Flipping Death – Recensione
E fattela una risata, magari stanotte ti addormenti tra le braccia di Morfeo e ti risvegli domani tra quelle di Ade.
Triste Mietitore
Se non è questo quello che hanno pensato i ragazzi del talentuoso team indie Zoink, di sicuro poco ci mancava. Dopo aver virato con Fe il team di sviluppo fa retromarcia andando a farsi nuovamente influenzare dal filone del celebre Stick it to the Man, creando un piccolo gioiellino: Flipping Death. L’oscura signora sarà proprio come la si dipinge?
Penny, una longilinea ed esuberante ragazza, non ha problemi a lavorare in un negozio di pompe funebri, né si vergogna a mettere entusiasmo e persino humor in quello che fa. Purtroppo le persone che la circondano non sembrano apprezzare particolarmente il suo amore per il noir e il gotico, e tra queste c’è anche il suo attuale datore di lavoro che, per paura di fare brutte figure, non si fa scrupoli a licenziarla.
Certo per uno spirito libero come Penny un piccolo contrattempo come questo non è di sicuro né un problema né un motivo per farsi buttar giù di morale, anzi: la cosa le dà l’opportunità di avere un po di tempo libero inaspettato per passeggiare con il proprio fidanzato al chiarore della luna… in un cimitero.
Proprio tra lapidi e defunti Penny decide di prendersi gioco del suo amore infilandosi in un mausoleo che, destino vuole, cede sotto i suoi piedi uccidendola e portando la sua anima nel regno dei morti.
Mentre familiarizziamo con il nuovo mondo passando per le fasi della negazione, del problema e della rabbia, Penny si ritrova a chiacchierare con la Morte in persona, che a sua volta scambia la simpaticissima protagonista per il suo rimpiazzo. Di punto in bianco ci ritroviamo così negli ossuti panni del “triste” mietitore e, armati della sua falce, dovremo risolvere i problemi delle anime trapassate di recente.
Premesse interessanti e adatte a una storia di successo: a supportare queste solide basi troviamo inoltre un comparto grafico eccezionale nel suo timburtonesco stile fumettistico, che ricorda i primi esperimenti di Tim con la tecnica dello stop-motion.
Chiariamo il concetto: l’esperienza videoludica di Flipping Death non è realizzata in stop-motion ed è chiaramente opera di una computer grafica realizzata divinamente, ma la sensazione che si prova di fronte alle animazioni semi-statiche dei personaggi e l’emozione che quest’opera trasmette sono molto simili a quando si vede per la prima volta “La sposa cadavere” o “Nightmare Before Christmas“.
Non ci cercano una fluidità perfetta o un realismo portato all’eccesso, in Flipping Death l’obiettivo è divertire ed emozionare con uno stile semplice, quasi infantile. E in questo i ragazzi di Zoink centrano l’obiettivo in pieno!
Anche il gameplay dona a Flipping Death delle premesse interessanti: principalmente troveremo solo la possibilità di muoverci, saltare, interagire o lanciare la falce. Proprio quest’ultima pero si rivela essere molto più che un semplice strumento del mestiere: grazie ad essa è possibile teletrasportarci su brevi distanze, mietere anime erranti e possedere i viventi.
Per farlo, dal regno dell’aldilà dovremo metterci in corrispondenza di un vivente e sacrificare un minimo di anime erranti affinché la possessione abbia effetto: a questo punto grazie a un Flip scenografico ci ritroveremo nel mondo dei vivi e nel corpo del posseduto.
Questa meccanica di flip e possessione ci permetterà di scrutare nella mente del posseduto (i dialoghi sono volti a spiegarci cosa fare e/o a sbloccare quest alternative) e di utilizzarne il corpo a nostro piacimento per portare a termine i compiti che ci vengono affidati dai defunti.
Se pensate infatti che la morte ci liberi da ogni tormento vi sbagliate di grosso: ogni anima incontrata nel regno dei morti ha dei conti in sospeso, e indovinate un po’ a chi toccherà risolvere queste questioni? Esatto: proprio a voi e al vostro avatar virtuale.
Estremamente piacevole anche il modus operandi della nostra eroina nell’affrontare i puzzle che incontreremo lungo il cammino. Se pensate di risolvere tutto con la logica, infatti, vi sbagliate di grosso: a nessuno sano di mente verrebbe intuitivamente in mente di utilizzare la lingua lunga di un viscido opportunista come pennello per verniciare la barca di un marinaio ucciso dalla sua bella per aver battezzato la sua imbarcazione con il nome di “L’amante”.
Questo naturalmente è solo uno degli esempi di soluzione alternativa all’enigma che Flipping Death propone, ma la follia rimane una costante per tutta la durata del titolo che, per inciso, può essere terminato in 5 o 6 ore al massimo.
Fino a qui tutto bene: il gioco conquista e la trama regge bene aiutata sopratutto da un filone di humor nero che domina senza mai essere eccessivo. Purtroppo però nel giocare a Flipping Death ci siamo imbattuti in alcune pecche che penalizzano sensibilmente un titolo che poteva offrire molto di più. Prima di tutto i comandi sono spesso imprecisi e sembrano quasi realizzati con l’obiettivo di rendere frustrante o più lunga l’avventura. La falce per esempio può essere lanciata e noi potremo teletrasportarci ovunque essa si sia conficcata. Purtroppo sia il lancio che il teletrasporto sono imprecisi e sembrano dominati da una fisica troppo irrealistica.
Il medesimo problema con la fisica lo ritroviamo durante le possessioni: quasi a voler accentuare il senso di trovarsi in un corpo estraneo, ogni individuo che ci presterà il proprio corpo sarà difficile da comandare e impreciso nei movimenti, andando alla lunga a minare l’esperienza di gioco. Inoltre ci siamo anche imbattiti in un paio di situazioni in cui la nostra eroina si è ritrovata bloccata senza possibilità di uscita, costringendoci al riavvio forzato della partita.
Peccato, perchè bastava veramente poco per elevare un titolo dalle grandi premesse, che comunque rimane eccentrico e simpatico nelle sue tematiche e nel modo di rappresentarle: in fondo non bisogna mai prendere la vita troppo sul serio, tanto non ne usciremo mai vivi.
Flipping Death è l’ultima fatica del team di Zoink, uscito per Steam, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. La trama regge bene per tutta durata dell’avventura e riesce a divertire grazie a dialoghi surreali e a un ottimo humor nero sempre divertente ma mai eccessivo. Purtroppo l’opera viene penalizzata da un gameplay impreciso sopratutto sotto l’aspetto della fisica, ma per fortuna nel complesso si rivela un esperienza di gioco fresca e ideale per ammazzare… il tempo.
Pro
- Storia allegra e coinvolgente
- Ottimo comparto audio
- Humor demenziale
- Meccaniche nuove e interessanti
Contro
- Comandi imprecisi
- Bug bloccanti