Fallout 3 – Recensione Fallout 3
E’ tutto bianco, percepite un grande sforzo, una vita che inizia, un’altra che finisce. Benvenuti nel fantastico mondo di Fallout, in cui la vostra vita sarà scandita dalla morte degli altri. Questo titolo, realizzato dalla Bethesda Software, è il seguito dei primi due Fallout (come d’altronde suggerisce il titolo) e vi consentirà di vivere una fantastica esperienza ruolistica in una delle migliori ambientazioni post-apocalittiche che il mondo del videogioco abbia mai visto. La storia comincia infatti 20 anni dopo la fine del precedente capitolo e 200 anni dopo la guerra atomica che ha ridotto l’America ad un cumulo di macerie radioattive. L’ambientazione infatti, molto familiare a coloro che hanno giocato i primi due capitoli, risulta uno dei grandi punti di forza dell’intera serie. Senza anticiparvi troppo, super mutanti, formiche giganti, armi ad energia e agglomerati urbani tanto instabili quanto improbabili saranno all’ordine del giorno, facendo da sfondo ad una storyline veramente avvincente. Su questo però torneremo dopo, poichè per cominciare a parlare di questo titolo, bisogna sfatare tutte le false dicerie e malintesi che ne hanno accompagnato la realizzazione e la pubblicazione.
C’è chi l’ha chiamato "Oblivion with guns", c’è chi l’ha definito un Mmorpg in single player, c’è chi ha supposto che l’introduzione di meccaniche action ed fps penalizasse eccessivamente la componente ruolistica. A mio parere Fallout è un gioco diverso da tutto ciò che abbiamo citato in precedenza e prende spunto da ognuna di questi generi. Da Oblivion e dagli rpg in generale, prende la componente free roaming che sarà però solo una parte minore del gioco, quasi "opzionale" mentre in Oblivion era una componente preponderante, abbassando secondo molti l’effettiva qualità del gioco. Dai Mmorpg prende un mondo vivo e pulsante, in cui al posto degli altri player vi saranno Npc che interagiranno con noi in maniera estremamente coerente e realistica. Dagli fps prende diverse meccaniche di movimento e di combattimento. Dagli rpg tradizionali prende una storyline fantastica, con una dinamicità, una imprevedibilità ed una profondità che da questo punto di vista lo rendono un capolavoro. Vediamo quindi in dettaglio le singole componenti del gioco.
This is nuclear, baby
Il mondo è distrutto, la desolazione regna sovrana, la razza umana è ridotta a sparuti gruppetti di persone che solo raramente si uniscono per formare grandi agglomerati urbani o insediamenti. La resa di tutto ciò in termini spaziali è fantastica. L’occhio viaggerà lontano all’orizzonte, incontrando sempre macerie, rovine e distruzione. I resti della civiltà consumistica distrutta dall’olocausto nucleare sono sparsi per tutto il mondo. A tutto questo, piccole oasi sopravvivono incontaminate: sono le Vault, veri e propri bunker sotterranei attrezzati per resistere a tempo indeterminato alla furia delle radiazioni. Si nasce nelle Vault e si muore nelle Vault. L’atmosfera e il senso di vuoto e malinconia che riesce a comunicare il mondo di gioco sono qualcosa di sublime che sarebbe impossibile comunicare a parole.
Passiamo quindi alla storyline. Alla presentazione del gioco, un punto su cui gli sviluppatori insistettero molto, fu la possibilità di procedere e terminare il gioco in tantissime maniere diverse. Uccidere una persona aprirà nuove possibilità di progredire ma salvarla ne potrebbe aprire altrettante. La prima volta che giocherete, il vostro pensiero più ricorrente sarà: "Ma se non l’avessi ucciso, ora mi ritroverei ad affrontare un’orda di super mutanti incazzati armati fino ai denti?" Sappiamo che l’unica risposta è rigiocare questo titolo che presenta una longevità già decisamente corposa se giocato una volta sola, ma che diventa veramente immenso se si vogliono approfondire i diversi finali.
Special Boom headshot!!!
Sin da subito capirete la genialità di Fallout grazie alla fase di creazione del personaggio. Anticiparvela sarebbe rovinarvi una sorpresa quindi vi basti sapere che la ritengo la più originale e ironica mai vista in un rpg. Dai primi due Fallout eredita il sistema S.P.E.C.I.A.L. (Strenght, Perception, Endurance, Charisma, Intelligence, Agility, Luck) ovvero una struttura molto semplice in cui ogni azione è determinata da due fattori: una statistica ed un’abilità. Le statistiche sono quelle da cui prende il nome il sistema e sono piuttosto auto esplicative. Le skill invece spazieranno dalla capacità di utilizzo delle varie armi alle abilità stealth, dalle abilità scientifiche, a quelle sociali. Sono quindi presenti due tipi di azioni: quelle che necessitano di un quantitativo minimo di skill e quelle senza requisiti. Potrete infatti sparare con un fucile d’assalto pur non possedendo la relativa skill ma i risultati saranno spesso deludenti. Sarà invece impossibile ad esempio scassinare una serratura senza la relativa skill al livello necessario. Per personalizzare ulteriormente il vostro alter-ego sono presenti ulteriori tratti personali che vi daranno bonus specifici per ognuno di essi. Sono veramente tanti e influenzeranno praticamente ogni aspetto del gioco, anche sotto forma di opzioni di dialogo o eventi unici. Come tocco finale, molte quest del gioco vi permetteranno di ottenere potenziamenti aggiuntivi, strettamente legati alla vostra personale storia di gioco.
