Far Cry 6 – Recensione
A distanza di tre anni da Far Cry 5, Ubisoft rinnova la popolare serie di sparatutto in prima persona con un nuovo capitolo: Far Cry 6.
La sfida per il team di sviluppo transalpino è quella di consegnare ai giocatori un capitolo solido che sappia allo stesso tempo rinnovarsi in funzione di ciò che la nuova generazione sta iniziando a offrire da ormai quasi un anno. Scoprite in questa recensione se la sfida è stata superata con successo o meno.
Un “paradiso” chiamato Yara
La serie Far Cry ha sempre avuto una serie di anteriorità. Tra queste vi è sicuramente l’ambientazione che, in questa sesta avventura, è Yara: un’isola tropicale situata nel cuore dei Caraibi, con una ricca diversificazione della sua flora e fauna. Tra fitte foreste e lussureggianti spiagge si erge Esperanza, la capitale, ora sotto il controllo del regime dittatoriale di Antòn Castillo e della sua Forza Nazionale della Difesa (FND).
Non nascondiamo di essere rimasti colpiti dall’entità della mappa di gioco, la più vasta mai vista tra tutti i capitoli della serie. Una scelta che in parte è figlia di tutte le ultime produzioni open world di Ubisoft ma che, in un prodotto come Far Cry 6, non implica alcun pregiudizio. Muoversi tra le regioni di Yara è molto più veloce di quanto ci si potrebbe aspettare per via non solo dei numerosi mezzi a disposizione (auto, moto, aerei, elicotteri, barche e cavalli) ma anche sfruttando i numerosi punti di viaggio rapido ben disposti che facilitano il raggiungimento dei punti di interesse senza perdere tempo prezioso.
Yara in passato era una regione pacifica e prosperosa fino a quando, cinquant’anni fa, iniziò una rivoluzione quando il padre di Antòn Castillo era “El Presidente”. La rivoluzione ha scatenato una profonda crisi nel paese che è rimasto in uno stato di paralisi industriale e sociale. L’isola sembra dunque rimasta congelata nel tempo, difatti, per le strade di Yara girano vetture risalenti proprio alla fine degli anni 60’, le armi imbracciate dai ribelli non sono gli ultimi ritrovati militari, così come anche gli equipaggiamenti in dotazione alle forze ribelli sono una sapiente fusione di rottami.
La promessa di un luogo migliore, di rendere Yara un “paradiso”, sono a carico di Antòn Castillo, presidente eletto che ha iniziato una sanguinosa e violenta campagna di oppressione verso chiunque si opponga al suo piano di rendere Yara gloriosa come un tempo.
Anton Castillo, il miglior villain della serie?
El presidente Antòn Castillo è interpretato da Giancarlo Esposito, noto attore che punta a diventare il miglior villain della serie. L’antagonista di questo sesto capitolo appare sporadicamente nel corso dell’avventura, e ogni singola volta riesce a conquistare lo schermo. Freddo, spietato, calcolatore, orgoglioso: questi sono alcuni aggettivi che si possono usare per descrivere il carattere di Antòn, non un semplice cattivo ma una minaccia credibile, umana seppur spietata e non un personaggio caricaturale come ci ha abituato la serie con i precedenti titoli.
Far Cry 6 riesce a contestualizzare gran parte degli aspetti di gioco. Yara stessa è piena di posti di blocco perché voluti da Antòn per tenere sotto controllo la popolazione al fine di ottenere un unico grande risultato: riportare Yara allo status di “paradiso”.
La sua visione è alimentata dal Viviro, una sorprendente cura per il cancro che Castillo vuole usare per mantenere il suo potere e venderla nel resto del globo; tale cura è realizzata fertilizzando il tabacco di Yara con un particolare elemento denominato PG-240, di cui si conosce ben poco. El Presidente non si nasconde, invita persino giornalisti della stampa estera e, anche in queste situazioni, si percepisce l’eccellente prestazione attoriale di Giancarlo Esposito che convince, specialmente vocalmente. Un po’ meno per quanto concerne il suo alter ego digitale, che in qualche occasione a livello di espressioni e animazioni dimostra alcune incertezze.
Vi è anche il figlio, Diego, con cui cerca costantemente di impartire lezioni su come diventare il futuro presidente di Yara. Un rapporto teso fin dalle prime battute del gioco (di cui non faremo spoiler) che evidenzia quanto Diego sia in realtà restio alle politiche dittatoriali del padre ma non rinnega l’affetto verso la figura paterna.
