Foregone – Recensione
Il 2020 è stato un anno che ci ha messo tutti in difficoltà, disastroso sotto molti versi ma di sicuro non per il settore indie, che nonostante il COVID-19 cavalca un’onda di successi incredibile. Tra le perle uscite in quest’anno siamo lieti di annunciarvi un indie che mescola dinamiche Platform e RPG in un contesto action con spruzzate di metroidvania e un pizzico di souls: stiamo parlando di Foregone, disponibile – grazie al lavoro del team Big Blue Bubble – per Nintendo Switch, PlayStation 4, PC, Steam e Xbox One.
Foregone è un indie decisamente ben riuscito, veloce dinamico e coinvolgente, che pur prendendo a piene mani da un titolo come Dead Cells riesce a essere estremamente diverso nei contenuti e nell’approccio al gameplay. La trama vede come protagonista una città estremamente avanzata presa d’attacco da una popolazione che, pur essendo tecnologicamente meno all’avanguardia, risulta essere più aggressiva e numerosa. Gli abitanti della città di Calagan si trovano quindi costretti a usare tutto il loro intelletto e la loro tecnologia per creare i giudici, esseri superiori incaricati di mantenere l’ordine. Peccato però che non tutto vada come previsto.
Il team di sviluppo Big Blue Bubble non cela di sicuro la sua fonte di ispirazione e le similitudini con Dead Cells sono a dir poco evidenti a tutti. Ma nonostante questo di primo acchito possa far storcere il naso, si scopre presto quanto Foregone sia profondamente differente. Innanzitutto la trama della giudice che impersoneremo scorre in maniera fluida e lineare, senza schemi generati proceduralmente ma con un’attinenza che più si avvicina ai metroidvania. Intere sessioni di gioco infatti dovranno essere ripercorse in un secondo tempo e seppur questo non sia necessario al fine del completamento del titolo diventa quasi imperativo in termini di farming e gameplay.
Ripetere settori più volte porta infatti a scoprire potenziamenti utili per far evolvere l’albero delle abilità e le skill ad esso collegate, cosa che aiuta non poco nel proseguo della storia. Infatti come in ogni metroidvania – e marginalmente anche come in Dead Cells – con l’avanzare dei livelli, (qui sempre uguali non generati proceduralmente) la nostra eroina acquisirà abilità che le permetteranno di essere maggiormente combattiva e di accedere a zone prima inaccessibili.
Per quanto riguarda il gameplay Foregone si difende magnificamente bene. La nostra eroina di partenza ha già la capacità di effettuare il doppio salto e un dash che le permette di aggirare i nemici e, con il tempo, acquisirà altre capacità che saranno utili in battaglia e che come già detto le permetteranno di avanzare nella trama. Avremo a disposizione un attacco corpo a corpo, uno sulla lunga distanza e due slot per le skill. Nonostante le skill siano molteplici, infatti, potrete equipaggiarne solo due per volta, quindi occhio a potenziare l’albero di crescita in base al tipo di stile che più si addice alla vostra attitudine in game.
Anche le armi hanno un loro albero di abilità che comprende principalmente due rami di varianti, entrambi personalizzabili. Per il contrasto fisico avrete a disposizione pugnali, lance, spade, spadoni e nunchaku/pistole: ognuna di queste armi avrà un suo stile e una sua serie di mosse che varieranno di molto il vostro approccio alla battaglia, non solo in termini di velocità e potenza ma anche in termini di copertura. Una lancia arriva più lontano ma non copre le spalle come invece fanno i pugnali, dando vita a una danza che protegge anche le retrovie a patto di essere molto vicini al nemico.
