Final Fantasy XIV Endwalker – Recensione
C’è una strana amarezza, quasi nostalgica, nel parlare di Final Fantasy XIV Endwalker. Un progetto disastroso, riportato in vita per miracolo e forgiato in quello che è il miglior Final Fantasy dell’epoca moderna (e attualmente il più popolare MMO in circolazione). Abbiamo già parlato di tutto ciò in questi anni, sia con i nostri focus su Naoki Yoshida che con i nostri pezzi su Shadowbringers. Ora, ci troviamo dinnanzi alla fine della storia di Final Fantasy XIV; Endwalker non segna una seconda chiusura dei server, ma chiude seccamente l’intero arco narrativo dell’MMO, ricollegando tutto ciò che è rimasto in sospeso.
E proprio per questo aveva un compito arduo…ma d’altro canto, avete già visto il voto nell’anteprima, quindi avete già capito cosa pensiamo di questa conclusione della “Tale of the Stars”.
Vedendo il voto tondo che abbiamo deciso di assegnare a Endwalker, vi starete sicuramente chiedendo come sia possibile. Un gioco del genere MMO, specie con una struttura tanto datata come Final Fantasy XIV, deve avere dei difetti; e avete ragione. Quindi partiamo proprio da questi per poi giustificare come Endwalker sia più della somma delle sue parti. I principali punti deboli di Endwalker sono principalmente 2 a nostro parere. Il primo riguarda il pacing narrativo.
A differenza di Shadowbringers, nel quale non abbiamo mai sentito che qualche sezione fosse inutile o superflua, Endwalker ha un paio di sezioni che sono state tirate un po’ per le lunghe…principalmente nelle missioni di inizio gioco, che potevano essere accorciate di molto. Il secondo invece rimane il difetto intrinseco della struttura MMO, per il quale in diverse missioni non si farà nulla di molto interessante se non “il postino”.
Detto ciò, la narrativa decolla dopo le prime 10-15 missioni e la sua qualità maschera egregiamente le varie missioni poco ispirate “da MMO”, in quanto porta i giocatori a volere scoprire sempre cosa si cela dopo la prossima cutscene. Tuttavia è inevitabile citare queste due pecche, perché obiettivamente sono presenti e in base al tipo di giocatore, possono pesare più o meno sull’esperienza. Detto ciò, da questo punto in poi, non sentirete più un singolo punto negativo su Final Fantasy XIV Endwalker.
Se già all’uscita di Shadowbringers consideravamo Final Fantasy XIV il migliore della saga moderna (e in realtà anche non), Endwalker non fa altro che rafforzare questa idea. La punta di diamante dell’opera di Naoki Yoshida rimane ovviamente l’eccellente narrativa, la quale giunta al suo apice può dare il meglio di sè senza alcun timore. La sceneggiatrice Ishikawa aveva già dimostrato un talento impressionante, ma in questa espansione sembra raggiungere livelli ossessivi di attenzione al dettaglio, che rendono l’esperienza estremamente remunerativa per i giocatori di vecchia data.
Tutto ciò che un avventuriero di Eorzea ha fatto nel corso di ogni espansione verrà utile in qualche modo per il finale. Ogni raid, ogni personaggio, persino eventi disponibili solo all’interno di alcune quest di classe hanno una certa valenza. Il tutto senza creare effettiva confusione a chi invece ha giocato solo il minimo indispensabile. A livello di scrittura vi è un preciso equilibrio tra il regalare fanservice, anche sottile, ai fan di vecchia data e l’evitare di cadere in una semplice esagerazione di citazioni a discapito della storia.
La quantità di cura messa negli eventi è tanta da arrivare persino a utilizzare i testi di alcune colonne sonore molto importanti per ricontestualizzare interi eventi senza ricorrere a spiegazioni stucchevoli. Ciò è anche aiutato dal fatto che, nel limite del motore grafico, Endwalker continui il processo iniziato già da Stormblood di dare un taglio registico più moderno alle cutscene di gioco o di integrare eventi importanti nel gameplay piuttosto che nei dialoghi. In particolare ci sono alcune scene, nelle quest di livello 87, tra le migliori che abbiamo mai visto, non solo nei Final Fantasy, ma nemmeno nei videogiochi, ma in generale in qualsiasi medium.
Il tutto rimanendo saldamente ancorato alla sua natura di videogioco e di MMO e usandola a suo vantaggio per aiutare la storia. Piuttosto che scrivere una trama attorno alle meccaniche di gioco, il team ha creato un’avventura che usa le meccaniche a proprio vantaggio. Nei momenti finali dell’avventura non è più il nostro personaggio a interagire con Eorzea, a volere salvare il mondo, siamo noi giocatori e il gioco lo sa. Senza usare tecniche particolari come nel caso dei Nier di Yoko Taro, Final Fantasy XIV Endwalker riesce a distruggere la quarta parete semplicemente tramite una narrazione talmente curata da riuscire a parlare a colui che è dall’altro lato dello schermo senza veramente nominare l’esistenza di tale quarta parete.