Ubisoft è riuscita a cucire in maniera egregia l’intero comparto narrativo di Far Cry 6, vi è coerenza in ogni mossa fatta da Castillo così come tutto l’ambiente di gioco risponde a quello che è successo e succede tutt’ora nel mondo. Colpi di stato, milizie in moto lungo l’intero paese, accessi all’esterno bloccati e un piccolo gruppo di ribelli che decide di alzare la testa e rispondere al fuoco.
Tra queste persone vi è Dani Rojas, protagonista del gioco che dopo Far Cry 3 ritorna a parlare (e non solo). Il o la protagonista (Dani Rojas femmina sembra essere più adatta per il contesto narrativo -n.d.r) ha una vera e propria storia e delle origini che contestualizzano tutto il percorso che farà nel corso delle venti ore che vi porteranno a porre fine all’impero di Antòn Castillo.
¡Viva Libertad!
Per poter fermare la dittatura del presidente è nato un gruppo chiamato “Libertad”, comandato da Clara Garcia, di cui si scoprirà nelle prime fasi di gioco le reali motivazioni che la portano a marciare con fervore contro tutto quello creato da Castillo.
L’obiettivo è uno: colpire Antòn nel cuore delle sue operazioni e spodestare la sua presenza da Esperanza. Per fare ciò, Clara incarica Dani di ottenere l’adesione da parte dei tre gruppi più influenti di Yara: la famiglia Montero, il gruppo musicale Maximas Matanza e le Leggende del 67’ che combatterono il padre di Antòn nella precedente rivoluzione.
Il giocatore potrà dunque scegliere liberamente quali delle tre grandi regioni di Yara visitare inizialmente e completare a proprio piacimento i tre archi narrativi richiesti prima di poter affrontare Castillo e riconquistare la capitale. Ogni regione di Yara avrà un relativo grado: tale valore aumenterà in funzione del grado personale e non influenzerà le statistiche del giocatore, fungendo da mera avvertenza che navigare in quelle zone rappresenta un potenziale pericolo.
Sebbene l’apparente divisione in tre distinti capitoli, sporadicamente nel corso delle varie operazioni verremo richiamati da Libertad per affrontare missioni che portano avanti il filone narrativo principale. Una scelta che abbiamo apprezzato e che permette di variare la narrazione senza percepire troppo una sensazione di completamento a compartimenti stagni.
Esplorando Yara nelle varie regioni ci si potrà imbattere nelle basi: qui la visuale passerà in terza persona, permettendo così al giocatore di vedere l’intero corpo del protagonista con le sue rispettive personalizzazioni in quanto, in Far Cry 6, ogni elemento indossato gode di bonus esclusivi che potranno essere usati e cambiati in base alle minacce da affrontare.
Tali luoghi sicuri potranno essere anche ampliati da due spazi dedicati a delle strutture che forniranno varie migliorie, come ad esempio l’armeria (che vi permetterà l’acquisto di armi) a patto che vengano raccolte un certo numero di risorse.
Tra le tante novità di Far Cry 6 vi è il Supremo, uno speciale zaino che ci verrà dato da Juan Cortez, uno dei personaggi più ricorrenti nell’avventura. L’utilizzo del Supremo è riconducibile a una mossa speciale che si può attivare dopo un certo numero di uccisioni o tempo trascorso (vi sono comunque delle mod che permettono di ottimizzare e ridurre il tempo in funzione di alcuni parametri). Il primo Supremo che ci verrà fornito sparerà una serie di razzi contro i bersagli posti davanti al giocatore e similmente a quanto accade nelle basi, nel momento in cui verrà attivato il Supremo si passerà brevemente in terza persona così da poter visualizzare al meglio i danni effettuati da tale mossa.
L’integrazione del Supremo è sicuramente uno dei picchi di irrazionalità presenti nel titolo, che si contrappongono al tentativo di raccontare una storia quanto più cruda e reale possibile. Oltre a sparare razzi, vi sono versioni che ci permetteranno di rilasciare gas velenoso, ondate di fuoco, impulsi elettromagnetici in grado di disattivare allarmi e telecamere e persino curare rapidamente gli alleati (o un nostro amico in co-op).
Sebbene irrazionale, l’utilizzo del Supremo è sicuramente divertente se si sceglie un approccio diretto votato alla distruzione, che in parte è uno degli elementi cardine su cui si è basata la serie negli ultimi capitoli assieme al vasto arsenale a disposizione del protagonista.
Contenuti a volontà
Così come la mappa di gioco è tra le più grandi mai viste in Far Cry, anche i contenuti sono molti e rappresentano la più vasta offerta contenutistica vista nella serie. In primo luogo, così come in Far Cry 5 e Far Cry: New Dawn, non vi è la presenza delle torri radio, la mappa sarà dunque esplorabile liberamente e diventerà “chiara” in base all’area che di volta in volta esploreremo.
