Fate Samurai Remnant RECENSIONE Il miglior Fate su console
Il franchise di Fate è ormai enorme. Lontani sono i giorni di poche novel irreperibili e un solo, pessimo, adattamento anime. Al giorno d’oggi i progetti di Type Moon sono molti, ma la compagnia non è mai riuscita a trovare il modo di adattare il suo franchise più famoso in un buon videogioco console.
I Fate/Extra su PSP avevano la storia, ma crollavano sul gameplay. Fate/Extella Link aveva un gameplay divertente affossato da una storia noiosa e basilare. Fate/Extella faceva acqua da tutte le parti, nonostante alcune buone idee. Fate Samurai Remnant invece trova un equilibrio tra narrativa e gioco ed è, a mio parere, il miglior titolo console della saga.
Fate Samurai Remnant RECENSIONE | L’esperienza di Koei Tecmo
Dopo anni di tentativi, Fate Samurai Remnant riesce ad adattare la serie di Kinoko Nasu in un videogioco, grazie all’esperienza di Koei Tecmo.
Il principale elemento che rende Samurai Remnant un buon Fate è la sua comprensione della storia che diede inizio a tutto: Stay Night. La trama, sebbene non scritta da Kinoko Nasu e solo parzialmente sceneggiata dagli scrittori Higashide e Sakurai (responsabili di molti archi di Fate/Grand Order e Fate/Apocrypha), ricorda molto lo stile del fondatore di Type Moon.
Il racconto si concentra sul “Waxing Moon Ritual”, una copia della guerra del Sacro Grail, e segue Miyamoto Iori e il suo servant Saber. Iori è un personaggio che piacerà ai fan della serie, essendo una re-immaginazione di Emiya Shirou. Condivide con lui vari tratti e la narrativa stessa del gioco cerca di emulare quanto visto in Stay Night.
Purtroppo penso che, esattamente come Shirou, potrebbe non piacere a tutti. Si tratta di un personaggio molto riservato, i quali pensieri e difetti vengono mostrati poco per volta, andando a costruire una figura molto complessa che nasconde la sua vera indole dietro una facciata da uomo ordinario.
Storia al centro del progetto…
Saber funge da principale attrazione per il giocatore, almeno nelle prime ore di gioco. Tra i due è lui il più carismatico e interessante a primo impatto e l’evoluzione del suo rapporto con Iori è ben fatta, per quanto molti dettagli devono essere connessi dal giocatore piuttosto che letti da un qualsiasi dialogo.
Infatti un’altra cosa che Fate/Samurai Remnant condivide con Fate/Stay Night è il metodo con cui dispensa informazioni. Per avere il quadro completo del gioco bisognerà non solo prestare attenzione a tutto, comprese anche le schede dei personaggi, ma anche affrontare tutte le route disponibili e poi collegare i pezzi.
Un esempio chiave è la frase “Sei nato in un e poca sbagliata”, detta più volte nel corso del gioco. Per vedere il vero risultato di quel discorso servirà ottenere uno specifico finale, altrimenti quell’elemento narrativo non verrà esplorato a pieno (pur non essendo dimenticato dal gioco stesso).
…ma al costo di un po’ di ripetitività
La struttura a “route” aiuta ad approfondire tutti i personaggi coinvolti nella guerra. Sebbene i Servant Rogue fungano per la maggior parte solo da citazione e abbiano quindi poco spazio, quelli coinvolti direttamente nella guerra e i loro master sono tutti ben caratterizzati, anche grazie all’opportunità di vedere diverse versioni di alcuni eventi.
Non si tratta purtroppo di tre storie separate, con il setting e magari qualche scena in comune, ma più di 3 versioni della stessa storia con qualche divergenza. Questo significa che, per ottenere tutti i finali, ci sarà della ripetitività.
Dopo aver raggiunto i titoli di coda per la prima volta, sa rà possibile ripartire da Capitolo 2 e giocare tali divergenze prendendo scelte differenti rispetto alla prima run. Il gioco offre contenuto extra durante il primo New Game +, per invogliare a proseguire, tuttavia è innegabile che, specie durante la terza run, si debba sopportare di rifare molte battaglie.
Un action RPG con un po’ di Musou
Ciò non è aiutato dal fatto che il sistema di combattimento diventi monotono alla lunga. Fate Samurai Remnant è un Action-RPG, così è stato annunciato e così lo chiamerò, ma è innegabile che lo scheletro dietro all’intero gioco sia quello di un Musou.