Ovviamente, una narrativa tanto solida cadrebbe senza l’ausilio di una direzione di gioco all’altezza, ma su quest’ultima avevamo ancora meno dubbi di quanti ne avessimo sulla trama. Naoki Yoshida è un uomo da un talento di leadership raro, perfetto per un progetto come questo. Con lui a capo, il team sa esattamente cosa i giocatori vogliono…ma non si limitano ad accontentarli. Ciò che fanno è invece portare i giocatori a desiderare di vedere ciò che loro vogliono mettere in atto. Durante le 45 ore di main scenario di Endwalker ci sono infatti degli eventi che, se estrapolati dal contesto, ci avrebbero fatto rabbrividire. Eppure, una volta nel mezzo delle quest non ci siamo mai fermati a pensare per valutare le scelte intraprese, siamo sempre stati semplicemente soddisfatti di continuare sulla via che ci hanno posto dinnanzi. Un fatto non da poco quando consideriamo quanto il capitolo finale di Final Fantasy VII Remake sia stato recepito male dai fan per avere tentato una cosa molto simile.
A livello di gameplay, Final Fantasy XIV è rimasto ciò che è sempre stato, un MMO skill based molto divertente e non particolarmente hardcore. Il contenuto hardcore è presente, ma più che opzionale. Abbiamo potuto provare i due nuovi extreme, in attesa dei raid Savage, e apprezziamo molto la ritrovata caoticità della bossfight che si era un po’ persa nelle ultima patch di Shadowbringers.
I cambi alle varie classi sono molto intelligenti, alcune hanno avuto upgrade migliori, altre peggiori, ma quelle che abbiamo provato a ora ci convincono tutte a pieno. Le due nuove classi, Reaper e Sage, sono estremamente divertenti ed efficaci, quindi sul fronte gameplay non abbiamo alcuna critica da avanzare.
Anzi, possiamo anche aggiungere che l’aumento, per quanto leggero, di difficoltà rispetto a Shadowbringers è ben accolto e si sposa bene con la gravità della narrativa.
Ovviamente, non possiamo non parlare della colonna sonora, altro piatto forte di Final Fantasy XIV che con Endwalker si riconferma sullo stesso, eccellente, livello di sempre. Le tracce dei boss sono fenomenali, quelle dei dungeon pure e l’ultima zona del gioco ( compresi dungeon e boss finale) contiene talmente tante ost memorabili che potrebbero vendere un CD solo con quelle e varrebbe qualsiasi cifra volessero estorcerci. Soken si è superato in questa espansione, considerando anche la sua battaglia col cancro vinta durante lo sviluppo, mettendo come sempre cuore e anima in ogni composizione. La traccia Endwalker – Footfalls (che potete sentire anche nel trailer) incapsula perfettamente i 10 anni di narrativa che si chiudono con un’ultima grande dedica a ogni espansione.
Giustificare un voto tanto importante senza entrare in campo “spoiler” è difficile, ce ne rendiamo conto. Tuttavia la singola frase che posso dire per riassumere il tutto è: giocatelo, ne vale la pena. Vale la pena pagare l’iscrizione, vale la pena giocare un Final Fantasy Online, vale persino la pena aspettare 3 ore in coda come abbiamo fatto noi al dayone ( coda che fortunatamente non è più presente, almeno non in tale esagerata capacità). Final Fantasy XIV è un’esperienza unica nel mondo videoludico, qualcosa che né WOW né un normale Final Fantasy possono regalare, ed Endwalker è l’apice della serie. Abbiamo iniziato l’espansione con grandi aspettative, ma consci del fatto che Shadowbringers non poteva essere superato. L’abbiamo conclusa stupefatti da ciò che il team ha avuto il coraggio di raccontare. Giocare Final Fantasy XIV costa tanti soldi e tanto tempo, non tutti ne avranno la disponibilità purtroppo, ma nonostante ciò, non possiamo che essere felici di avere partecipato a questa grande avventura.
Pro
- Narrativa eccezionale
- Riesce a concludere alla perfezione 10 anni di narrativa
- I migliori personaggi della serie
- La migliore colonna sonora della serie
- Nuove classi divertenti
- Rework intelligenti alle vecchie classi
- Esteticamente unico
- Lo spazio per scrivere i pro è finito
Contro
- Inizio lentino
- Ho aspettato 7 ore per entrare un venerdì pomeriggio
- Difficilmente le prossime espansioni saranno all'altezza