Per le armi da fuoco vale lo stesso discorso: la pistola ha più munizioni (le cartucce si ricaricano da sole quando si eseguono attacchi all’arma bianca), ma è meno potente; il fucile ha una gittata più lunga ma ha meno munizioni; a queste armi si aggiungono l’arco e la tripletta, anche loro con le loro caratteristiche specifiche. Purtroppo le armi sono tutte qui e il paragone con Dead Cells torna ad essere inevitabile: il titolo Motion Twin infatti offre molte più armi e quindi molti più stili di combattimento, cosa che in Foregone sarebbe stata davvero gradita. In compenso Foregone permette, tramite la forgia, di potenziare ogni arma: ognuna avrà degli slot (solo due per le armi comuni, ma fino a cinque per le epiche) in grado di offrire danni e feature aggiuntive una volta potenziate. Utile in termini di combat system, meno utile in termine di varietà.
Naturalmente a completare la componente RPG avremo corazze, anelli e collane che forniranno level up delle caratteristiche, e anche qui il potenziamento in base alla rarità è d’obbligo. Purtroppo per come è sviluppato Foregone si finisce inevitabilmente a scegliere l’arma che preferiamo nella versione più potente e l’armatura o gli accessori che forniscono protezione e vita maggiore. Spunta anche una leggera componente souls, dato che alla morte perderemo tutto l’oro (necessario per la forgia) e tutti i globi di energia (necessari per i potenziamenti delle skill) che andranno formare un vaso che ci attenderà nel punto della nostra dipartita. Dopo la morte l’eroina tornerà all’hub di partenza e potrà decidere se perdere metà del bottino e recuperare il restante subito oppure riaffrontare il livello per cercare di recuperare tutto il lascito.
Sotto l’aspetto artistico possiamo dire che Foregone è davvero piacevole da affrontare. Come il cugino Dead Cells questa grafica retrò pixellosa convince e funziona in particolar modo quando, come in questo caso, è accompagnata da animazioni fluide e articolate. Ogni movimento è regolare e ogni combattimento una danza, esattamente come ci si aspetterebbe. In nemici sono davvero molti e ognuno con un pattern di attacco preciso e memorizzabile e, sebbene alcuni antagonisti siano solo versioni migliorate di sé stessi, anche negli ultimi livelli troviamo avversari nuovi e convincenti. Menzione d’onore per i boss, che sono una gioia per gli occhi tanto quanto una maledizione per i nervi quando dovrete affrontarli.
La colonna sonora, vincitrice del titolo Miglior musica al Montreal International Game Summit, è piacevole, in tema con l’esperienza e mai invasiva. Non brilla, diciamolo, ma si fa ugualmente apprezzare. Degne di nota anche una personalizzazione totale dei tasti – che permette a ogni player di decidere come combattere – e una localizzazione in italiano (solo nei sottotitoli) ben fatta e senza errori, cosa rara nel panorama odierno. Speriamo in aggiornamenti per il comparto armi e anche in DLC che aumentino la longevità di un titolo che meriterebbe di essere affrontato e riaffrontato per molto tempo.
Infine due parole vanno come sempre spese per la versione da noi esaminata, ossia quella per Nintendo Switch. Il porting è perfetto, senza sbavature né rallentamenti e ancora una volta abbiamo avuto la lampante dimostrazione di come la console di casa Nintendo riesca a esaltare gli indie – e in particolare questo Foregone – come nessun’altra piattaforma.
Foregone, l’ultima fatica dello studio canadese Big Blue Bubble, sbarca su console alla grande. Il titolo indie unisce elementi action votati all’avventura lineare in stile pixelloso 2D, con elementi RPG e venature Souls. Il ritmo di gioco veloce, la grafica fluida e una storia che riserva colpi di scena si coniugano in un titolo che convince e si distingue nonostante le similitudini con il pluripremiato Dead Cells. Poche pecche non rovinano l’esperienza di gioco che conquista e convince.
Pro
- trama convincente e articolata
- Gameplay veloce e divertente
- Grafica pixel art di pregevole fattura
- Animazioni convincenti
- Componente Souls e RPG valida
- Ottima caratterizzazione di schemi e nemici
Contro
- Qualche similitudine di troppo con Dead Cells
- Longevo ma non troppo
- Poche armi e armature