Firewall Zero Hour – Recensione
Diciamolo chiaramente, senza troppi giri di parole: Firewall Zero Hour è un buon gioco. Pur non essendo quel prodotto seminale che cambierà per sempre la concezione dello sparatutto in prima persona, esso rappresenta senz’altro un’opera discretamente realizzata, contraddistinta da idee brillanti, appesantita da quelli che sono i limiti attuali di una tecnologia, quella di PlayStation VR, che non contribuisce a sprigionare la completa visione di un team di sviluppo davvero in gamba.
I ragazzi di First Contact Entertainment hanno saputo infatti forgiare un videogioco a tratti realmente coinvolgente, che si configura come un FPS tattico a squadre in cui l’obiettivo finale è quello di eliminare il team avversario o raggiungere la destinazione prefissata. La modalità principale del gioco, Contratti, pone la squadra di attaccanti alle prese con la necessità di hackerare un terminale che il team in difesa dovrà proteggere a ogni costo. Durante la virtual guerriglia, il nerboruto videogiocatore potrà utilizzare una discreta selezione di armi, prelevabile da un assortito bouquet di scelte belliche da effettuarsi nel pre-partita, in fase di personalizzazione del proprio eroe, e dovrà coordinare le proprie azioni, sincronizzando le proprie sinapsi con quelle degli altrettanto cazzuti compagni.
Sebbene la morte si avverta prepotente dietro ogni angolo, è rassicurante sapere che la rianimazione dei propri compagni di gioco sia sempre possibile, qualora lo si faccia in un lasso di tempo sufficientemente ristretto da non farli dissanguare completamente. Le nove mappe proposte costituiscono una buona selezione ludica, contribuendo a stimolare la rigiocabilità del titolo insieme a un sistema di unlocking progressivo che riempirà la vostra armeria di nuovi monili da battaglia, al raggiungimento di determinati quantitativi di punti esperienza.
Dotato di una interfaccia utente davvero chiara ed efficace, Firewall Zero Hour coniuga la semplicità di un sistema di controllo fondamentalmente basato sul puntamento della propria arma da fuoco nella giusta direzione, spazialmente tracciato mediante utilizzo congiunto di PlayStation Camera e una periferica qualsiasi tra Aim Controller, PlayStation Move o Dual Shock 4, a una esperienza in realtà virtuale decisamente immersiva. Qualora ve ne fosse il bisogno, inoltre, il gioco propone anche un breve tutorial, incidentalmente l’unico brandello di gioco esperibile in solitaria, che espone piuttosto chiaramente obiettivi e comandi in-game.
Un’immersione che, tuttavia, cozza decisamente con le limitazioni di una tecnologia che ne azzoppa l’esperienza, mortificando parzialmente tutti gli sforzi effettuati dal team di sviluppo. Innanzitutto, questo non è un gioco per chi soffre di motion sickness: nel corso di una partita, infatti, ai più sensibili capiterà soventemente di provare sensazioni di disagio strettamente correlati a questa problematica.
Come se non bastasse, la non elevatissima risoluzione e la poca profondità dell’immagine in generale rende la scena di gioco sgradevole alla vista in più di una circostanza, sia che si testi il gioco su PlayStation 4 “liscia”, sia che si esperisca Firewall Zero Hour tramite i potenziati circuiti in dotazione a PlayStation 4 Pro. Complessivamente, comunque, i modelli poligonali sfoggiati da questa creatura binaria si attestano su buoni livelli.
Infine, Firewall Zero Hour è il gioco dei caricamenti infiniti. A volte, e non è un eufemismo, durano più gli intervalli temporali intercorrenti fra una sessione ludica e l’altra che lo spezzone di gameplay stesso. Ciò che potrebbe limitare l’appeal del gioco, inoltre, potrebbe essere la community che la produzione sarà in grado di calamitare attorno a sé. Essendo un titolo unicamente multiplayer, quest’ultimo è un aspetto da non sottovalutare.
Firewall Zero Hour è un progetto coraggioso e realizzato con estrema dedizione. I risultati raggiunti, tuttavia, pur essendo discreti, non riescono a rendere il gioco quel prodotto che ogni possessore di PlayStation VR attendeva, un po’ per i limiti endemici della tecnologia, un po’ per i dubbi sulle dimensioni della community che il titolo riuscirà a coinvolgere.
Pro
- Gameplay immersivo
- Controlli intuitivi
Contro
- Tecnologicamente frenato dai limiti di PSVR
- Motion sickness