Ghost of a Tale – Recensione
A quasi due anni di distanza dalla prova in Game Preview, torniamo a parlare di Ghost of a Tale su Xbox One ma questa volta nella sua interezza. Dal 12 Marzo 2019 è infatti possibile acquistare e giocare la versione completa del lavoro di SeithCG – al secolo Lionel Gallat – che dal mondo del cinema di animazione si è lanciato nell’industria videoludica praticamente da solo ma avvalendosi in seguito, del supportato di oltre 1000 sostenitori su indiegogo.
Sono passati circa 18 mesi dalla nostra scoperta di Ghost of a Tale su Xbox One ed eravamo rimasti soddisfatti dalle potenzialità di questo titolo. Dalla sua apparente vicinanza ai titoli souls, per la semplicità con cui è facile perire, ci si rende ben presto conto che il lavoro di SeithCG serba un’anima decisamente più stealth ma, soprattutto, da Action RPG vecchia scuola. Possiamo dire fin da subito che a livello grafico e di gameplay il peso di questi anni di attesa si è fatto sentire tutto ma, grazie a una massiccia Lore dietro le vicende del menestrello Tilo, il giocatore viene trasportato e immerso in una grande e avvincente storia.
Addio mia amata
I leggendari Ratti guerrieri furono i soli in grado di fermare l’avanzata inarrestabile della Fiamma Verde, una forza tanto misteriosa quanto devastante, in grado di consumare qualunque creatura gli si parasse davanti. Di quegli avvenimenti rimangono le canzoni dei menestrelli e i ricordi, oltre che lo strapotere dei Ratti su Pangeia.
In Ghost of a Tale non impersoneremo un ratto ma il topolino Tilo, catturato insieme alla moglie Marna perché accusati di essere dei ribelli. Tilo non è un combattente e nemmeno un rivoluzionario, è invece un onesto menestrello discepolo del famoso Maestro Lewlin. Tuttavia, risvegliatosi solo e confuso in una fetida cella di Forte Derovin, dovrà superare le sue paure e tirar fuori tutto il suo coraggio per ritrovare la sua amata e la libertà.
Il romanticismo della vicenda di Tilo è innegabile e non solo per la ricerca dell’amata perduta: il piccolo bardo nasconde tra le corde del suo liuto e tra le note delle sue canzoni, un recente passato tragico ma anche una forza di volontà tale da far immergere il giocatore nella ricerca non solo della libertà perduta ma soprattutto, nelle risposte alle tante domande poste inizialmente senza soluzione.
La Lore di Ghost of a Tale è uno dei suoi punti di forza: il mondo di gioco creato da SeithCG sembra apparentemente molto piccolo e circoscritto alle mura del forte, ma ben presto si evince che la letteratura di questo titolo è molto più articolata di quel che si possa credere. Vi è infatti un’importante cura nei dialoghi, nei documenti e anche nelle canzoni del menestrello. Tutto ciò è fruibile anche a chi non conosce l’inglese grazie all’ottimo lavoro di localizzazione in italiano e in altre 5 lingue a opera di Level Up Translation.
Luci e ombre
A livello di gameplay, lo avevamo accennato nell’incipit, Ghost of a Tale si avvale di una forte componente stealth iniziale. Com’è logico che sia, il piccolo topo nulla può contro la potenza fisica del ratto e deve pertanto sfruttare le sue peculiarità: rapidità, astuzia e furtività. Queste sono le parole d’ordine se vogliamo far sì che il piccolo Tilo riesca a muoversi tra le mura di Forte Derovin senza essere braccato dalle guardie.
Fortunatamente, tra i tanti nemici avremo anche pochi ma preziosi alleati che, in cambio di favori, ci aiuteranno nel nostro scopo. Il titolo si articola tramite tutta una serie di quest principali e secondarie correla fra loro che, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, ci premieranno con maggiori energie e nuovi abilità. Queste ultime saranno in parte piuttosto deludenti perché non tutte utili alla stessa maniera.
