G.I. Joe: Operation Blackout – Recensione
“Nella giungla minacciosa, c’è un pericolo in agguato, è una banda misteriosa, sono i Cobra! Attenti Joe!“
Se avete letto la frase qui sopra canticchiando siete anche voi dei reduci da un’infanzia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e potete saltare a piè pari alle conclusioni tecniche, dato sapete esattamente di cosa parla G.I. Joe: Operation Blackout, Third Person Shooter sviluppato da IguanaBee e pubblicato da Maximum Games. Altrimenti, mettetevi comodi e preparatevi a un viaggio tra il patriottismo tamarro made in U.S.A.
Intanto, chi sono i G.I. Joe? Sono una squadra super specializzata delle forze armate americane, con operatori specifici provenienti dai più disparati corpi: marines (e ci mancherebbe!), berretti verdi, infiltratori, piloti, ninja. Aspettate un attimo… ninja?? Esatto! Perché i G.I. Joe – che incarnano come avrete capito lo spirito del quattro luglio – sono (citazione testuale) “The Real American Heroes”, quindi fichissimi e diciamocelo cosa c’è di più fico di un ninja a stelle e strisce che affetta i cattivi? Ecco avete capito il registro generale di questo franchise. Ma non avete ancora visto tutto!
Infatti i G.I. Joe combattono contro il malefico gruppo terroristico Cobra, dotato di un vero e proprio esercito privato, con tanto di marina, aviazione e un proprio programma spaziale (!). Come i nostri eroi americani, anche i malvagi antagonisti sono un insieme di specialisti di vario tipo, solo che assieme agli immancabili ninja cattivi, troviamo un sacco di gentaglia dallo spiccato retrogusto “oltre cortina” – giusto perché la guerra fredda era ancora più che attuale – capitanati da uno che vuol fare il cosplay a basso costo di Darth Vader, da un russo con la pelata di metallo e dalla conturbante Baronessa, personaggio che ha agitato il sonno dei ragazzini dell’epoca (e che ha continuato a farlo una volta adulti dopo che è stata interpretata da Sienna Miller nel film del 2009).
Tutto questo trash ha un senso, se lo contestualizziamo ai tempi in cui il titolo è uscito e al fatto che si trattava di una linea di giocattoli fatta per intercettare l’esaltazione da commando dei bambini dell’epoca. A traino della linea di giocattoli, immancabilmente è saltata fuori una serie di cartoni animati dalle trame assurde e con tanto di pistolotto moralista finale, in puro stile Masters of the Universe. G.I. Joe: Operation Blackout si propone, a detta degli sviluppatori, come una sorta di incrocio tra Gears of War e Fortnite (!!), impreziosito dalla sopra descritta atmosfera da action trash anni ’80. Sulla carta un must have per tutti gli amanti del periodo e delle serie vintage. Nella realtà, uno sfacelo praticamente totale!
Partiamo dal comparto grafico: a primo impatto potrebbe sembrare un simpatico cell shading, che da al tutto un aspetto molto cartoonesco, il che ci starebbe anche. Purtroppo però, andando appena al di la delle scene di apertura, ci si ritrova davanti a una grafica agghiacciante, con poligoni spesso tagliati con il coltello e animazioni “minimali”, per non dire nulle). Una cosa del genere, che non avrebbe spiccato neppure su PlayStation 2 (roba come Okami se la mangia viva), su un gioco per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch a neppure un mese dal lancio di una nuova generazione di console è inaccettabile.
Oltre a questo, G.I. Joe: Operation Blackout ha anche dei controlli che definire poco precisi è fargli un complimento. Durante la nostra prova abbiamo avuto costantemente problemi con la sensibilità della mira, anche ricalibrandola per quanto possibile. Un disastro. Anche con l’opzione aggancio automatico attivata, che funziona però solo quando si mira, le cose non migliorano per nulla.
G.I. Joe: Operation Blackout si compone di una campagna single player con una storia trascurabile e che, sia messo agli atti, non ha nulla a che vedere con con quella di Gears of War, una modalità coop in locale, con split screen e un multiplayer competitivo (a squadre e non) con svariate modalità. Che però è giocabile solo in locale. Niente online. Si, avete letto bene. O collegate quattro o più controller alla vostra console o nisba. L’unico, e ripetiamo l’unico, pregio di G.I. Joe: Operation Blackout è che sono presenti praticamente tutti i bizzarri personaggi della serie e un bel po’ di personalizzazioni simpatiche per i suddetti. Tutto qui? Purtroppo si.
In conclusione, G.I. Joe: Operation Blackout è più di un’occasione sprecata. Senza pensare di accostarlo minimamente a Fortnite o Gears of War come nelle parole degli sviluppatori, poteva uscire un titolo simpatico, di grande interesse per i tanti nostalgici di quegli anni. L’atmosfera c’è tutta (ed è l’unica cosa che alza misericordiosamente) il voto finale, ma per il resto proprio non ci siamo. Peccato davvero.
Pro
- Tanti i personaggi e ottima atmosfera
Contro
- Tecnicamente agghiacciante
- Controlli più che imprecisi
- Manca la parte online