Final Fantasy IV – Recensione Final Fantasy IV
Il capostipite dell’era SNES
Final Fantasy IV, tanto risalito in auge grazie al famoso remake per Nintendo DS, vide la luce per la prima volta nel lontano 1991, per la consolle giapponese Famicom. Disgraziatamente l’Europa è stata privata di questo vero e proprio gioiello, fino a quando per fortuna non sono stati prodotti dei remake per PlayStation (FF Anthology, che comprendeva anche FFV) e per GBA: questi ultimi erano semplici trasposizioni della versione originale, con leggeri cambiamenti a livello di grafica ma senza altro di particolarmente rilevante a livello di gameplay. Il remake per DS invece rappresenta una vera e propria rivoluzione, degna di un titolo di tale portata.
Stiamo parlando infatti di un gioco che è rimasto ingiustamente celato ai più per troppo tempo ma che, se fosse uscito solo pochi anni più tardi, ora sarebbe considerato con ogni probabilità nell’Olimpo dei Final Fantasy. Personaggi carismatici e tormentati come non mai, storia profonda e drammatica e un ritmo narrativo frenetico rendono Final Fantasy IV un’esperienza ludica da provare assolutamente: se non con le versioni "antiche", che oggigiorno possono risultare un po’ ostiche ai non amanti del retrogaming, con il remake per Nintendo DS.
Ad ogni modo, ecco che cosa serbava per il mercato la Square all’inizio degli anni ’90…
Oggi è un pugno negli occhi, ma ai tempi…
FFIV è il primo Final Fantasy edito per SNES invece che per NES (sebbene originariamente dovesse uscire per la vecchia consolle a 8 bit), e le differenze tra questo capitolo e i precedenti sono fin troppo evidenti: un gigantesco passo in avanti. Ciononostante questo titolo rimane senza dubbio graficamente molto rozzo: alcune schermate provocano lo schifo di gran parte dei videogiocatori moderni, ma in realtà basta mezz’ora circa per farsi catturare dal gioco, che ci farà dimenticare la terribile grafica. Definirla così negativamente è comunque riduttivo, in quanto per l’epoca (1991!) era di tutt’altro spessore. Nei remake prodotti per GBA e PSX non sono stati apportati significativi cambiamenti, se non per qualche sprite modificato e poco più.
Uematsu dà, come sempre, lezioni di stile
La colonna sonora di Final Fantasy IV, composta come da tradizione dal maestro Nobuo Uematsu, contribuisce senz’altro all’innalzamento del livello del gioco. Composizioni sempre evocative ed ispirate accompagnano il giocatore attraverso questa epica avventura, con pochi attimi di cedimento.
Da tramandare ai posteri lo stupendo "Theme of Love", a tutt’oggi una delle migliori composizioni di Uematsu, frequentemente riproposto durante i concerti. Questa è una delle poche tracce veramente memorabili, in mezzo a tante piccole gemme. Come al solito fanno comparsa i temi più leggeri e divertenti come quelli (numerosi) dedicati ai chocobo.
Un tomentato Cecil al centro di un’eroica vicenda
Grazie alla sua storia Final fantasy IV raggiunge, a detta di molti appassionati, il difficile titolo di opera d’arte. La trama non presenta complicate architetture, in favore di uno sviluppo tutto sommato piuttosto lineare che lascia poca libertà al giocatore; c’è perfino qualche ingenua banalità di troppo in alcuni frangenti, che risultano un po’ troppo scontati. Che cos’è allora che rende la storia di Final Fantasy IV così amata dai fanatici della serie? La risposta è semplice: sono i suoi personaggi, così incredibilmente profondi, dettagliati e tormentati nell’animo, a cominciare dal protagonista. Cecil, cavaliere nero al servizio del Re Baron, è fin dall’inizio preda di terribili dubbi riguardanti l’equilibrio della sua moralità, costantemente oscillante tra il Bene e il Male. "Presto il mio aspetto di Cavaliere delle Tenebre si estenderà al mio animo" dice Cecil alla sua innamorata Rosa. A fronte di questi dubbi, Cecil e il suo amico Cain si opporranno al volere del malvagio sovrano, che mira a conquistare con ogni mezzo dei cristalli magici (sottraendoli a innocenti villaggi sterminandone la popolazione!) per sfruttarne gli immensi poteri; e in definitiva si ritroveranno soli, estromessi dall’esercito, a pellegrinare per cercare di impedire al cattivo di raggiungere il suo obiettivo. Anche se, come da tradizione, si scoprirà che il malvagio del gioco non è quello che si pensa, bensì un altro losco figuro appartenente alla cerchia della corte reale.
