Final Fantasy III – Recensione Final Fantasy III

L’annuncio dell’arrivo di Final Fantasy III per Nintendo DS suscitò grande attesa per i fan della serie. Questo principalmente perché la Squaresoft, poi Square-Enix, nell’arco degli anni ha si riproposto i capitoli della sua saga principale antecedenti al settimo, ma MAI prima d’ora aveva portato il terzo capitolo in occidente.
L’originale Final Fantasy III, uscito nel 1990 per Famicom, non arrivò mai nemmeno negli USA, ed infatti quello che dagli americani era conosciuto come “Final Fantasy III” era in realtà il sesto capitolo della saga per SNES.
Solo successivamente sono arrivati i vari porting per PSX, GBA e WonderSwan Color a proporre i ‘vecchi’ titoli della serie con la corretta numerazione.
Questa incarnazione per DS, dunque, è la prima vera occasione che abbiamo di giocare a Final Fantasy III con localizzazione occidentale.
Per l’occasione non è stato sviluppato un semplice porting, ma un vero e proprio remake.


Final Fantasy III torna in vita grazie al rinnovato aspetto grafico!

Guerrieri di Luce

La storia di Final Fantasy III è quanto di più classico ci si possa aspettare.
Il mondo è sotto la minaccia di una crescente oscurità che rischia di sbilanciare le forze che costituiscono il mondo stesso. Quattro Warriors of Light (Guerrieri della Luce), scelti dal destino, saranno chiamati nell’impresa di trovare i quattro Cristalli per ristabilire l’equilibrio e sventare la misteriosa minaccia.
Sia dal punto di vista dei contenuti che di quello della narrazione, lo stile della trama del gioco è molto più simile a Final Fantasy I piuttosto che a Final Fantasy II. Su essa gli sviluppatori hanno impresso qualche tocco di innovazione per “svecchiare” un po’ lo stile e renderlo un tantino più consono agli standard odierni. I quattro protagonisti, infatti, mentre nel gioco originale erano quattro anonimi e generici orfani, sono ora quattro personaggi più definiti, ognuno col proprio nome (comunque modificabile) e carattere. Il primo personaggio che controllerete è Luneth che verrà affiancato dagli altri compagni man mano nella trama (tutti verso l’inizio del gioco comunque); gli altri protagonisti sono: Arc, amico d’infanzia di Luneth, Refia, la figlia di un meccanico, e Ingus, un fedele cavaliere. Nell’arco dell’avventura inoltre incontrerete vari personaggi, alcuni dei quali si uniranno al vostro party per brevi tratti, dando anche il proprio apporto durante le battaglie.
I quattro personaggi sono caratterizzati in maniera scarsa, ma almeno ora hanno un aspetto e un carattere propri. Sicuramente uno sviluppo ulteriore avrebbe imposto una dilatazione considerevole della trama, e questo avrebbe significato un eccessivo snaturamento del gioco originale. Non aspettatevi dunque una storia dai temi profondi e dalla narrazione avvincente.
Tutto sommato nella sua semplicità la storia e i personaggi di Final Fantasy III posseggono un certo fascino retrò che saprà farsi apprezzare soprattutto da coloro che avranno bene in mente cosa aspettarsi da questo gioco: un classico del passato.


