti è tutto questo, ma anche molto di più, o di meno, in base al punto di vista.
Il primo, più grave e insostenibile problema del gioco sono i crash ricorrenti e la frequenza dei frame: se durante un livello gli fps sfioreranno i 30, questi arrivano a dimezzarsi o peggio all’interno dei villaggi, (in cui si trascorre la maggior parte del tempo costruendo ed esaudendo le richieste degli abitanti), causando un più che immaginabile fastidio sia visivo che di feeling ai comandi. Questi ultimi sono saponosi, imprecisi tanto quanto i geodata delle piattaforme che, fin troppo spesso, si finirà col trapassare per ragioni ignote e molto casuali.
La telecamera prende costanti e sgradevoli iniziative, incastrandosi nei soffitti, ponendo ogni possibile ostacolo tra il punto di vista e Ginger e smagliando la durata del titolo (circa 10 ore) con dozzine di morti evitabilissime e non legate alla difficoltà del gioco in sé.
Dulcis in fundo, i caricamenti, frequenti e tutti sopra i 30 secondi, con picchi di oltre un minuto e mezzo nel caso del video finale: si tratta di tempistiche indecenti anche nel caso di giochi tripla A e assolutamente ingiustificate dalla profondità e qualità complessiva di questo gioco, forse tollerabili da giocatori giovanissimi e pazienti, ma comunque imperdonabili.
Ginger: Beyond the Crystal tenta invano di proporsi come umile erede di un’epoca d’oro ormai andata, con “citazionismi” di gameplay che sfiorano troppo spesso il plagio e una realizzazione tecnica gravemente insufficiente in grado di distruggere quasi ogni sprazzo di divertimento. Dietro questo gioco ci sono tanto amore e nostalgia che, purtroppo, da soli non sono bastati.
Pro
- Design colorato, adatto ai più giovani
- Colonna sonora orecchiabile
- Tanti poteri speciali a disposizione del protagonista
- Localizzato in italiano
Contro
- Framerate dolorosamente basso
- Caricamenti interminabili
- Comandi e hitbox imprecisi
- Manca una nemesi a cui opporsi