Dopo le prime fasi di gioco la componente stealth passerà però in secondo piano, e nello specifico quando la quest principale ci porterà a camuffarci da guardia. In questo modo potremo camminare, seppur lentamente a causa del peso dell’armatura, indisturbati per il forte. Il fatto che i ratti possano essere ingannati così facilmente è qui giustificato dalla loro stupidità, citata dai vari NPC con cui intratterremo rapporti e sembra quasi incredibile che una razza in grado di salvare il mondo si ritrovi poi a essere totalmente ottusa. La quasi totale stupidità delle guardie ratto si riflette sul gameplay, anche se in maniera sicuramente non voluta: l’intelligenza artificiale, come già avevamo notato in fase di Game Preview, lascia infatti molto a desiderare.
Nello specifico, se scoperti sarà molto semplice sfuggire alle guardie e, in parecchie occasioni, sarà sufficiente svoltare l’angolo e nascondersi in una cesta per far sì che il nostro inseguitore torni sui suoi passi. Certamente se vorrete sbloccare tutti e 20 gli obiettivi di gioco sarà necessario non farsi mai avvistare dai Ratti, tuttavia in molte occasioni sarà sufficiente correre veloce e lanciarsi in qualche luogo sicuro per poter evitare agevolmente i nostri nemici.
Oltre a questo abbiamo incontrato alcuni ostacoli durante le fasi di esplorazione, come già capitato in Game Preview, dove alcuni bug inerenti al sistema di collisione ci hanno portato in fastidiosi loop grafici risolvibili esclusivamente riavviando il titolo. Per questo sarà bene salvare frequentemente, come suggerito anche dai messaggi in fase di caricamento, non solo per non rischiare in caso di dover ripetere lunghe fasi di gioco in caso di morte ma anche per sfuggire a eventuali, seppur sporadici, bug bloccanti.
Nonostante questi difetti di gameplay possano scoraggiare i più, Ghost of a Tale è convincente grazie alle tante quest, ai personaggi ben caratterizzati, alla Lore profonda e ben curata e, soprattutto, in ragione delle tante scoperte che si potranno fare durante il gioco: Forte Derovin nasconde tante insidie ma anche tanti passaggi segreti, tesori e tocchi di classe disseminati tra le mura e al di fuori di esse.
A livello grafico il lavoro fatto grazie al motore grafico Unity è discreto ma risente degli anni che Ghost of a Tale porta sulle sue spalle, e su console si sentono fin troppo. Nonostante ciò è innegabile l’ottimo lavoro con i giochi di luci e ombre e la cura per i dettagli in quasi tutti gli ambienti di gioco, con una scelta cromatica vincente e che restituisce il senso di avventura e al tempo stesso di malinconia che traspare dalle vicende di Tilo.
A corredo del discreto lavoro grafico abbiamo un’OST molto bella ma che sfortunatamente non è stata sfruttata a dovere. Le melodie di Ghost of a Tale sono ben curate, epiche e d’impatto ma accompagnano il giocatore solamente per poco tempo ed esclusivamente quando ci si avventura in nuove aree di gioco. Una presenza più costante e più mirata avrebbe reso giustizia alla qualità musicale di questa piccola ma efficace colonna sonora e avrebbe facilitato certe fasi di gioco “più lente”.
Se amate l’avventura, la scoperta e una narrazione ispirata, allora Ghost of a Tale è un titolo in cui dovete assolutamente immergervi. Se invece vi aspettate un Action GDR con meccaniche di gioco impegnative, personalizzazione massiva del personaggio e fasi stealth complesse non troverete nel lavoro di SeithCG qualcosa di appagante. L’avevamo definito un piccolo miracolo videoludico perché partorito da un unico sviluppatore e senza dubbio non intendiamo rimangiarci le belle parole spese, tuttavia il lungo tempo di gestazione che si è reso necessario prima di vedere il prodotto finito si è fatto, in parte, sentire sul versante grafico. Nonostante questo, e il rammarico per non aver visto un netto miglioramento su intelligenza artificiale, l’attesa per Ghost of a Tale è stata in definitiva ripagata.
Pro
- Storia avvincente, emozionante e ottimamente strutturata
- Personaggi e quest ben caratterizzati
- Atmosfera fiabesca
- Pregevole colonna sonora...
Contro
- Fasi stealth e gameplay altalenanti
- IA poco convincente
- Sistema di collisioni non sempre efficiente
- ...ma non sfruttata pienamente