Ancora questa volta al centro della scena troveremo i Cristalli

L’origine del Job System

Il gameplay è stato ritoccato in maniera marginale, lasciando praticamente intatte le meccaniche originali.
Final Fantasy III, a suo tempo, ha decretato la nascita di uno dei sistemi di sviluppo più famosi del panorama del genere RPG: il Job System. Questo sistema di personalizzazione e crescita dei personaggi è presente nel gioco nella sua forma di base, quasi ‘embrionale’. Successivamente in Final Fantasy V e Final Fantasy Tactics sarà sviluppato all’ennesima potenza.
I personaggi avranno accesso a varie classi, come il Guerriero, il Mago Nero, il Mago Bianco ecc, ognuna delle quali avente le sue caratteristiche, valori dei parametri e abilità. Oltre ai normali livelli di esperienza i personaggi accumuleranno livelli di Job, che saliranno tanto più compieranno azioni con il determinato Job, appunto. Avanzando di Job Level, il personaggio diventerà sempre più efficiente in quella classe in vari modi, ad esempio potrà effettuare combo di più attacchi fisici in un turno solo. I maghi inoltre saranno limitati nelle loro magie in modo molto simile a come accadeva in Final Fantasy I: le magie sono organizzate in livelli e più alto è il livello della magia meno volte potrete utilizzarla; il numero di volte che potrete castare una magia, sia di alto che di basso livello, è determinato appunto dal vostro Job Level.
Differentemente dai giochi sfruttanti il Job System che sono venuti dopo, in Final Fantasy III ogni personaggio può avere accesso solamente alle abilità di un Job per volta, senza possibilità di mischiare le abilità imparate di altri Job.
Andando avanti nel gioco saranno disponibili nuovi Job e il giocatore dovrà scegliere se imbarcarsi nello sviluppo di una classe nuova, della quale dovrà ricominciare daccapo ad accumulare Job Level, o rimanere con il Job già sviluppato fino a quel momento. Ovviamente i Job sbloccati più tardi sono quelli più avanzati ed efficaci, quindi non è indicato focalizzarsi troppo su quelli di base.
Nello scegliere in quale Job imbarcarsi, inoltre, il giocatore dovrà usare un minimo di lungimiranza, in quanto ad ogni cambiamento di classe avrà delle penalità nei valori dei parametri per un certo numero di combattimenti.
I Job disponibili nell’arco dell’intero gioco sono più di 20 e scoprirne ogni caratteristica risulterà senz’altro intrigante e stimolante; sarete naturalmente spronati a costruire un party eterogeneo e bilanciato, capace di fronteggiare qualsiasi situazione.
In occasione del remake gli sviluppatori hanno scelto di fare qualche ritocco ad alcuni Job. Ad esempio nel gioco originale il Bard era capace di nascondersi per un turno ed evitare quindi gli attacchi, mentre ora non potrà più farlo; il Sage invece non ha più accesso alle Summon di alto livello, come in passato, ed è più lento. Queste scelte sono state fatte per bilanciare meglio le classi tra di loro.

E i savepoint?!

Oltre al già considerato Job System, le meccaniche di gioco di Final Fantasy III sono quanto di più classico potreste trovare in un RPG. I combattimenti sono completamente casuali, e anche parecchio frequenti, e le battaglie si svolgono tramite turni. I comandi in-battle sono i soliti Attacco, Magia, Oggetti…niente di innovativo è stato inserito sotto questo punto di vista. Probabilmente questo è un bene, in quanto delle innovazioni avrebbero stravolto il feeling e la giocabilità originali, proponendo un gioco ben diverso da quello di partenza.
Ma soprattutto ciò che non è stato affievolito granché è la difficoltà del titolo.
Soprattutto nelle prime sessioni di gioco dovrete stare davvero molto attenti a come comportarvi in battaglia e a come gestire il vostro inventario. I nemici che incontrerete durante le frequenti battaglie casuali, infatti, sono tutt’altro che semplici e, se non affrontati come si deve, potranno infliggervi parecchi Game Over.
I dungeon che affronterete, malgrado non siano eccessivamente lunghi, offriranno una vera sfida, per diverse ragioni. In primis perché non ci sarà mai l’ombra di un punto di salvataggio, mai, nemmeno nel dungeon finale del gioco. L’unico luogo dove potrete salvare è la World Map. Questo vuol dire che se sarete abbattuti da un incontro casuale o da un boss all’interno di un dungeon dovrete ricominciare daccapo.
Non solo, ma come già detto il numero per il quale i maghi potranno usare i propri incantesimi sarà limitato, e questo vale anche e soprattutto per gli incantesimi di cura. Non potrete dunque abusare di essi per curarvi tra un combattimento e l’altro in un dungeon, ma dovrete fare più affidamento agli oggetti curativi, che saranno comunque limitati.
I casi in cui questi limiti si faranno più sentire saranno quando dovrete fronteggiare la morte di un vostro membro del party nel bel mezzo di un dungeon. Le Phoenix Down infatti saranno molto scarse e ottenibili solamente in certi combattimenti; inoltre la magia bianca per resuscitare un compagno non sarà disponibile che dopo un bel po’ di tempo nel corso dell’avventura. Un personaggio morto all’interno del dungeon non solo non accumulerà esperienza insieme ai suoi compagni, ma renderà, con la sua assenza, ogni scontro successivo ancora più difficile.
Insomma siamo di fronte a un gioco che mantiene in sé l’antico livello e ‘stile’ di difficoltà dei giochi di un tempo. Una difficoltà che spesso vi renderà il proseguimento quasi impossibile, spingendovi a fermarvi per un po’ per potenziare il vostro party.
Il gioco potrà essere giocato sia con il classico d-pad che con lo Stylus; quest’ultimo però risulta senz’altro meno preciso e agevole. Grande mancanza per questo gioco è un buon utilizzo del display superiore, il quale sarà praticamente sempre inattivo tranne quando sarete nella mappa del mondo o in determinati menù.


Il sistema di battaglia seguirà i canoni classici della serie

Luce e Ombra, ma soprattutto colori!

