Ghost Trick: Phantom Detective – Recensione Ghost Trick: Phantom Detective
Non è facile cambiare il destino di una persona, soprattutto se quel destino è la morte. In Ghost Trick: Phantom Detective ci proveremo comunque: vestendo i panni di Sissel, un fantasma senza ricordi con a disposizione una sola notte per scoprire la causa del suo precoce trapasso nell’aldilà, vagheremo per la città affrontando una serie di sfide in un crescendo di colpi di scena. Diretto dal team capitanato da Shu Takumi (Ace Attorney) e distribuito da Capcom, Ghost Trick è una singolare avventura grafica per Nintendo Ds che ci ha positivamente colpito per la sua trama trascinante e per le idee inserite nel tanto ragionato quanto sorprendentemente semplice gameplay.
La situazione di Sissel, all’inizio del gioco, non è certo delle migliori…
Fantasma per un giorno
Uno dei più grandi punti di forza di Ghost Trick è sicuramente la sua trama, mai banale e in grado di tenere alta l’attenzione del giocatore a suon di colpi di scena. L’adrenalina la farà da padrone fin da subito, quando, impersonando il fantasma del defunto Sissel, scopriremo di avere solamente una notte a disposizione per fare chiarezza sulla nostra morte. Il protagonista di Ghost Trick è infatti stato misteriosamente ucciso e non ricorda nulla del suo passato. Dai pochi dettagli a disposizione possiamo intuire che la sua è stata una morte violenta: è proprio questo a motivarlo nella sua corsa contro il tempo per scoprire il suo assassino. Il climax in puro stile cinematografico, poi, ci porterà a scoprire sempre più dettagli su Sissel e sui personaggi che incontrerà durante il suo viaggio alla ricerca della verità, portandoci con il proseguo del gioco a scoprire come la morte del biondo protagonista sia in realtà il piccolo tassello di un mosaico di eventi assai più grande.
La trama è resa ancora più interessante dal gran numero di personaggi e dai luoghi che visiteremo. Nel corso delle prime ore di gioco ci ritroveremo in balia degli eventi, costretti ad affrontare varie sfide in luoghi senza nessun collegamento apparente. Proseguendo nelle indagini, però, inizieremo a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, scoprendo la rete di relazioni che tiene in connessione il destino di tutti i personaggi incontrati: è questo senso di scoperta che, a nostro parere, rende prezioso Ghost Trick. Il gameplay non sempre chiarissimo e il livello di difficoltà a volte un po’ elevato, come diremo tra poco, sono un azzardo degli sviluppatori che passa in secondo piano proprio grazie alla bontà della trama e al modo in cui questa viene raccontata, spingendo il giocatore ad andare avanti anche nelle situazioni in cui l’unico modo per arrivare alla soluzione è seguire un processo di prove ed errori che lo costringe a rigiocare più volte allo stesso livello.
Anche i personaggi secondari sono caratterizzati con cura.
I trucchi dei fantasmi
Essere morto, per Sissel, non sembra essere un problema, anzi: come fantasma, il protagonista di Ghost Trick avrà a disposizione una serie di interessanti poteri che gli permetteranno di indagare meglio di qualsiasi detective in carne e ossa. I primi comandi che potremo impartire al personaggio, tutti rigorosamente utilizzando lo stilo sul touch screen come nella più classica delle avventure punta e clicca, avranno a che fare con il movimento: una volta fermato il tempo passando nel mondo dei morti (per farlo basta premere un’icona sempre visibile sullo schermo), potremo muoverci verso tutti gli oggetti evidenziati semplicemente tracciando una linea con lo stilo dall’oggetto su cui ci troviamo verso il successivo. La maggior parte degli oggetti può anche essere manipolata da Sissel, che, in quanto fantasma, sarà in grado di muovere piccoli pesi e di eseguire semplici azioni da novello poltergeist: sarà così possibile sventolare bandiere, azionare meccanismi, accendere interruttori e così via. L’utilizzo di questi poteri avrà a che fare con la risoluzione di enigmi che ci impediranno di raggiungere la nostra meta: la lunghezza della linea che potremo tracciare da un oggetto all’altro, infatti, sarà estremamente limitata, per cui saremo costretto ad ingegnarci per capire come sfruttare al meglio l’ambiente per attraversare i vari livelli e proseguire con le indagini.
Un altro comodo potere a disposizione di Sissel riguarda i telefoni: ci basterà raggiungerne uno per teletrasportarci direttamente in tutti i telefoni visitati in precedenza. Se il telefono si trova in un nuovo livello, invece, raggiungendolo quando lo sta utilizzando un altro personaggio potremo origliare la telefonata e memorizzare il numero, per poi raggiungere l’altro capo della linea in men che non si dica. In questo caso ritorna il discorso fatto poco fa sulla trama e sul modo in cui gli sceneggiatori hanno scelto di presentarci la storia di Ghost Trick: se inizialmente la sensazione sarà quella di essere sballottati da un telefono all’altro in cerca di indizi, dopo qualche ora di gioco inizieremo a fare i primi collegamenti e capiremo come viaggiare da un luogo all’altro in base alle nostre esigenze di investigatore.
Sissel può spostarsi tra gli oggetti evidenziati, utilizzandone
alcuni per compiere azioni utili a risolvere gli enigmi proposti.