Durante il suo viaggio Cecil incontrerà moltissimi personaggi profondamente carismatici, riusciti come in pochi altri Final Fantasy. A cominciare dalla piccola Rydia, giovane invocatrice con un terribile dramma alle spalle, il saggio Tellah, il bardo Gilbert che non riesce a trovare dentro di sé il coraggio di cui ha bisogno, i piccoli eroici Porom e Palom, e molti altri. Il già citato Cain, Dragone dell’esercito di Baron, è uno dei pg più controversi del gioco e, al tempo stesso, quello probabilmente più amato.
Paradossalmente, uno dei personaggi meno caratterizzati è proprio Rosa, l’innamorata di Cecil, che pur essendo uno dei pg principali non sembra molto approfondito, probabilmente oscurata dagli altri eroi che possono vantare un background di tutto rispetto.
Come al solito non mancano l’ambientazione fantastica, un Cid (probabilmente il migliore della saga dopo Cid Highwind di Final Fantasy VII) anche qui alle prese con l’aeronave e i mille colpi di scena che rendono ogni Final Fantasy un gioco dalle intense emozioni. Ma i momenti di epicità ed eroismo raggiunti da questo capitolo spessso superano la normale soglia della media dei Final Fantasy.
Una piccola curiosità sempre riguardante Cid: in FFIV, come poi in FVII, egli è un personaggio giocante, a differenza degli altri capitoli in cui si limita ad un ruolo di comprimario di importanza secondaria.
Solito gioco, solito gameplay…
Chi ha giocato ad altri episodi di Final Fantasy non deve aspettarsi niente di strano da questo capitolo, in assoluto uno dei più "classici" della serie. Lo sviluppo dei personaggi non è in alcun modo personalizzabile, ma essi apprendono le magie e le abilità in maniera del tutto autonoma aumentando di livello.
Una rigida divisione in classi fa sì che i personaggi non diventino mai uguali tra di loro (come acade spesso nella maggior parte degli altri capitoli), ma che abbiano sempre una differenziazione notevole.
Final Fantasy IV ha il merito di aver portato l’innovazione dell’ATB, Active Time Battle, usato da quel momento in poi fino al nono capitolo, e tuttora rimane l’unico Final Fantasy in cui il party sia composto in battaglia da ben 5 personaggi. Tuttavia, anche se i personaggi totali sono molto più di 5, il giocatore non ha mai la possibilità di personalizzare la sua squadra scegliendo chi far combattere: per qualche motivo, infatti, durante la storia saranno sempre disponibili al massimo cinque personaggi, tra sparizioni, divisioni del gruppo, e mille colpi di scena.
Ne consegue che tutti gli amanti del portare a livello 99 tutti i personaggi rimarranno estremamente delusi: farlo è praticamente impossibile (ma comunque non ce n’è alcuna utilità, non essendoci alcun boss particolarmente ostico)
La mancanza della possibilità di scegliere il party da mandare in battaglia è un punto a sfavore, poiché riduce la libertà di scelta del giocatore e l’elemento strategico, ma a dire il vero non si nota nemmeno durante il gioco.
Alcune battaglie sono davvero da ricordare, ma bisogna anche dire che, andando avanti nel gioco, i mostri diventeranno sempre più simili tra di loro e averne ragione non sarà quasi mai un’impresa particolarmente complicata.
Una nota di demerito per lo scomodissimo sistema di gestione degli oggetti dell’inventario: questo potrà contenerne un numero veramente esiguo e sarà il giocatore a decidere cosa dover gettare via ogni volta per far posto a quanto appena ottenuto. Per fortuna dopo un certo lasso di tempo accorrerà in nostro aiuto il Chocobo Grasso, che fungerà da "magazzino" per tutti i nostri oggetti, non costringendoci quindi a gettare al vento preziosi oggetti.
Oh, no! E’ troppo corto!
La longevità di questo titolo è piuttosto limitata: difficilmente si può ritenere necessario superare le 25-30 ore di gioco, anche completando tutti i pochi segreti disponibili. L’esplorazione consentita è decisamente poca e si contano sulle dita le sottomissioni da completare. Tutto ciò contribuisce a far giocare Final Fantasy IV veramente tutto d’un fiato, ma potrebbe risultare poco piacevole ai cultori dell’esplorazione totale dei mondi fantastici.
In definitiva,
Un vero fan di Final Fantasy (ma anche di RPG in generale) non può non aver giocato a FFIV e difficilmente si trovano in giro videogiocatori delusi da questo titolo. Certo, oggigiorno sarebbe difficile per molti riprendere in mano questo gioco nella versione SNES (così come la versione GBA o FFAnthology), dato che siamo tutti abituati a raffinatezze grafiche di livello eccelso, ma non dovrebbe impedire comunque di procurarsi il remake per Nintendo DS, che si preannuncia essere un vero e proprio capolavoro (e i trailers sparsi sul web parlano chiarissimo!).