Il livello di qualità grafica di Final Fantasy III è davvero impressionante, rappresentando, a suo tempo, un nuovo standard per i videogiochi per Nintendo DS.
Il gioco presenta una veste completamente in 3D che si adatta perfettamente allo stile di quello che un tempo era un gioco in 2D, migliorandolo di molto. Le texture sono molto colorate e conferiscono al gioco un ottimo aspetto.
Il character design è passato nelle mani di Akihiko Yoshida, come si può notare dallo stile degli artworks abbastanza reminescente di Final Fantasy Tactics. I modelli poligonali, sebbene non molto dettagliati, hanno un aspetto solido e convincente e le loro animazioni sono molto buone.
Come già detto ogni personaggio ha ora caratteristiche fisiche proprie, e queste saranno mantenute anche in occasione del cambio di Job. Sicuramente c’è una innegabile soddisfazione nel semplice fatto di vedere i propri personaggi cambiare di aspetto e indossare abiti e protezioni diverse ad un semplice vostro comando.
Il loro design è rimasto in super deformed, una scelta che riesce a innovare il loro aspetto pur rimanendo fedele al feeling del gioco originale su NES, nel quale vedevamo piccoli personaggi composti di semplici pixel fronteggiare giganteschi mostri.
Anche le creature che affronterete sono state rese con la stessa attenzione, e così anche gli effetti speciali.
In generale comunque, causa l’elevato ‘peso’ della grafica, c’è da riscontrare un leggero calo di fluidità di gioco, che per fortuna si manifesterà solo in rari casi. Inoltre nei pochi casi in cui la telecamera zoomerà sui personaggi sarà visibile un lieve calo di qualità.
Ultima cosa da segnalare è lo spettacolare filmato in CG come intro che ancora una volta dimostra la maestria della Square-Enix in questo campo.
Graficamente questo Final Fantasy III è un vero spettacolo per gli occhi, esibendo ottimamente le potenzialità della console portatile Nintendo.

Re-mix

Anche dal punto di vista sonoro il gioco ha ricevuto una congrua ‘aggiustatina’.
La colonna sonora originale, composta dall’immancabile Nobuo Uematsu, è stata riarrangiata da lui stesso per renderla più attuale e adatta ad un gioco di questi tempi, ed il risultato è egregio.
La qualità della composizione rimane sicuramente di buon livello, malgrado sicuramente non possa essere paragonata a lavori più recenti del celebre compositore.

Corrispondenza

L’avventura principale vi terrà occupati per circa una trentina di ore, ma sono state aggiunte varie sub-quest. Queste saranno accessibili utilizzando il servizio di Mognet, cioè un sistema di corrispondenza di lettere gestito da Moogle; tramite esso potrete scambiarvi mail con personaggi del gioco o anche con altri giocatori umani grazie al Wi-Fi del Nintendo DS.
Una cosa non proprio simpatica è che alcuni elementi extra, come alcune armi finali e un Job segreto, saranno sbloccabili solo attraverso lo scambio di mail con altri giocatori umani. Considerato che un gioco come Final Fantasy III è un gioco naturalmente destinato al single-playing, non si capisce bene questo limite imposto dagli sviluppatori ad un semplice giocatore medio che voglia sbloccare tutto quello che il gioco offre.
Inquadrare questa scelta come la volontà di spingere il giocatore ad un’esperienza più “sociale” appare sicuramente troppo ingenuo; sembra invece trapelare uno spiacevole trend, che già abbiamo visto proprio della Nintendo con la sua popolarissima serie di giochi dedicati ai Pokémon, e cioè quello di incentivare l’acquisto di più copie di un gioco tra amici per poter accedere a tutti i suoi contenuti.
Ad ogni modo oltre al completamento dell’avventura singola il giocatore avrà non poche cose da completare, considerati tutti i Job presenti. In questa prospettiva il gioco potrà tenervi impegnati anche per 50-60 ore di gioco.

Conclusione

Questo Final Fantasy è senz’altro un titolo valido, nonostante la sua età. Gli adattamenti apportati hanno reso Final Fantasy III un ottimo esempio di come confezionare un buon remake, presentando un ottimo equilibrio tra fattori svecchianti e fedeltà al gioco originale.
La grafica saprà conquistarvi con il suo look e così pure l’appeal classico del gioco in sé, sebbene sia necessario ricordare che la sua formula sia comunque piuttosto antiquata. Peccato per lo scarsissimo utilizzo del secondo display che trasmette sicuramente la sensazione di potenziale sprecato.
Il gioco può non essere adatto a tutti, in special modo per dei giocatori casuali non abituati a giochi di ruolo di una certa difficoltà. Per gli amanti del genere invece, specialmente quelli che non disdegnano un buon livello di sfida (diventato piuttosto raro negli ultimi tempi), e ovviamente per i fa della serie che hanno ora la possibilità di giocare all’ultimo capitolo del passato rimasto in sospeso, questo Final Fantasy III è sicuramente consigliato.

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