Fire Emblem: Radiant Dawn – Recensione Fire Emblem: Radiant Dawn
L’emblema di fuoco splende ancora
Quando si parla di Fire Emblem, ci si riferisce ad una saga che, in Europa, è in fondo piuttosto recente. Molti non sanno, però che le sue radici appartengono addirittura al NES. Radiant Dawn è il 10° capitolo per la precisione, ed è in dirittura d’arrivo anche il remake del primissimo, in uscita su DS.
Da sempre, la serie risponde ad alcuni canoni di base sulle quali è sempre rimasta fissa: si tratta di un RPG strategico a turni, ambientato in un mondo (che può differire a seconda dei capitoli) fantasy. Siamo chiamati a gestire un esercito, ed ogni personaggio è caratterizzato sia dal punto di vista della sua utilità tattica, sia dal punto di vista del suo ruolo nella storia. Da buon RPG giapponese, non mancano i punti esperienza, anche se non è possibile affrontare battaglie casuali e dunque aumentarla continuamente, in quanto ogni battaglia è un capitolo della storia.
Naturalmente, i punti esperienza aumentano le statistiche dei personaggi, ed è spesso necessario fare un po’ di selezione data la quantità di membri disponibili nel nostro esercito.
Un’ultima caratteristica della serie è la sua rigidità del sistema (ma qui è una cosa positiva) che non permette "scappatoie" come, appunto, continuare ad aumentare il proprio livello tramite battaglie casuali, e, dunque, il suo ottimo livello di difficoltà.
Next-gen ci siamo
Radiant Dawn è il primo capitolo ad approdare su piattaforma Next-gen e, trattandosi di una produzione Intelligent System, e dunque Nintendo, parliamo ovviamente del Wii.
Questo capitolo si sviluppa 3 anni dopo gli eventi di Path of Radiance, ottimo prodotto uscito per Nintendo Gamecube. Questa volta, saremo a capo della Brigata della Luce.
Il consiglio, dunque, è di cercare di mettere le mani sul capitolo precedente, se possibile, in quanto la storia è direttamente collegata.
Non solo: se avete un salvataggio completo di Path of Radiance, vi verrà anche chiesto se volete usufruirne all’inizio del gioco. In questo modo, i personaggi presenti in entrambi i capitoli, riceveranno dei bonus, e c’è anche qualche altra sorpresa.
Gameplay
Come già avrete capito dal paragrafo introduttivo, Fire Emblem vanta alcune caratteristiche di gameplay da sempre ramificate nella saga. In questo capitolo, comunque, troviamo qualche gustosa novità.
Un tutorial, è questa volta disponibile e accessibile in qualunque momento, fin dal menù iniziale. Ad ogni modo, vediamo un po’ la meccanica generale.
Come sempre, nelle battaglie, sarà possibile muovere i personaggi su una sorta di scacchiera, ovvero una divisione in quadranti della mappa di gioco. Ogni personaggio ha delle statistiche, che dipendono anche dal tipo di classe a cui appartiene. Tali proprietà sono la base delle sue capacità: quanto si può muovere, da quanti quadranti è in grado di attaccare, e così via. Naturalmente, le classi sono, come sempre, numerose: dai maghi ai soldati, dagli arcieri ai cavalieri, etc. Proprio le classi hanno subito alcune modifiche: nei vecchi capitoli, raggiunto il 20° livello o attraverso un oggetto, potevamo far salire di grado i nostri personaggi. In Radiant Dawn, è possibile ottenere un altro grado ancora!
Ritornano, naturalmente, i famosi "tris". Tali tris indicano una relazione di efficacia-debolezza tra le armi e tra le magie. Ad esempio, il famoso triangolo spada batte ascia, ascia batte lancia, lancia batte spada.
Per quanto riguarda la fisica del gioco, invece, un’altra interessante novità è ricoperta dall’altitudine: trovarsi più in alto, infatti, fornisce alcuni bonus ai danni e alla precisione, mentre alcuni malus vengono applicati a chi si trova sotto.
