Front Mission 4 – Recensione Front Mission 4
La nuova generazione
Prima dell’uscita della Playstation 2, per gli appassionati di mech, ossia dei robottoni per cui vanno tanto pazzi i giapponesi, i titoli da comprare senza pensarci su erano due: Armored Core per chi cercava l’azione sfrenata e l’abilità di pilota, e Front Mission III per chi ricercava la strategia e le azioni combinate, nonché ben pianificate.
Con l’avvento della nuova generazione su PS2, i titoli che divennero dei veri must riguardo tale argomento aumentarono esponenzialmente: (Armored Core 2/3/Nexus/Last Raven, Ring of Red, Zone of the Enders/2nd runner, Gundam: Federation vs Zion), ma Front Mission 4, il primo capitolo della serie a presentarsi sul monolite nero, ahimé, non rientra tra questi.
A confronto di questi grandi titoli e del suo rivale più diretto, Ring of Red di Konami, FM4 non regge assolutamente il confronto, né presenta abbastanza pregi per annoverarlo tra i titoli di media fattura; sono ben poche le migliorie apportate dal precedente capitolo, che al suo contrario fu uno dei vari prodotti che fecero la storia della Squaresoft, e la posero nella rosa delle software house principali.
Strategie innovative… o no?
I giochi strategici negli anni non hanno mai subito notevoli progressi.
L’impostazione di movimento su scacchiera, a parte in alcune eccezioni, è sempre stata presente, ed è divenuta così un elemento caratterizzante del genere; naturalmente esso è presente anche su FM4, ma presenta una notevole aggiunta: il Link System.
Sebbene esso non sia un’esclusiva invenzione della Square-Enix (fu proposto per la prima volta dalla Konami con l’RPG strategico Vandal Hearts), il Link System è una divertente alternativa al piatto e monotono sistema di battaglia dei vari giochi strategici a scacchiera, la cui unica normale variante di battaglia è l’attacco alle spalle/fianchi o l’uso di varie abilità.
Passo ora ad illustrarvi la sua funzionalità: ogni wanzer (è il nome dei mech in questo gioco) ha un tot di AP (Action Point), usufruibile ad ogni turno, che spende per muoversi e per compiere varie azioni; questi punti normalmente sono superiori alla quantità normale necessaria ad un wanzer per muoversi e compiere un’azione di round completa (ossia attaccare, ripararsi e compiere infine attacco EMP), in modo che se dovessero avanzare ulteriori punti dopo le normali azioni, esso possa attaccare di nuovo.
Prima di ogni round, spendendo degli appositi LP (Link Point), si possono collegare tra loro sino a un massimo di 3 wanzer, che si forniranno così supporto nel caso uno di loro inneschi un attacco o si stia difendendo da un attacco avversario, creando così delle piccole ma devastanti ed efficaci combo.
Esso non è sempre attivo e varia in base al leader del link (insomma, solo uno avrà il supporto degli altri e la cosa non è corrisposta), quindi la stesura dei link necessita un’accurata scelta tattica e buona ponderazione, divenendo così il maggior elemento strategico presente nel gioco; in base alle vostre scelte, se corrette e ben pianificate, potrete trasformare una battaglia infernale contro wanzer impossibili in una semplice repressione di 4 furfantelli disorganizzati.
Oltre a questo la più grande nota positiva che presenta il gioco è il miglioramento strategico tattico dei vari scenari, seppur essi lascino a volte comprendere troppo bene quali tipi di wanzer ci apprestiamo ad affrontare al solo primo sguardo dello schema.
Ponti sospesi su larghi fiumi, basi militari e guerriglie in ambito cittadino saranno i principali e più frequenti campi di battaglia, e sarà quasi fondamentale sfruttare a dovere i vari ripari/ostacoli che essi forniscono, poiché insieme ai link, questi costituiscono la chiave della vittoria.
Dico questo perché, nonostante le notevoli migliorie apportate all’IA dei nostri avversari, essi presentano a volte notevoli difettucci: capiterà non raramente che i vostri nemici vi bersaglieranno nonostante siate ben coperti dal palazzo di turno o sprecheranno lunghi turni a tentare di colpire wanzer con una percentuale di evasione piuttosto alta, oltre al fatto che si lasciano circondare fin troppo facilmente, e non hanno poche esitazioni quando si tratta di buttarsi in eventuali trappole da voi preparate precedentemente, tipo il guadare un fiume mentre voi li bersaglierete a distanza con un fucile da cecchino, o il passare in una zona scoperta per essere così facile preda per il nostro fidato lanciamissili.
