Final Fantasy XII: The Zodiac Age – Recensione
Square Enix, si sa, non è nuova alla pubblicazione di riedizioni di riedizioni di titoli di punta e, discutibili fini di lucro a parte, i fan dei vari franchise hanno sempre accolto a braccia aperte ogni nuova versione dei propri giochi preferiti. Il caso di Final Fantasy XII: The Zodiac Age risulta però inattaccabile anche dai detrattori di tale pratica: si tratta infatti di una versione riveduta e corretta di Final Fantasy XII: International Zodiac System, pubblicazione mai uscita dal territorio giapponese e che già allora prevedeva al suo interno non poche migliorie.
Final Fantasy XII è giudicato da molti come il vero canto del cigno della saga, un titolo bello da vedere ma senza “l’anima di Final Fantasy”, con personaggi piatti e una trama poco coinvolgente. Al di là dei gusti soggettivi, è ovvio che chiunque dieci anni fa non abbia apprezzato la narrativa del titolo non troverà nulla di nuovo in Final Fantasy XII: The Zodiac Age; la nuova edizione non aggiunge infatti nulla alla storia (a differenza ad esempio dell’edizione International di Final Fantasy X-2) e si focalizza sugli aspetti tecnici e di bilanciamento del gameplay.
I primi macroscopici miglioramenti sono quelli riguardanti grafica e comparto audio: il titolo gira su PlayStation 4 Standard a 30 FPS stabili: modelli poligonali, menu e filmati sono stati adattati agli standard qualitativi moderni (per quanto ovviamente la grafica rimanga sempre e comunque quella del titolo originale) e l’intera colonna sonora è stata registrata da zero a partire da una reale orchestra in concerto, con tanto di 8 nuove tracce esclusive della Zodiac Age.
Dal menu delle opzioni è anche possibile selezionare il comparto audio originale ed è disponibile la scelta tra il parlato giapponese e inglese. È presente la localizzazione italiana di sottotitoli e menu e, per quanto come al solito alcune traduzioni risulteranno infelici agli occhi dei più esperti, il risultato finale è più che soddisfacente. Final Fantasy XII: The Zodiac Age prevede anche un supporto ai trofei del Playstation Network, molti dei quali legati al raggiungimento di obiettivi per niente semplici.
Come suggerito dal nome stesso, punta di diamante di Final Fantasy XII: The Zodiac Age è il Zodiac Job System: trattasi di un restyle totale del sistema di Licenze, adesso limitate a un massimo di due per personaggio. Ognuna delle dodici classi disponibili ha una “scacchiera” diversa, con abilità, magie ed equipaggiamenti unici. Per chiunque avesse giocato l’originale Final Fantasy XII, il passaggio da un party di tuttofare a una situazione così limitante potrebbe star stretto, ma è innegabile che il sistema funziona e aggiunge non poca profondità alla gestione del party.
La scelta della giusta complementarità fra i job di ogni personaggio non è indispensabile per concludere il gioco, pensato per essere più o meno fattibile con qualunque combinazione di ruoli e personaggi in squadra, ma permette (e obbliga) il giocatore a dare il giusto peso alle proprie decisioni, a scegliere un approccio tattico specifico e perché no, a giocare di roleplay assegnando a ogni eroe la classe che ritiene più affine alla loro natura.
Final Fantasy XII: The Zodiac Age punta anche ad agevolare l’esplorazione all’interno di un titolo che, per quanto invecchiato bene, ha comunque la sua età. Le ampie aree di gioco non faranno più paura, grazie alla possibilità di mantenere in trasparenza a schermo la mappa, senza quindi dover aprire di continuo il relativo menu, ma la vera e graditissima novità è l’introduzione della Modalità Accelerata: con la pressione di un semplice pulsante, il giocatore potrà velocizzare movimenti e battaglie del 200% o (feature non presente nella Zodiac System giapponese) del 400%, senza che la sound track risulti alterata.
Una vera manna dal cielo per gli appassionati di farming e min-maxing, non più costretti a perdere decine e decine di ore in una pratica tanto soddisfacente quanto ripetitiva; a ciò si aggiungono i caricamenti notevolmente ridotti tra un’area e l’altra, la presenza dell’autosave, oltre al classico e sempre presente backup manuale dei dati.
Final Fantasy XII: The Zodiac Age non cancellerà l’incubo di migliaia di giocatori per il recupero della leggendaria Zodiac Spear, ma offre più che valide alternative grazie all’aggiunta di numerosi equipaggiamenti altrettanto potenti e un discreto numero di nuovi gambit e oggetti consumabili: l’odiata e ambita arma diventa quindi più una sfida contro la sorte e contro se stessi, più che una necessità parametrica per l’ottimizzazione del party.
La nuova edizione del gioco contiene al suo interno anche piccoli, ma numerosi bilanciamenti riguardanti gli effetti degli oggetti, la crescita delle statistiche e l’assortimento dei negozi; è stata anche rivista la collocazione di alcuni nemici e l’apparizione degli scrigni, adesso molto più frequenti e dalla pool di oggetti più ampia. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di controllare i personaggi Ospiti all’interno del party e gli stessi Esper, con tanto di personalizzazione dei loro Gambit.
Sono inoltre presenti ben due tipi di New Game Plus e la Modalità Sfida, pensati ad hoc per coloro i quali, raggiunto l’end-game con le migliori armi del gioco, volessero comunque continuare a mettersi alla prova con battaglie in cui la strategia conta tanto quanto le statistiche.
Final Fantasy XII: The Zodiac Age risulta molto più godibile rispetto alla versione classica del titolo, offre una maggiore profondità sia parametrica che di roleplay e rende più fruibili tutte quelle meccaniche di “grinding vecchia scuola” che per i giocatori meno attempati potrebbero risultare indigeste. Si tratta di un titolo tanto criticato quanto qualitativamente indiscutibile, punto di svolta della saga dal genere GDR a turnazione pura all’ibrido tattico/action. Il rilascio worldwide di questa versione definitiva potrebbe (e dovrebbe) anche essere un’occasione di giudicare con sguardo più maturo e consapevole il comparto narrativo, assai discusso ai tempi dell’uscita, ma tragicamente più “compatto” rispetto a molti suoi successori.
Pro
- Ottima rimasterizzazione grafica e sonora
- Corregge il tiro sulle sbavature dell'originale versione europea
- Il sistema Gambit convince come in passato
- "This is a fantasy based on reality"
Contro
- Il Zodiac Job System sarà croce e delizia dei nostalgici
- Lip sync inglese poco convincente
- L'interfaccia simil MMORPG potrebbe risultare sgradevole
- Nessun personaggio risulta particolarmente memorabile