Oltre all’altitudine, sono presenti anche alcuni varchi, nei muri o in altri luoghi, attraverso i quali possiamo punire i nemici sprovvisti di armi da lancio.
Nel gioco, sono presenti altre novità minori, come la tribù dei lupi, o la possibilità di far raggiungere il livello SS alle armi, e qualche altra chicca ancora.
Come avrete capito, in Fire Emblem è fondamentale la strategia. E’ importante tenere conto delle statistiche dei personaggi e fare un paio di calcoli quando vi trovate di fronte ad un avversario, dato che da tali statistiche dipende il vostro danno (fatto e subito). E’, ovviamente, importante anche come vi muovete sulla mappa, e quali altre scelte operate (proteggere, etc).
Va ricordato, inoltre, che una caratteristica del gioco è la morte definitiva dei personaggi. Ciò significa che se una vostra unità cade in battaglia, non avrete la possibilità di riutilizzarla, a meno che non ricarichiate la partita.
Per concludere l’aspetto gameplay, segnalo che il gioco non trae vantaggio delle peculiarità del Wii, bensì sono numerosi i sistemi di controllo, pad del Gamecube compreso.
Aspetto tecnico
Purtroppo, qui arrivano le prime pecche.
Il motore grafico del gioco è fondamentalmente lo stesso di Path of Radiance, che già allora non spremeva troppo l’hardware del Gamecube. Qualche miglioramento, fortunatamente, è stato apportato, soprattutto ai personaggi. La mappa, in particolare, resta piuttosto scarna. Le animazioni di battaglia, invece, sono piuttosto belle da vedere, ma potrebbero stufare alla lunga, e, per accelerare il gioco, è possibile disattivarle.
Impostando i 16:9, addirittura, in alcune scene è stato operato un incomprensibile taglio ai lati e delle bande con sfondo contornano la scena.
Tutto questo è un peccato, perché un dettaglio insufficiente si contrappone ad un eccezionale design generale.
Va detto però, che sono presenti alcuni filmati in uno stile misto anime-cell shading a dir poco spettacolari, proprio come il filmato iniziale: tali filmati erano una piacevole chicca già in Path of Radiance.
A livello audio, le cose vanno già molto meglio. La colonna sonora è maestosa e sempre azzeccata. Nei momenti di battaglia, così come nei momenti di piacevole conversazione.
Ma, in particolare, c’è una grandissima novità: il doppiaggio in italiano delle scene di intermezzo. Doppiaggio, peraltro, finalmente di buona qualità.
Gli effetti sonori, sono ovviamente di buona qualità. Il clangore delle armi e tutto quello che concerne le epiche battaglie è stato ben ricreato.
La longevità è a dir poco elevata. Oltre 40 capitoli di gioco, una storia appassionante, e un fattore rigiocabilità piuttosto consistente, dato l’alto numero di personaggi a disposizione (che comporta delle scelte obbligate) e la possibilità di personalizzarli.
L’introduzione di un sistema di salvataggio più comodo, durante le missioni, viene in soccorso anche ad una maggiore durata media di esse e ad una difficoltà notevole.
Commento conclusivo
Fire Emblem non è un gioco semplice, ma resta un gran gioco. Chi ha giocato ad un altro capitolo, si è sicuramente fatto un’idea del tipo di prodotto. Per tutti gli altri, anche qualora non foste in grado di reperire il capitolo precedente, dategli una possibilità. Come ho già sottolineato, il gioco è impegnativo, oltre che lungo. Un minimo di strategia è fondamentale, ancora di più se siete decisi a portare "sani e salvi" tutti i membri del vostro esercito. E, visto che la trama è avvincente e interessante, e non c’è da sorprendersi ad affezionarsi ad alcuni personaggi, sarà probabilmente così. Fire Emblem risulta un gioco un filo in controtendenza con gli altri titoli Nintendo, sia come target che come impostazione. In questo caso, è un’ottima controtendenza.