Tralasciando questi piccoli peccatucci, l’IA rimane comunque di alto livello, prevedendo spesso attacchi con copertura, attacchi mirati e/o combinati. In pratica avrete comunque il vostro bel daffare nel tentare di sopraffare il nemico.
Dopo aver illustrato i pregi che il gioco presenta, passiamo ai difetti, partendo dalla grafica.
Il gioco mostra dei filmati in FMV (Full Motion Video) di eccellente fattura, come la Square ci ha da sempre abituato, ma per quanto riguarda la grafica reale di gioco, essa si presenta di poco migliorata rispetto al precedente capitolo per Playstation, ma soprattutto è inferiore ai canoni che giochi dello stesso genere ci hanno abituato su PS2, nonostante questo gioco non sia neppure uno dei primi usciti per la console.
La grafica è più pulita e fluida, certo, ma rimane comunque “macchinosa” e parecchio piatta, apparendo di più come un 2D applicato a modelli poligonali che un 3D vero e proprio.
La trama del gioco, nonostante sfrutti il sistema di trame parallele ad intreccio come in FM3, risulta scontata e notevolmente blanda, senza lasciare nulla all’immaginazione e susseguendo eventi facilmente prevedibili; inoltre i personaggi presenti non risultano essere in alcun modo carismatici, difficilmente potrete quindi innamorarvi di loro e farvi coinvolgere dalle loro vicende.
La storia viene narrata tramite sequenze in real-time prima, durante e dopo i vari eventi, e viene presentato oltretutto un eccellente doppiaggio, peccato solo che esso sia presente solamente nei dialoghi più importanti o in specifici eventi; una pecca non da poco, visto che il gioco non occupa neppure completamente il DVD su cui è prodotto.
Difetto più grande del gioco, almeno a livello personale, è la mancanza di una libera customizzazione del wanzer per più di metà del gioco.
Lo story mode presenta 29 missioni da affrontare (ed altrettante tramite simulatore di battaglia), ma solo dalla diciannovesima avrete accesso al Computer Shop, che permette l’acquisto di particolari pezzi, con i quale potrete veramente costruire la “vostra” gamma di mech.
Infatti, inizialmente, avrete a disposizione ben pochi pezzi, che più che pezzi di sostituzione, sono i modelli di categoria superiore dei pezzi attualmente a vostra disposizione, ossia dei semplici upgrade; in questo modo è vero che si evita che i giocatori meno esperti vadano a smanettare troppo sui propri wanzer, causando così, magari, uno scompenso irrimediabile all’equilibrio balistico di esso e riducendolo quasi all’inutilità in battaglia, ma d’altra parte agendo in questo modo tarpa le ali ai giocatori che magari, avendo già provato i precedenti capitoli, ne conoscono già la struttura e non vedono l’ora di assettarsi a puntino il proprio mezzo.
Una non conversione motivata
Purtroppo il genere degli RPG strategici a turni non si è mai veramente diffuso, ed è rimasta una fettina riservata solamente agli appassionati. I lunghi tempi passati all’elaborazione delle giuste strategie di battaglia (magari tentando e ritentando la stessa missione più e più volte), la doverosa, nonché necessaria continua customizzazione del wanzer come si presentano nuovi pezzi ed in base al campo di battaglia, sono elementi che spesso tendono a scoraggiare i nuovi giocatori che si apprestano al genere, rendendo questo accessibile solo ai meno; proprio per questo il prodotto non ha mai visto i suoli europei, poiché nè la SE nè la SCEE si sono volute accollare le spese di adattamento e di distribuzione del gioco, un vero peccato, se si pensa che la versione americana del gioco poteva benissimo essere convertita PAL così com’è.
Per gli appassionati questo titolo Square-Enix può risultare gradevole e piuttosto giocabile, nonostante il mercato presenti prodotti migliori; insomma, non è un vero e proprio must neppure per i giocatori datati, ma se siete fan della serie, è comunque un discreto acquisto da aggiungere alla propria collezione.