Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia – Recensione
Ci sono scenari senza tempo capaci di regalare emozioni e di incarnare storie in maniera magica e fiabesca. Il medioevo cavalleresco è senza ombra di dubbio uno di questi, grazie alle componenti che lo caratterizzano: duelli a fil di spada e principesse da mettere in salvo, pirati e stregoni, re avidi e cavalieri senza onore, draghi e incantesimi e naturalmente regni da salvare. Tutto finisce per essere elemento di insieme nella storia che andiamo a sviscerare.
Parleremo di Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia per Nintendo 3DS e 2DS, remake di un discusso spin-off del 1992, frutto del tentativo di trovare la giusta rotta per quello che sarebbe stato un marchio di sicuro successo nel tempo: Fire Emblem.
Dame e cavalieri
Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia narra le vicende di Alm e Celica, entrambi orfani dei genitori, entrambi marchiati dal destino, ed entrambi lasciati alle amorevoli cure di un cavaliere in pensione: Sir Micene. Quest’ultimo, copertosi di gloria in battaglia, decide di trascorrere gli anni del tramonto in un modesto villaggio in compagnia dei suoi adorati nipoti. Nipoti per modo di dire, perché mentre Alm è convinto di essere davvero parente del prode cavaliere, Celica sa bene di non esserlo. Essa infatti altri non è che la figlia del re caduto, portata in salvo dal soldato prima che qualcuno potesse farle del male.
Il destino dei due giovani si intreccia in una tenera quanto tormentata storia di amore, che se in giovane età viene confusa come semplice amicizia, con il passare del tempo diviene simbolo di quell’amore cavalleresco tipico dei racconti del medioevo. Separati dagli eventi, i due giovani passeranno gli anni che li porteranno all’età adulta con il costante pensiero di ritrovarsi, spinti da una promessa di eterna devozione che si scambiarono al loro addio forzato.
Il giovane Alm verrà istruito dal “nonno” Micene all’arte della spada e alla via dei cavalieri, mentre la giovane Celica sarà instradata verso il cammino da sacerdotessa della Dea Madre. Entrambi crescono ed entrambi finiscono con l’eccellere nella via scelta per loro; ma un’altra cosa li accomuna oltre al desiderio di incontrarsi: la volontà di liberare il popolo dall’oppressione del tiranno di turno, che mette a ferro e fuoco il paese spinto da un obiettivo per ora ancora oscuro.
Dopo i primi due capitoli dove i nostri eroi percorreranno strade diverse, li vedremo infine riunirsi in un passionale abbraccio. Ma, come ogni poema cavalleresco che si rispetti, ideali e onore hanno il sopravvento e i ragazzi percorreranno strade diverse per giungere al medesimo obiettivo: la pace. Celica intraprenderà un cammino volto a cercare aiuto nella Dea Madre nella speranze che questa le indichi la via, mentre Alm si ritroverà a coprire un ruolo di spicco nei Liberatori: l’ultimo baluardo della resistenza armata contro il tiranno.
In altri punti della storia i loro destini si incroceranno ma non vogliamo svelare troppo di quella storia poetica e avvincente che Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia sarà in grado di regalarvi.
Le differenze dalla serie
Come dicevamo in apertura, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia è il remake di Fire Emblem Gaiden uscito per NES solo in Giappone nel lontano 1992. Questo capitolo offriva dinamiche diverse dalla serie originale e per questo fu soggetto a molte critiche da parte del pubblico. Oggi Nintendo lo ripropone in una nuova veste come spin off che gli amanti del genere vorranno assolutamente giocare. Ma anche questo “nuovo” capitolo della serie si discosta dai canoni convenzionali: per essere precisi li arricchisce di alcune feature e li semplifica in altre.
Di base, naturalmente, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia propone uno stile di combattimento classico a cui tutti siamo abituati. Si tratta, per quei pochissimi che ancora non lo conoscono, di uno strategico a turni gestito su scacchiera in cui terreno e forze in gioco decidono le sorti della battaglia. Le abilità complementari del singolo membro del team formano un tutt’uno con la strategia decisa dal giocatore, decidendo di fatto l’esito dello scontro. Ma in questo spin off il tutto risulta più fluido e scorrevole, forse troppo.
In Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia per esempio il livello di difficoltà è settato verso il basso: sarà possibile giocare fin da subito a livello esperto con i nostri combattenti che ritornano dopo ogni scontro o a livello facile ma con le morti permanenti. In entrambi i casi la sfida è alla portata di tutti – principianti compresi – e l’unico elemento di difficoltà vero e proprio è affrontare la sfida a livello difficile, con morti perenni e portando a casa tutti i membri del nostro team sani e salvi.
Non è questa però la sola semplificazione applicata a Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia: non troverete più armi deteriorabili, e ogni membro potrà utilizzare una sola arma per volta. Questa ha la facoltà di crescere nel tempo fornendo nuove abilità al personaggio, ma a differenza dei capitoli passati, non esistendo più il triangolo classico delle armi ascia-spada-lancia, tutto si basa sul valore del singolo personaggio utilizzato. Inoltre le magie non fanno più riferimento a una barra del mana apposita ma consumano la vita stessa di chi le usa. Cosi Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia risulta davvero molto semplificato e quella forte componente tattica del titolo va scemando velocemente, facendo storcere il naso ai puristi della saga.
Inoltre i nuovi elementi introdotti non forniscono quello spunto in più che potrebbe compensare le semplificazioni: esplorare alcuni dungeon in 3D affrontando nemici a fil di spada, (solo per il primo colpo poi si comincia la battaglia sulla classica scacchiera), e le storie parallele che si incrociano non sono sufficienti a compensare le mancanze. Trova posto anche l’aggiunta della possibilità, tramite un amuleto, di far tornare indietro il tempo un tot di volte per provare tattiche diverse, elemento utile in una battaglia ostica. Questo connubio di novità e snellimento delle dinamiche spiazza e disorienta chi ha giocato i precedenti capitoli, ma bisogna ammettere che alla lunga può rivelarsi piacevole, adattando il target a chi vuole una partita veloce senza pensare troppo, piuttosto che una battaglia lunga e calcolata che Fire Emblem di solito propone.
Il comparto tecnico
Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia sotto l’aspetto tecnico non delude e offre esattamente quello che offrono tutti gli altri capitoli della serie. Artwork curati che vestono personaggi ben caratterizzati e complessi; colonna sonore sempre adatta al contesto contornata da un ottimo doppiaggio (solo in giapponese e inglese, con sottotitoli in italiano); e animazioni poligonali efficaci ma non troppo curate. Tutto esattamente come era lecito aspettarsi. Va detto che ogni tipo di pecca viene ampiamente colmato dalla trama, intricata, reale, crudele e sanguinosa, ma al contempo dolce e romantica.
Inoltre, per gli amanti degli Amiibo, presto Nintendo commercializzerà le statuine dei due protagonisti: Alm e Celica, utilizzabili sia nel gioco che naturalmente nei titoli compatibili. In Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia i due protagonisti sono anche in grado di evocare cavalieri fantasma che li aiutino in battaglia, il tutto semplicemente selezionando l’opzione nel menù apposito e avvicinando qualsiasi Amiibo al lettore.
Se pur spoglio di molte feature che nel tempo hanno reso celebre la saga Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia non delude. Bisogna solo oltrepassare le barriere a cui siamo abituati e rendersi conto che questo è uno spin off originale e con una trama ricca. Ogni dettaglio al fine trova il suo posto in un’immagine iconica che trasmette in pieno l’ardore della tenzone e l’onore della lotta, il tutto volto all’amore idolatrato tipico del contesto in cui Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia è collocato: dopo tutto si tratta sempre di Fire Emblem.
Pro
- Trama complessa e curata
- Artwork mirabili
- Caratterizzazione curata
- Colonna sonora coinvolgente
- È Fire emblem...
Contro
- ... anche se non in tutto però
- Semplificazione eccessiva