Non ci sono le classiche battaglie del genere, in cui si corre da punto A a punto B della mappa per conquistare zone conteste, ma una volta entrati in un combattimento è palese che il combat system sia molto simile ad altri titoli di Koei Tecmo.
Detto ciò, trovo che non sia un brutto gioco a livello di gameplay. Le battaglie in stile Musou riescono a non annoiare (almeno non fino alle già citate ripetizioni) grazie al fatto che durano poco e non sei costantemente circondato da migliaia di nemici.
Delle belle idee per fondere i due generi
Le opzioni in battaglia sono anche molte. Quando si controlla Iori ci si trova dinnanzi a cinque stili di combattimento, ognuno caratterizzato abbastanza bene, un sistema di magie funzionale e degli attacchi sinergici con Saber per infliggere i danni maggiori.
Ogni tipo di nemico ha un approccio ottimale differente, quindi il gioco riesce a tenerti concentrato costantemente, nonostante attorno al vero avversario ci siano decine di altri nemici che muoiono senza nemmeno farci caso.
Quando si usano i Servant invece, Fate Samurai Remnant (qui il nostro provato) diventa a tutte gli effetti un semplice Musou. Funzionano bene per la maggior parte del tempo, dato che si usano in situazioni speciali o con un timer limitato, tuttavia, nelle occasioni nelle quali si utilizza Miyamoto Musashi per molto tempo, i risultati sono monotoni.
Presentazione gradevole, niente di più, niente di meno
Alla vista Fate/Samurai Remnant è un gioco gradevole. Non si tratta di un titolo molto dettagliato, ma lo stile anime e i modelli dei personaggi importanti sono sufficienti. Si tratta comunque di un passo in avanti rispetto ad Extella Link ed un enorme miglioramento da Extella.
La città di Edo è anche carina da vedere. Non siamo davanti ad una mappa dettagliata e fedele come quella di Like a Dragon: Ishin! ovviamente, ma fa il suo lavoro. Inoltre il gioco può essere molto suggestivo quando vuole.
Capita di rado, ma quando serve rendere memorabile una scena, il team di Koei Tecmo riesce a costruire ambientazioni memorabili. In particolare quando sono coinvolti i Reality Marble di alcuni Servant, una cosa che assolutamente non dovevano sbagliare e son felice siano riusciti a rendere bene.
Buona musica, forse mal utilizzata
Ultimo campo su cui voglio concentrarmi è la musica. So che in molti ci fanno poco caso, ma una colonna sonora utilizzata a dovere può migliorare una storia. Fate come brand ha dei perfetti esempi di ciò, sia nella novel originale di Stay Night (l’Emiya theme è tutt’ora iconico nella fanbase) che in più recenti casi.
Fate/Grand Order -Avalon le Fae- uscito a Giugno di quest’anno è forse il miglior esempio del retaggio musicale del brand, con tante tracce musicali incredibili utilizzate alle perfezione. Tutto ciò per dire che da Samurai Remnant mi aspettavo di più musicalmente.
Per un gioco che ha capito tanto bene l’appeal della scrittura di Nasu è strano ignorare l’importanza della musica nelle scene chiave. La colonna sonora è solida ma solo in un paio di casi lavora con la narrativa per elevarla ed in uno (molto importante, in quanto è il vero boss finale) sembra lavorarci contro. Un peccato.
Fate/Samurai Remnant è un gioco che ogni fan della serie dovrebbe giocare. Pur non essendo al livello delle storie scritte da Kinoko Nasu, ne capisce l’appeal e offre un titolo molto più interessante dei due che lo han preceduto.
Forse un giorno avremo una storia a livello Cosmos in the Lostbelt su console, nel frattempo Samurai Remnant rimane un ottimo Fate tradizionale, con un buon gameplay ma qualche lacuna qua e là.
[Se ti va, qui c’è la nostra pagina Steam, nella quale puoi vedere tutte le nostre altre recensioni e dove possiamo eventualmente far nascere delle piccole discussioni, magari proprio su questa recensione, o su altri contenuti]
Fate Samurai Remnant RECENSIONE Il miglior Fate su console
Il franchise di Fate è ormai enorme. Lontani sono i giorni di poche novel irreperibili e un solo, pessimo, adattamento anime. Al giorno d'oggi i progetti di Type Moon sono molti, ma la compagnia non è mai riuscita a trovare il modo di adattare il suo franchise più famoso in un buon videogioco console.
Il miglior Fate su Console
Pro
- Narrativa solida
- Interessante esposizione su tre route
- Gameplay divertente...
Contro
- ..per la maggior parte
- Ripetitività per fare tutti i finali