Forma.8 – Recensione
Quella del piccolo studio piemontese Mixedbag è stata una gravidanza molto travagliata. Il suo secondogenito, Forma.8, ha visto la luce solo dopo una serie di nefasti ritardi. Previsto infatti per iOS nel 2011, si è dovuti passare al 2014, avanzando la possibilità di rilasciarlo su console più domestiche. Dopo una buona promozione proveniente dal E3 di due anni fa, le avventure della piccola sonda spaziale arrivano finalmente sulle librerie digitali.
Nonostante il mondo videoludico ci abbia insegnato che “indugiare non è sempre sinonimo di qualità”, il lavoro ultimato è riuscito a mostrare una serie di notevoli migliorie (soprattutto estetiche) che sottolineano l’impegno e la parsimonia investiti nel titolo.
Forma.8 ci racconta la storia di questa sonda, da cui prende il nome il gioco, che durante l’esplorazione di un pianeta alieno perderà il controllo e si troverà costretta a girovagare alla ricerca di una misteriosa fonte di energia. Non vi diremo altro. Il bello della narrazione è proprio nel suo essere efficace, ma allo stesso tempo nebulosa, da scoprire. Ogni open space all’interno in cui muoverete la sonda, dovrà suggerirvi parte di questa trama. Solo con la giusta parsimonia sarà possibile arrivare al nocciolo, fino a ottenere tutti gli strumenti utili per chiudere un cerchio narrativo interessante.
Dopo una breve sequenza iniziale, si potrà iniziare a muovere il forma nella prima area di gioco, in una piccola sequenza simil-tutorial, che ci introdurrà allo stile. Da buon metroidvania, sarà necessario esplorare ogni singola cavità della mappa, finché non si recupereranno le dovute competenze per accedere a vie prima invalicabili. La questione backtracking è infatti uno dei punti di forza del titolo. Inizialmente il nostro forma è inerme, senza alcuna capacità offensiva, e potrà riottenere parte dei suoi poteri rovistando tra i reietti dei suoi compagni caduti.
Ogni singola nuova abilità permetterà di guardare le zone in modi totalmente differenti. Motivo per cui la rivisitazione di esse è fondamentale. Poi, dato che la mappa indicherà solo la posizione del giocatore, l’esplorazione non lineare sarà tutta a carico delle proprie scelte.
Nonostante nella maggior parte dei singoli nemici non risieda una grossa sfida (poiché possono essere tranquillamente eliminati con le due abilità principali, l’onda d’urto e le bombe), la natura selvaggia non vi lascerà via di scampo. Per fortuna, se dovesse succedere, l’avventura ripartirebbe dal checkpoint più vicino con metà vita a disposizione.
Non parliamo certo di una gigantesca varietà di nemici, come si potrebbe immaginare dal concept alieno. In differenti zone, gli stessi nemici hanno caratteristiche diverse, ma sfortunatamente non richiedono chissà quale impegno nella loro eliminazione. Una delle peculiarità sta invece nelle boss fight, che presuppongono un’astuzia e un’abilità maggiore che negli altri scontri. Ogni boss ha il proprio pattern distinto, e dopo averne incontrato uno non vedrete l’ora di averne un altro per le mani.
I due sviluppatori hanno realizzato a regola d’arte la sensazione di solitudine di cui è pregna Forma.8. La lentezza dei movimenti, inoltre, permette di digerire la vastità della bellezza di questo mondo ostile: non vi sono colonne sonore particolari, la maggior parte sei suoni provengono dall’interazione con i nemici e gli oggetti, lasciando poi all’eco e alle poche sonorità cupe, l’arduo compito di empatizzare le varie situazioni. Ascoltare con attenzione vi permetterà di udire lo stridulo di un nemico, un battito d’ali a distanza, o il suono di enorme granchio nel buio.
Il vero pregio del titolo sta nel suo impatto grafico minimalista, ma fondamentale. I profili neri delineano l’area in cui è possibile muoversi, oltre a portare l’attenzione sugli sfondi stilizzati, spigolosi, pieni di particolari che variano da zona a zona. Delle forme geometriche irregolari, piene di colore e intensità, che unite alla freddezza dei movimenti della sonda, forzano una certa meditazione.
Forma.8 è misterioso, impegnativo, pieno di enigmi e di sorprese. Con il suo approccio minimalista, elogia il metroidvania mescolandolo a uno stile più moderno. Il risultato è un ibrido meraviglioso, che farà breccia nel cuore di coloro che riusciranno a persistere alla flemma iniziale. L’assenza di una sceneggiatura comune non grava per niente sull’esperienza: la sonda, da sola, riesce a trasmettere delle emozioni, anche contrastanti. Ed è anche in questo che risiede la sua magnificenza.
Pro
- Stile grafico eccelso
- Boss unici e divertenti
- Un elogio al genere metroidvania
- Level design singolare
Contro
- Richiede un po' di pazienza