Furi – Recensione
Il bushido o via della spada è il concetto che più si addice a Furi, il titolo indie dei ragazzi di The Game Bakers: “A volte nella vita dovete affrontare cose che pensate di non essere in grado di fare. Ma ricordatevi che gli unici limiti sono quelli della mente. L’impossibile è solo una vostra restrizione mentale”.
Questo traspare dall’intera avventura narrata in Furi, oggi finalmente disponibile anche per Nintendo Switch: letteralmente il nostro protagonista spezzerà le catene della sua prigione per avventurarsi in viaggio verso gli inferi immemore e guidato solamente dalla sua forza, dalla sua prontezza e da uno spirito inquieto e molesto.
Una complicata prigione creata da una mente geniale e fatta di livelli dalle caratteristiche differenti e presidiati da guardiani diversi ma tutti estremamente agguerriti, è di fatto il terreno di gioco. Il nostro compito è evadere dalla prigione, ma non sarà semplice dato che in essa si cela una forza tanto potente da mettere in pericolo l’esistenza stessa della vita, che per questo è rinchiusa nel profondo della gabbia più potente mai realizzata: noi.
All’atto pratico Furi si compone di epiche e difficilissime boss fight, ognuna dalle caratteristiche diverse; istigati dal nostro compagno che ricorda, oltre che per fattezze anche per la flemma e l’ambiguità, l’uomo-coniglio di Donnie Darko, dovremo uccidere e oltrepassare ognuno dei livelli che ci separano dal nostro obiettivo: il ritrovo dei nostri ricordi e l’agognata libertà. Di fatto non avverrà altro, dato che gli intermezzi tra un piano e l’altro sono semplici interludi volti a sviluppare l’onirica trama che compone il tessuto del titolo, ma non pensiate per questo di cavarvela con poco: uccidere i guardiani non è compito facile a nessun livello di difficoltà.
Il protagonista di Furi ha a disposizione un arma da fuoco per i combattimenti a lungo raggio e una lama per l’attacco ravvicinato. Entrambe le dotazioni sono univoche e permettono di caricare il colpo per ottenere un effetto maggiore. Un altro elemento importante è il dash, che permette di uscire dalle situazioni più difficili con un elegante scatto in grado di superare qualsiasi bersaglio. Infine troviamo la parata che permette, se eseguita con il giusto tempismo, di ricaricare le energie o effettuare un attacco potente e ravvicinato.
La barra dell’energia vitale dei carcerieri incontrati lungo il cammino è divisa in sezioni: questo avviene perché a ogni sezione corrisponde un pattern di attacco preciso e spesso letale a cui il giocatore deve prestare la massima attenzione al fine di memorizzare la sequenza adatta al contrattacco; non prestare attenzione significa morire velocemente. L’ambiente di gioco oltretutto è piegato alla volontà del carceriere di turno, il che rende il compito di ucciderli significativamente più difficile.
In generale l’avventura pecca un filo in longevità ma si tratta di una caratteristica tutto sommato trascurabile in virtù del prezzo contenuto e della difficoltà di gioco volutamente elevata al fine di coinvolgere il giocatore in un’impresa in grado di soddisfarlo una volta compiuta. Il balletto che ne consegue, (usiamo questo termine che ricorda quasi un rhythm game), richiede un tempismo e un livello di attenzione davvero elevato, e di conseguenza il trial and error risulta una peculiarità costante di Furi.
In ogni caso se la frustrazione dovesse toccare vette estreme potete sempre risettare il livello di difficoltà in qualunque momento rendendo di fatto il tutto più accessibile: vi consigliamo però di non cedere subito alla tentazione di passare a una modalità più facile dato che gran parte del concept si basa per l’appunto sulla sfida personale che in questo modo andrebbe scemando.
La grafica al neon con chiari richiami psichedelici in stile “Il tagliaerbe” è quanto di meglio si potesse pensare per un titolo come questo. L’atmosfera di sogno digitale con il guerriero che affronta i nemici uno dopo l’altro armato della sola spada è un chiaro richiamo agli anni ’80 e ‘90, e a nostro avviso, grazie a una colonna sonora minimalista e agli effetti ad hoc, è perfettamente in linea con l’atmosfera che il titolo trasmette. Proprio il comparto audio offre un esperienza davvero completa e ricca grazie una colonna sonora capace di sottolineare sia le fasi di gioco concitate sia le sequenze di intermezzo con trame più soft e adatte al contesto.
Furi è un titolo davvero ben studiato e capace di trasmettere un grosso impatto emotivo e adrenalinico al giocatore. Tanto la trama onirica quanto il concitato gameplay orientato verso l’alto sono volti a finalizzare un’esperienza di gioco intensa e piacevole. Numerosi cenni ricordano il panorama mediatico anni ’90 e anche la grafica e la colonna sonora sono volti ad accrescere questa sensazione. Forse l’unica pecca riscontrabile è la longevità non troppo elevata, ma si perdona in virtù dell’esperienza complessiva. Sconsigliato solo a quei gamer che non amano un livello di sfida elevato.
Pro
- Ottimo comparto video e audio
- Gameplay frenetico e coinvolgente
- Trama e atmosfere cyber oniriche di alto impatto
- Livello di difficoltà elevato...
Contro
- ... forse anche troppo
- Scarsa longevità e rigiocabilità