Galaxy on Fire 3: Manticore – Recensione
L’uomo sin dagli albori ha sempre volto lo sguardo verso le stelle: il manto nero della notte rivela da sempre ai suoi occhi l’infinita essenza dello spazio profondo. Man mano che l’evoluzione ha fatto il suo corso, questa curiosità per i meandri reconditi dello spazio ha ispirato artisti, scienziati e sognatori e ancora oggi l’immensità del cosmo non smette di far sognare il genere umano. Grandi padri della fantascienza come Isaac Asimov hanno dettato le leggi e le basi su cui oggi posano i nostri presupposti sull’ignoto, creando di fatto nell’immaginario collettivo una serie di plausibili congetture quali federazioni galattiche, forme di vita non basate sul carbonio e guerre stellari per la supremazia di porzioni di territorio e pianeti ricchi di sostanze preziose.
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l’Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l’unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.
(da Grande come l’universo, Saggi sulla scienza)
Nonostante il tema trito e ritrito, non avendo risposte certe in merito, ci arroghiamo il diritto di stuzzicare l’immaginario collettivo con sogni, fantasie, film e – perché no? – anche videogame. Arriva così su Nintendo Switch la saga Galaxy on Fire, che vede il suo epilogo (almeno per ora) in Galaxy on Fire 3: Manticore, ultima fatica del team di sviluppo Deep Silver Fishlabs.
Il gioco ci catapulta nello spazio profondo come alleati della Manticore, associazione spaziale che offre i suoi servigi al miglior offerente. I nostri compiti riguardano principalmente una sorta di servizio di sicurezza: questo vuol dire ripulire un settore dai pirati spaziali o scortare convogli a destinazione. In pratica c’è da distruggere tutto ciò che incontriamo sul nostro cammino.
Ogni fase di gioco è delineata allo stesso modo: svolgi la missione principale (fa’ fuori tutti i cattivi, scannerizza un obiettivo o proteggi l’indifeso di turno) e raccogli materiali sparsi per il settore. A volte viene imposto un limite: un armamento o un target specifico oppure un tempo limite, ma alla fine si riduce tutto all’annientamento degli ostili.
Il gameplay è veloce divertente, almeno a un primo contatto: il primo dorsale destro per cambiare arma e il secondo per far fuoco. Il dorsale sinistro per i missili, la leva di sinistra per manovrare e quella destra per le manovre evasive e la velocità. Completano il tutto i pulsanti A e B destinati a power up specifici. Tutto molto semplice, forse persino troppo. Si poteva pensare a sfruttare meglio tutti i tasti lasciati liberi e soprattutto si poteva prevedere anche una funzione per l’inversione di rotta automatica, cosa che in un gioco del genere sarebbe stata davvero utile.
L’HUD di gioco risulta consono alle aspettative, dando le indicazioni di rotta, gli armamenti e poche altre utili informazioni: avrebbe potuto forse essere strutturato meglio, ma comunque non risulta invasivo ed è funzionale al combattimento, vera anima di Galaxy on Fire 3: Manticore.
Purtroppo la fase di recupero che segue la battaglia risulta noiosa fin dalle prime battute. Aiutati da un drone andremo in giro in uno spazio tridimensionale alla ricerca delle risorse per completare il settore: il nostro aiutante non darà la minima indicazione specifica, limitandosi a cambiare colore passando dal neutro al giallo e al verde a seconda di quanto siamo vicino al reperto. Viene da domandarsi se la federazione galattica non avrebbe potuto spendere di più per la realizzazione di un apparato più preciso. Purtroppo questa fase risulta molto noiosa e a tratti frustrante, gli oggetti sono spesso vicini ma nascosti alla vista in quello che è a tutti gli effetti uno spazio 3D da scoprire con una navicella in costante movimento e dalla manovrabilità limitata.
Sotto l’aspetto grafico lo spettacolo nelle prima battute è entusiasmante: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e i raggi B che balenano nel buio vicino alle porte di Tannhäuser sono quanto di più entusiasmate si para davanti ai nostri occhi. Peccato per la fisica elementare totalmente ignorata: anche lasciando perdere esplosioni e fuoco che nello spazio non possono esistere ma che servono al contesto sotto il profilo scenico, i detriti statici incollati immobili nello spazio profondo senza possibilità di distruggerli o spostarli stonano veramente tanto.
La dotazione è abbastanza varia e consta di nove astronavi utilizzabili con l’avanzamento del gioco e svariate e disparate armi da fuoco che si diversificano per gittata, tipologia e danno. Tutto upgradabile tramite item trovati nelle fasi esplorative e tutto molto valido ai fini del gameplay veloce e divertente.
Galaxy on Fire 3: Manticore è un titolo divertente e adatto a sessioni brevi, dato che ben presto la ripetitività degli scontri si fa sentire. Il suo background da gioco per mobile si sente e penalizza il primo titolo di guerre stellari approdato su Nintendo Switch. L’unica cosa che salva l’intero progetto è la fase di battaglia vera e propria: veloce, divertente e frenetica, esattamente come ci si aspetterebbe da un titolo del genere. Un’occasione che avrebbe potuto essere sfruttata meglio.
Pro
- Gameplay avvincente e frenetico
- Dotazione di navi e armi curata
- Buoni i modelli poligonali
Contro
- Davvero troppo ripetitivo
- Fasi esplorative frustranti
- Trama poco sviluppata