Fate/Extella: The Umbral Star – Recensione
Il brand Fate ha visto la luce nel 2004 con Fate/stay night, una visual novel per adulti rilasciata sia per PC che per console Playstation 2 e PSP. Il suo successo portò negli anni seguenti al rilascio di molti altri prodotti, assai diversi tra loro e diffusi su più media: dall’anime, ai manga, a giochi da cabinato, con tanto di titoli sequel, spin-off e/o realtà alternative.
Fate/Extella: The Umbral Star è ambientato dopo gli eventi di del videogioco per PSP Fate/Extra, nonostante la storia sia godibile e comprensibile anche senza aver giocato il predecessore. I più affezionati alla saga Fate ritroveranno molti dei personaggi a loro noti, seppur in mise uniche, contestualizzate al setting cibernetico-digitale nel quale si svolgono gli eventi. In quanto hack ‘n slash, buona parte del tempo sarà dedicata a scontri in cui falciare centinaia di nemici a schermo, ma non mancheranno decine e decine di minuti di dialoghi durante i quali vien data facoltà al giocatore di selezionare risposte diverse per indurre differenti reazioni nei vari Servant, che modificheranno il loro rapporto di affezione verso il (o la) protagonista e la loro efficienza in battaglia.
Padroni e Servi in guerra
La natura di dating game dell’originale Fate è presente a un livello molto blando, per quanto non mancheranno situazioni “da romance”, accompagnate da siparietti colmi di fanservice e leggermente piccanti. Vero fulcro di Fate/Extella: The Umbral Star è però il potenziamento dei Servant e il loro impiego in battaglia: avanzando con gli eventi di trama, sarà possibile controllare 16 personaggi, suddivisi in 8 classi, ciascuno dei quali avrà le proprie missioni secondarie per approfondirne carattere e retroscena.
La struttura narrativa di Fate/Extella: The Umbral Star è profonda e stratificata, interessante per un neofita del brand, sicuramente appagante per un fan, grazie a un setting che non brilla per originalità, ma che risulta sicuramente impiegato con saggezza e qualche piacevole colpo di scena. Purtroppo, questo è l’unico aspetto davvero ben riuscito del titolo, dato che osservando la caratterizzazione estetica e caratteriale dei singoli personaggi si percepisce l’assenza di volontà nel renderli qualcosa di più di singole macchiette, stereotipate e refrattarie a qualunque tipo di evoluzione psicologica nel corso degli eventi.
Non tutti i tie-in riescono col buco
Se quindi la sceneggiatura del gioco si può sintetizzare con un “bene, ma non benissimo”, ogni altro elemento boccheggia per raggiungere la sufficienza, vittima della diffusa “Sindrome del tie-in”. Nonostante la dedizione dimostrata nel dotare di bouncing il seno delle protagoniste, i modelli ambosessi di Servant e nemici sono scarni e altrettanto poveramente animati, soprattutto nel caso degli avversari. Stesso dicasi per le ambientazioni, che per quanto ampie e benedette da un framerate quasi sempre stabile, risultano desolate, vuote e fin troppo simili tra loro nell’aspetto e nella struttura.
Chiave del successo, in Fate/Extella: The Umbral Star, è la conquista delle varie aree nelle quali la mappa è suddivisa, tramite sconfitta di un gran numero di nemici e dei loro comandanti. Una volta ottenuto il controllo di un numero sufficiente di aree, sarà possibile accedere allo scontro finale, che determinerà il successo o il fallimento della spedizione.
Le meccaniche di gioco sono semplici, intuitive e divertenti, ma salvo un paio di missioni di trama che richiederanno il compimento di azioni specifiche, il giocatore si vedrà costretto a ripetere sempre le stesse azioni per decine e decine di ore, con combo di attacchi leggeri, speciali e pesanti che cambieranno a seconda del Servant controllato, ma condannate a infrangersi contro un’IA imbarazzante di mid-boss e boss di fine stage, in grado di appiattire qualunque tipo di strategia a un lobotomizzante button smash. I comandi risultano per fortuna reattivi e ben mappati, rendendo gli scontri un po’ caotici sono nelle vicinanze di perimetri o grossi oggetti ambientali, quando la telecamera si nota essere stata posta leggermente troppo vicina all’azione.
Per chi volesse puntare al completismo, Fate/Extella: The Umbral Star garantisce almeno 40 ore di gioco e tantissimi dialoghi e siparietti tra i vari protagonisti, tutti ben doppiati in lingua giapponese. Il titolo di casa Marvelous è però disponibile esclusivamente in lingua inglese, la qual cosa potrebbe frenare i meno navigati nelle lingue straniere per via della mole di testo a schermo cui prestare attenzione.
Fate/Extella: The Umbral Star è un videogioco impossibile da consigliare se non agli appassionati del brand, sicuramente più comprensivi davanti la mancanza di originalità del gameplay e una grafica inaccettabile da un titolo sì recente. Pur senza scomodare i mostri sacri della saga Warriors, il panorama videoludico moderno offre decine di “musou” senza dubbio migliori sotto ogni punto di vista, il che rende la presenza dei propri beniamini l’unico, concreto e plausibile fattore discriminante per l’acquisto di un prodotto palesemente pensato per i fan di Fate e che nemmeno ha tentato un accrescimento del proprio pubblico.
Pro
- Trama interessante...
- Longevo...
- Molti personaggi controllabili
- Framerate stabile
Contro
- ...Mediocre sotto ogni altro punto di vista
- ...Ma ripetitivo e poco profondo
- L'approccio agli scontri rimane sempre il medesimo
- Mappe spoglie, nemici anonimi.