L’ultimo potere a disposizione del protagonista, probabilmente il più importante, ha infine a che vedere con il tempo: se nel livello che visiteremo troveremo un cadavere, potremo contattare il suo spirito per ottenere preziose informazioni. Ma non è finita qui: saremo in grado di riavvolgere il tempo fino a quattro minuti prima della morte per assistere alla scena e, una volta comprese le cause del decesso, rivivere nuovamente l’accaduto utilizzando i nostri poteri per cambiare il destino dei personaggi e salvarli da morte certa. Descritto a parole potrà anche sembrare un sistema confusionario, ma vi garantiamo che durante il gioco queste fasi sono tra le più divertenti: il sapere già cosa succederà rende eccitante il poco tempo a disposizione per cercare il dettaglio che, una volta variato, sarà in grado di cambiare il corso degli eventi.
Ci fermiamo qui con l’elenco dei poteri, accennandovi solamente che dopo qualche ora di gioco ne avremo a disposizione anche altri da utilizzare solo in alcune particolari situazioni. Evitiamo di parlarne per non dire troppo della trama di Ghost Trick, in quanto non vorremmo rovinare la sorpresa a chi acquisterà il gioco proprio perché attirato dal nostro elogio alla narrazione più volte sottolineato nel corso della recensione. Dobbiamo però parlare del punto debole di questo intrigante gameplay, da ricercarsi principalmente nel livello di difficoltà: la soluzione a tutti gli enigmi proposti è una soltanto, per cui molte volte saremo costretti a raggiungerla con un processo di prove ed errori. Il solo ragionamento logico, infatti, molte volte non basta per prevedere il comportamento di tutte le variabili in gioco. Avvisiamo quindi i giocatori meno pazienti, che potrebbero stufarsi dopo qualche tentativo e abbandonare il titolo alla prima grossa difficoltà. Allo stesso tempo vi garantiamo che Ghost Trick, nonostante in alcuni momenti possa risultare frustrante, riesce a dare quel senso di appagamento tipico delle avventure grafiche più datate, quello che ripaga il giocatore che con pazienza ha saputo tentare tutte le strade possibili fino a trovare finalmente quella corretta.
I dialoghi sono forse un po’ prolissi, ma aiutano a collegare tutti i personaggi e le situazioni.
Come vedono i fantasmi
Un altro punto di forza di Ghost Trick si può trovare nello stile grafico: realizzato come un cartone animato, il gioco può vantare un livello di dettaglio di tutto rispetto, caratteristica che data la varietà delle ambientazioni proposte non era per niente semplice da realizzare al meglio. La qualità delle animazioni, poi, stupisce almeno quanto la bontà della trama: dagli oggetti animati dai poteri di Sissel ai movimenti dei carismatici personaggi principali (vi sfidiamo a non adorare il savoir-faire dell’ispettore Cabanela fin dalla sua prima apparizione), ogni particolare è stato realizzato per comporre il godibilissimo risultato finale, che si concretizza in una grafica colorata e piacevole alla vista in grado di sdrammatizzare i macabri argomenti di morte e fantasmi toccati dalla trama.
In ogni momento, per utilizzare i poteri di Sissel, potremo toccare l’icona che ci permetterà di entrare nel regno dei morti. Graficamente, questo passaggio nell’aldilà è rappresentato da un filtro colorato che si sovrappone alla scena, mostrandocela come se osservata attraverso un visore notturno. I contorni degli oggetti, in questa particolare modalità, restano ben visibili, ma al giocatore è anche permesso di vedere verso quali di questi è possibile spostarsi. Una volta raggiunto un oggetto, inoltre, sullo schermo superiore della console appariranno una breve descrizione e le azioni che è possibile compiere con esso. In particolari fasi del gioco la descrizione di forma e dimensione di alcuni oggetti vi sarà indispensabile per raggiungere la fine del livello: ci complimentiamo quindi con gli sviluppatori, che si sono dimostrati in grado di mettere la grafica al servizio del gameplay senza impoverirla, ma cercando invece uno stile che permettesse di capire con chiarezza quali azioni compiere senza però lesinare sui colori o sui particolari.
Vedere attraverso il mondo dei morti è fondamentale
per capire quali oggetti si possono utilizzare e come muoversi.
Diventiamo anche noi detective fantasmi
Ghost Trick: Phantom Detective, l’avrete capito, ci ha davvero sorpreso. Quello che all’apparenza può sembrare un semplice videogame pieno di colori e di buffi personaggi, infatti, dopo qualche ora di gioco, mostra la sua vera natura di avventura grafica complessa al punto giusto, dalla trama accattivante e dalla narrazione in grado di tenere il giocatore incollato allo schermo (pardon, agli schermi) di Nintendo Ds fino all’ultimo colpo di scena. Il gameplay lineare consente una sola soluzione per ogni enigma proposto e costringerà i giocatori meno esperti a ripetere più volte le sezioni più intricate prima di scoprire la giusta sequenza di movimenti da eseguire. I diversi poteri di Sissel e l’alternarsi di fasi esplorative a momenti più d’azione, in cui sarà fondamentale eseguire le varie azioni con il giusto tempismo, garantisce comunque una buona varietà a un titolo in grado di dimostrare come Nintendo Ds, nonostante il suo successore sia già alle porte, sia ancora in grado di regalarci prodotti davvero appassionanti.