Veniamo quindi al sistema di movimento e combattimento che ha indotto molti a partire prevenuti nei confronti di questo titolo a causa della somiglianza con Oblivion. A mio parere questi due titoli non hanno nulla a che fare sotto questo punto di vista. Oblivion aveva una fisicità inesistente, una modalità di spostamento sia a piedi che a cavallo decisamente irreale così come i movimenti del vostro personaggio. In Fallout, complice la preponderanza delle azioni a distanza, questa brutta sensazioni non si avrà, ma vi si sostituirà una dinamicità completamente diversa. Innanzitutto bisogna premettere che non è né uno sparatutto, né un’action game. Infatti verrà messa a vostra disposizione il V.A.T.S., un sistema di puntamento assistito che spezzerà e scandirà gli scontri a cui parteciperete. In pratica, in ogni momento dello scontro, potrete passare da una modalità in tempo reale decisamente simile a quella di un qualsiasi fps, ad una modalità in tempo irregolare. Schiacciando quindi il tasto relativo, potrete visualizzare i vostri nemici immobili, fermi nel tempo e nello spazio. Il V.A.T.S. calcolerà la superficie esposta, la distanza e gli ostacoli posti tra voi e il bersaglio, restituendovi quindi la percentuale di colpire il vostro nemico in ogni sua parte del corpo. Concentrarvi su una singola parte del corpo del nemico vi permetterà di renderla inabile prima che il bersaglio muoia definitivamente. Sparare all’arma di un nemico posto su un’altura, potrebbe fargliela cadere di mano e scivolare giù da un pendio, rendendogli impossibile recuperarla senza esporsi. Colpire invece le antenne di un grosso insetto gli renderà più problematiche molte azioni così come potrebbe farlo un colpo ben mirato alle zampe.
Questo sistema, combinato con le classiche meccaniche fps, dà un ritmo al gioco completamente nuovo. Si alterneranno fasi stealth in tempo reale a lunghe fasi riflessive sull’arma da utilizzare per sparare il primo colpo ad un nemico ignaro posto di fronte a voi. Ciò a mio parere è tutto fuorchè negativo ed unisce a perfezione i pregi degli fps con quelli degli rpg, riuscendo a coinvolgere entrambe le tipologie di giocatore. L’ampio comparto di armi, armature e potenziamenti vari aggiungerà ancora più pepe, permettendo di personalizzare in modo netto la vostra strategia. Potrete irrompere nelle stanze armati di Minigun e sparare a tutto ciò che si muove. Potrete prendere una trentina di granate e far esplodere i gruppi di nemici, magari per poi finirli a colpi di spada. Potrete strisciare nell’ombra e colpire con un fucile da cecchino senza nemmeno essere notati. Potrete armarvi di pistola o fucile ad energia e puntare a colpi decisivi a braccia e testa per neutralizzare i vostri nemici prima che inizino a colpire. Le possibilità di scelta sono veramente tante per un gioco in single player.
Saran le radiazioni, ma pare proprio bello
La mano di Bethesda nella realizzazione si vede tutta. Nella versione pc il gioco risulterà leggero anche a dettagli alti facendovi corrispondere una resa grafica da mozzare il fiato. La realizzazione dei modelli e delle animazioni è ottima ed eccezion fatta per il vostro personaggio in terza persona (modalità di cui vi dimenticherete l’esistenza dopo circa 15 secondi di gioco), non presenta mai sbavature gravi.
Il sonoro è un altro punto a favore di questo titolo. I suoni d’ambiente e di molti nemici sono realizzati a regola d’arte, immergendo il player in maniera ineccepibile, diventando addirittura ossessionanti come nel caso delle formiche giganti. Le musiche di sottofondo non sono nulla di eccezionale, ma solitamente sarete presi da ben altro per potervene accorgere.
Invece una nota dolente, l’unica vera nota dolente di questo gioco, è l’IA dei nemici. Più volte vi capiterà di sparare in testa ad un nemico, colpirlo, scappare e venire ignorati sebbene abbiate semplicemente svoltato un paio di angoli. Verrete in egual modo ignorati se sparerete un colpo che andrà a colpire un ostacolo. Potrete pure fare esplodere un razzo che spesso nessuno si accorgerà di niente. Stesso discorso per i rumorosissimi carrelli della spesa e vari altri oggetti metallici che potranno essere calpestati ed urtati senza attirare minimamente l’attenzione delle vostre future vittime. Questo è chiaramente un neo minore ma rimane comunque un elemento di qualità nettamente inferiore alla realizzazione delle altre componenti del gioco rompendo così la magica atmosfera immersiva. Nel caso siate particolarmente sensibili a questo aspetto vi consigliamo di evitare qualsiasi forma di stealth e di lanciare un paio di colpi di saluto ogni qualvolta vediate un nemico.
Sicuramente Fallout 3 è un must have per tutti i fan della saga che, pur risultando molto diverso dai due titoli precedenti, si configura come un titolo memorabile sia per innovazione che per realizzazione. Il titolo in ogni caso si adatta benissimo a chi ci gioca per la prima volta, poichè le citazioni ai capitoli precedenti non risultano essere di ostacolo alla comprensione della trama.