Lungo le strade di Yara sono presenti numerosi posti di blocco: in tali zone se decideremo di riporre le nostre armi non ci verrà fatto del male (a patto di non avvicinarsi troppo ai soldati di Castillo), ma se decideremo di sfrecciare con i nostri veicoli senza fermarci, si attiveranno delle strisce chiodate bloccando i nostri piani sul nascere. Oltre ai posti di blocco si potranno liberare anche delle basi dell’F.N.D, tipicamente strutture ordinarie ora sotto il controllo dell’egemonia del presidente e delle sue milizie.
Gran parte dei contenuti secondari di Far Cry 6 erano già presenti anche nelle precedenti iterazioni: non ne viene rivoluzionata la formula, rimanendo analogamente in una fase di stasi come lo è rimasta l’isola di Yara. Vi sono le cacce al tesoro, postazioni di contraerea da dover eliminare per poter sorvolare lo spazio aereo sovrastante, gare d’auto, battute di caccia, operazioni speciali da poter giocare in co-op e ottenere equipaggiamento raro e persino una funzione che vi permetterà di reclutare soldati e inviarli in missione per recuperare risorse.
La risultante di tutti questi contenuti, seppur non eccessivamente diversi dai capitoli precedenti, garantisce al giocatore un gran quantitativo di attività da poter svolgere al fine di variare costantemente ogni sessione di gioco.
Comparto tecnico
Il comparto tecnico di Far Cry 6 è perfettamente in linea con le precedenti iterazioni, sfortunatamente non rappresenta la rivoluzione che ci si poteva aspettare da un titolo che viene pubblicato sia sulla vecchia generazione che su quella attuale.
Vi sono delle forti lacune sull’intelligenza artificiale, che non risponde come dovrebbe in molti contesti. Specialmente negli approcci stealth, ci si ritrova spesso davanti ai nemici senza che questi agiscano.
Sebbene presenti queste problematiche, il titolo su PlayStation 5 con il pacchetto di texture in HD offre un colpo d’occhio notevole e una generale sensazione di osservare un mondo di gioco decisamente vivo e in costante movimento, con ottimi riflessi e meteo variabile, il tutto girando a 60 solidi fotogrammi al secondo, salvo qualche momento di incertezza nelle cutscene (problema che verrà probabilmente risolto con delle patch nel prossismo futuro).
Nota di merito per il supporto al DualSense. Si percepisce la diversificazione delle bocche da fuoco con i trigger adattativi, pesanti con le mitragliatrici o i fucili da cecchino, leggeri al punto giusto con le pistole. Analogamente, il feedback aptico reagisce in maniera ottimale anche durante la guida dei veicoli, permettendo così al giocatore di ricevere un grado di immersione aggiuntiva sia nelle fasi di shooting sia durante la guida dei mezzi.
Anche la colonna sonora del titolo ha delle tracce che riescono ad accompagnare tanto le situazioni più concitate quanto quelle puramente narrative, specialmente nei momenti in cui Antòn Castillo è protagonista della scena.
Va inoltre ricordato che Far Cry 6 non ha il doppiaggio in italiano, seppur testi, sottotitoli ed interfaccia siano in Italiano.
Far Cry 6 riesce a offrire ai giocatori un mondo di gioco vivo e credibile, a cui si aggiunge un villain – magistralmente interpretato da Giancarlo Esposito – che entra di diritto in cima alla lista dei migliori antagonisti che la serie abbia visto finora. La scelta di rendere Dani Rojas un personaggio vivo e caratterizzato aumenta lo spessore narrativo di questo sesto capitolo, in cui converge tutto l’impegno del team di sviluppo nel permettere ai giocatori di mantenere vivo l’interesse per le vicende di Antòn Castillo, del figlio Diego e di Libertad. Al netto di un comparto tecnico conservativo, Far Cry 6 è ciò che si potrebbe definire il miglior Far Cry degli ultimi tempi. Una sommatoria di tutti gli elementi più convincenti della serie racchiusi in un’offerta contenutistica ricca e variegata, permettendoci di esplorare con divertimento e interesse l’isola di Yara.
Pro
- Antòn Castillo è un villain credibile e ben realizzato
- Protagonista che finalmente ha una sua personalità
- Ambientazione urbana ben realizzata
- Tante attività da poter svolgere
- Ottimo supporto del DualSense su PlayStation 5
Contro
- IA arretrata
- Il comparto tecnico ha diverse criticità
- L'assenza del doppiaggio italiano potrebbe essere una discriminante per alcuni utenti