Far Cry Primal – Recensione
Con il nuovo capitolo della serie Far Cry, Ubisoft abbandona lo stile che ha caratterizzato gli altri titoli della serie, lasciando in disparte alcune meccaniche e inserendone di nuove per cercare di amalgamare lo stile di gioco alle nuove ambientazioni della storia. Scopritelo in questa recensione.
La terra di Oros
In Far Cry Primal ci ritroveremo a esplorare la terra di Oros, una zona fitta di vegetazione e di belve feroci, nella lontana preistoria durante l’Età della Pietrà fra tribù indigene e lotte per la conquista del territorio. Il protagonista del titolo, un selvaggio di nome Takkar che appartiene alla tribù degli Wenja, si riunirà al suo popolo nella guerra fra le tribù che popolano Oros: gli Wenja, una tribù di cacciatori e raccoglitori, gli Udam, una tribù di cannibali che abitano le zone fredde fra le montagne di Oros, e gli Izila, schiavisti e dominatori del fuoco che abitano i territori desertici. Il nostro protagonista, un dominatore di belve, si ritroverà quindi nel conflitto dopo essere sfuggito a una caccia al mammut raccontata nel prologo della storia e che lo spingerà a raggiungere la terra di Oros unendosi alla tribù degli Wenja aiutandoli con la crescita e lo sviluppo del loro villaggio.
Le ambientazioni di questo capitolo riescono da un lato a dare una forte componente esplorativa, ma dall’altro non riescono a incidere sulla trama e su alcune meccaniche di gioco che risultano essere quasi forzate e non gestite in modo corretto. Il grande lavoro dello studio nel creare un protolinguaggio, anche con l’aiuto di esperti linguisti e storici, in un tentativo di fare dialogare i personaggi delle tribù è qualcosa di interessante e sicuramente di riuscito. Il problema di fondo del titolo resta comunque l’assenza di una vera e propria trama. In questo nuovo capitolo il nemico non è definito, non ritroviamo un Vaas o un Pagan Min fortemente caratterizzati, elemento cardine delle produzioni di Ubisoft. Lo stile sandbox che lo studio ha cercato di dare al titolo, risulta alla lunga stancante, senza un vero e proprio obiettivo da raggiungere. In Far Cry Primal ci sono una serie di storie, legate al ritrovamento di personaggi specifici che servono a rinforzare il nostro villaggio, da seguire liberamente e senza un ordine preciso che abbozzi una linea storica. Dal punto di vista della trama quindi Far Cry Primal fa un grosso passo indietro rispetto alla produzioni che hanno caratterizzato i vecchi titoli della serie.
Il cacciatore di belve
Il gameplay su cui si appoggia il videogioco sembra essere studiato alla perfezione da Ubisoft. Iniziando dall’albero delle abilità, diversificato in combattimento, esplorazione e dominazione di belve. Completando gli obiettivi, esplorando il territorio e raccogliendo i collezionabili, otterremo punti esperienza che serviranno a sbloccare nuove abilità e rinforzare Takkar che, da semplice combattente, diventerà un vero e proprio guerriero. Queste abilità, unite allo sblocco dei personaggi che si uniranno al nostro villaggio, ci permetteranno di diversificare le skill di combattimento, esplorazione e dominazione di Takkar, rafforzando la sua abilità di cacciatore piuttosto che la sua bravura nella raccolta di oggetti e di piante fra cui quelli che servono alla costruzione di arsenale e di oggetti curativi o di oggetti che servono come diversivi, o ancora la sua bravura nell’addomesticare belve differenti; varie e diversificate abilità che diventano utili quando dovremo andare a caccia di belve leggendarie o alla conquista di insediamenti. Una delle abilità più importanti sicuramente è quella dell’occhio del guerriero che ci permetterà di controllare il territorio, segnalando in giallo nemici e oggetti da raccogliere, e che ci servirà per seguire le tracce degli animali.
Addestrando le nostre belve inoltre avremo grandi vantaggi in combattimento: il nostro gufo potrà sorvolare gli accampamenti dei nemici e marchiarli oltre che attaccarli, il nostro lupo potrà invece attaccare i nemici con un nostro ordine e seguirci in maniera furtiva nella conquista di un insediamento di una tribù rivale, gli orsi e le tigri invece potranno essere cavalcati. Qualunque animale ha infatti abilità diverse e tutti diventano utili durante l’esplorazione della terra di Oros. Animali fondamentali quindi non solo in combattimento con le altre tribù ma anche contro gli altri animali che esplorano Oros, in questa età l’uomo infatti non è in cima alla catena alimentare e per procurarsi il cibo dovrà cacciare con arco e frecce, trovare piante con cui cibarsi e alleati con cui fare crescere il villaggio. Cacciare animali e trovare delle piante inoltre diventa fondamentale per la creazione di oggetti utili, come nuove frecce o nuove clave, utili sia in combattimento che durante l’esplorazione della terra di Oros.
Ogni arma del nostro arsenale come clave e frecce diventano quindi fondamentali durante la storia e la gestione accurata ci permetterà di effettuare diversi tipi di attacchi alle altre tribù nemiche, con azioni stealth nascosti fra l’erba o con azioni dirette, sempre in compagnia della nostra belva addomesticata. Arco e frecce sono gestiti in maniera intelligente, con la possibilità di essere ricreate se in possesso dei giusti materiali e anche di essere incendiate, utile quando durante le esplorazioni di Oros vogliamo tenere a distanza gli animali che cercano di attaccarci. La clava invece ha diversi problemi di gestione, come una ridotta resistenza ai danni e al fuoco e gli attacchi diretti che risultano legnosi e non sempre efficaci, difetto che non è stato limato e che si porta dietro gli errori che hanno caratterizzato gli altri capitoli della serie. Oltre a clava e arco e frecce, Takkar avrà a disposizione altri oggetti con cui attaccare i nemici, dalle palle infuocate a quelle avvelenate sbloccabili anche queste salendo di livello e ottenendo nuovi punti abilità e punti esperienza. In stile Far Cry ritroviamo anche la conquista degli accampamenti, come detto, e le zone di viaggio rapido conquistabili sconfiggendo i nemici.
Uno dei punti a favore del titolo è sicuramente la grafica, eccellente in ogni dettaglio, fra distese di erba e corsi d’acqua che scorrono fra le valli, a questi si vanno a unire una fauna e una flora ricche e diversificate, composti da tanti animali e tante piante sempre diverse. Anche il sonoro iniziando dal linguaggio creato appositamente per il titolo, resta di assoluto livello, a cui va ad aggiungersi una colonna sonora varia e ricca di brani che fanno da sfondo alla nostra esplorazione nella terra di Oros.
[signoff icon=”quote-circled”]In alcuni punti solido, il titolo di Ubisoft riesce a dimostrare il suo valore, riuscendo a eccellere anche senza nascondere i difetti. Da un lato le ambientazioni di Oros fantastiche e un gameplay riuscito, dall’altro una storia non convincente e alcune meccaniche di gioco non abbastanza rifinite, fanno di Far Cry Primal un titolo di certo godibile anche al netto di alcuni difetti strutturali che Ubisoft avrebbe dovuto cercare di risolvere.[/signoff]