Final Fantasy XVI The Rising Tide RECENSIONE | Cala il sipario
Final Fantasy XVI The Rising Tide rappresenta la fine del supporto per l’ultimo Final Fantasy mainline. Durante questi 11 mesi dal lancio, la sedicesima fantasia ha raccolto opinioni principalmente positive ma accompagnate da delle critiche significative in alcuni aspetti.
Alcuni dei principali difetti del gioco stanno nella struttura delle missioni, nella mancanza di elementi RPG e nell’assenza di un effettivo endgame che non sia il semplice NG+. I DLC sono stati un’occasione per colmare alcuni dei problemi, tuttavia i risultati sono stati accettabili, ma non eccelsi.
Final Fantasy XVI The Rising Tide, si conclude l’avventura di Clive con una secondaria bella ma un po’ annacquata e una nuova, bella, sfida.
The Rising Tide si pone come l’espansione più “grossa” del gioco, rispetto a Echoes of the Fallen che invece voleva essere un semplice dungeon opzionale. Infatti nel corso del DLC approderemo in una mappa di gioco completamente inesplorata.
Ci saranno nuove secondarie, nuovi Eikon e una narrazione più impegnata e sfaccettata rispetto alle vicende che riguardavano Omega. Dovremo aiutare una tribù nascosta all’occhio del resto del mondo a domare l’Eikon perduto, Leviathan.
La nuova zona esplorabile è esteticamente molto gradevole, così come il dungeon proposto al suo interno e i boss affrontabili. Nonostante la durata dell’espansione non sia comunque altissima, si vede che c’è stato un maggiore focus sul dare più contenuto rispetto a quanto visto in Echoes of the Fallen.
Tuttavia se sembra che, fino ad ora, sono stato molto superficiale per preparare la vera punchline della recensione…è perché è esattamente così.
Qualità o quantità?
Alla conclusione della storia proposta nell’espansione mi sono ritrovato a pensare una cosa: ho preferito di molto Echoes of the Fallen a Rising Tide. Entrambi i DLC offrono trame semplici, concentrate sull’ampliare la “lore” del gioco e usate come scusa per poi arrivare alle botte.
La differenza nei due prodotti sta in come sono presentati. Se è vero che The Rising Tide dura di più, ciò è possibile solo perché il contenuto proposto è stato fortemente annacquato. La nuova mappa è esteticamente gradevole ma vuota, le nuove secondarie ci sono…ma sono le secondarie del XVI.
Le battaglia proposte le ho trovate peggiori, con Leviathan che reputo l’Eikon meno riuscito del gioco. Non si tratta di una brutta battaglia, tuttavia è ben lungi da Bahamut e Ultima e meno curata di Titan e Garuda, pur avendo un impatto estetico di livello nella sua fase finale.
In generale, l’offerta narrativa di questa espansione è uguale a quella della scorsa, ma allungata col solo obiettivo di simulare un valore aggiunto. Sono sicuro che gli sviluppatori abbiano cercato di rendere effettivamente sostanziosa quest’ultima avventura, purtroppo non penso ci siano riusciti.
Parliamo sempre e comunque di Final Fantasy XVI
Fortunatamente, la base su cui hanno lavorato è solidissima sotto il punto di vista del gameplay e i punti di forza dell’espansione arrivano proprio quando il protagonista è in combattimento. Nonostante Leviathan mi sia piaciuto meno degli altri Eikon, rimane una bella battaglia, ma dove il gioco si supera è nel boss che lo precede.
Alla fine dell’unico dungeon di The Rising Tide (molto più corto di quello di Echoes of the Fallen, vedete perché reputo che il contenuto sia annacquato?) c’è una battaglia fenomenale, forse il miglior esempio presente in gioco del vero talento del team di Final Fantasy XIV.
Si tratta di un nemico molto ispirato ad uno dei villain principali del XIV, a sua volta ispirato alla Round Table di Final Fantasy VII, re-immaginato in un contesto diverso. Proprio in questo processo di re-immaginazione di vecchie icone della saga, fuse a nuove idee, sta la formula che ha reso celebre la Creative Business Unit III.
Il design della boss-fight è eccezionale, abbastanza difficile e anche molto diverso da ciò che è stato proposto nel gioco vanilla. Per tutte le riserve che ho su The Rising Tide, il boss di cui parlo rappresenta ciò che per me è la forma ideale di un contenuto DLC. Un qualcosa di nuovo, curato alla perfezione e che vale il prezzo del biglietto.
L’unico peccato è l’assenza di un tema ad-hoc per lo scontro. Sarebbe stato bello sentire un remix di Heroes da Heavensward accompagnare la battaglia, invece hanno optato per tenere il classico tema da mini-boss di Final Fantasy XVI.
I due Eikon e il Kairos Gate
Arriviamo infine alla parte più positiva della recensione. Final Fantasy XVI The Rising Tide non aggiunge un solo Eikon, ma due. Il primo è ovviamente Leviathan, un potere molto particolare che propone uno stile di gioco molto diverso da ogni altro Eikon.
Sembra quasi un’arma da fuoco, ma non è da utilizzare a distanza, passivamente. Invece spinge a rimanere sempre in mezzo ai nemici, a schivare e contrattaccare, trovando ogni tanto una finestra per ricaricare le munizioni e tornare all’attacco.
Mentirei se non dicessi che mi ci è voluto un attimo per abituarmi al play style di Leviathan, ma una volta compreso l’ho apprezzato parecchio. L’altro invece, non lo spoilererò, limitandomi a descriverne il funzionamento.
Si tratta della cosa più vicina alla “God Mode” offerta in Final Fantasy XVI. Cambia completamente il moveset di Clive, sostituendolo con due grosse ali che colpiscono velocemente e con ampio raggio. L’aggiunta è molto più semplice rispetto a Leviathan ma altrettanto gradita.
Per chi stesse aspettando per fare il NG+ e prendere il platino, ora è il momento migliore. Per sbloccarla bisognerà accedere al Kairos Gate, unico vero contenuto end-game di Final Fantasy XVI, aggiunto appunto con The Rising Tide.
Kairos Gate è essenzialmente la Bloody Tower di Devil May Cry, leggermente rilavorata per essere più corta e per includere degli elementi RPG Rogue-lite. Apprezzo l’aggiunta, per quanto a mio parere non doveva essere parte del Season Pass…
In conclusione
Final Fantasy XVI The Rising Tide è un’espansione che non eccelle ma che offre comunque del contenuto memorabile. Se Leviathan è stato piuttosto deludente, il boss che lo precede vale da solo il tempo investito nel gioco. IL DLC vale anche il suo prezzo, tuttavia raggiunge tale valore anche grazie al Kairos Gate.
Se volete giocare altro Final Fantasy XVI, il Season Pass è decisamente consigliato. Se invece speravate di essere affascinati dalla narrazione, allora potete tranquillamente evitare entrambi i DLC. Se ancora non avete affrontato la sedicesima fantasia finale, vi lascio qui i link alla mia recensione e alla pagina PSN da cui acquistare il gioco.
Un'espansione sufficiente che si salva grazie agli Eikon aggiunti e al Kairos Gate.
Pro
- I nuovi Eikon son ottime aggiunte al combattimento
- Una bossfight eccezionale
Contro
- Storia annacquata
- Leviathan deludente