Fahrenheit – Recensione Fahrenheit
Gli sviluppatori di Quantic Dream (quelli capitanati dallo spavaldo David Cage) ci riprovano: qualche anno dopo l’innovativo Nomad Soul – titolo che ci vedeva entrare letteralmente nel gioco, visto come un’altra dimensione nella quale potevamo prendere possesso delle persone e comandarne la volontà – eccoli ripresentarsi sul mercato con un gioco tanto alternativo quanto coraggioso. In Fahrenheit saremo chiamati ad impersonare tre personaggi principali: Lucas Kane, indagato per omicidio, e i due detective a capo delle indagini, Carla Valenti e Tyler Miles. L’intento degli sviluppatori è di proiettarci in un vero e proprio film interattivo, in cui il giocatore può decidere la piega che prenderanno gli eventi. In particolare l’enfasi è volutamente posta sulle emozioni, sempre in primo piano: l’immedesimazione del giocatore con i protagonisti della vicenda è infatti fondamentale per ricreare quella magia che lo fa sentire come parte della storia, e non come un freddo estraneo che si limita ad osservarla dall’esterno.
Cancellare le tracce dell’omicidio sarà il nostro primo compito
Un copione da thriller paranormale
Evitando accuratamente inutili spoiler che rovinerebbero il piacere a chi avesse intenzione di godersi appieno l’avventura, si può riassumere la trama principale di Fahrenheit per sommi punti: Lucas Kane è un sensitivo che d’improvviso, nel bagno di una tavola calda, viene posseduto da forze soprannaturali e costretto a uccidere un uomo. I due detective che indagheranno sul caso entrano nel locale per caso, per scoprire il delitto poco dopo la fuga di Lucas. Da questo momento le vite dei tre personaggi si legheranno indissolubilmente, entrando a far parte di una vicenda molto più inquietante legata ad ancestrali riti Maya, sacrifici umani e cerimoniali volti ad aprire un varco con l’aldilà. Bisogna purtroppo sottolineare come tale trama, apparentemente solida e accattivante, perda mordente con il proseguo dell’avventura: passata l’emozione per lo scoppiettante inizio il giocatore si troverà protagonista di una storia dai connotati eccessivamente paranormali, perdendo un po’ quella sensazione di immersione che faceva da collante tra le sue emozioni e i poligoni sullo schermo. Nonostante ciò, lo sforzo dei Quantic Dream resta comunque apprezzabile, e benché la vicenda non sia sempre all’altezza delle aspettative resta un must per i fan delle serie di culto come X-Files, che scopriranno molti punti di contatto tra Fahrenheit e i loro telefilm preferiti.
L’indicatore a destra mostra lo stato d’ansia dei personaggi, da controllare per evitare il Game Over
Interattività e comandi
Tutto il gioco è suddiviso per scene, durante le quali le decisioni prese influenzano il destino del protagonista che stiamo impersonando in quel momento, così come l’evolversi della vicenda principale. Il gameplay si può sostanzialmente dividere in due tipologie di gioco differenti: in una saremo chiamati ad esplorare l’ambiente circostante, alla ricerca di indizi o di particolari azioni da compiere per proseguire; nell’altra ci sarà invece richiesto di reagire tempestivamente tramite l’utilizzo dei tasti dorsali o degli stick analogici. Più nel dettaglio: ogni volta che il nostro personaggio starà dialogando con qualcuno avremo pochi secondi per scegliere una battuta tra una rosa di frasi disponibili. La conversazione proseguirà con più o meno difficoltà sulla base delle nostre risposte, pertanto la concentrazione sarà fondamentale per calibrare al meglio le parole e cavarci d’impiccio con destrezza. Durante le fasi d’azione, invece, il gioco ci proporrà gli ormai famosi quick time event: riproducendo con il giusto tempismo i comandi che appariranno sullo schermo vedremo il nostro personaggio compiere le azioni più complesse e "cinematografiche". Alcuni potrebbero storcere il naso di fronte al continuo utilizzo di questa tipologia di controllo, ma a conti fatti possiamo dire che era l’unica soluzione possibile: Fahrenheit vuole essere più simile a un film che a un videogioco, e l’unico modo per non relegare i personaggi al classico sistema corri-salta-spara era quello dei quick time event, escamotage grazie al quale dalle azioni del giocatore dipende sì quello che accade sullo schermo, ma la telecamera ha allo stesso tempo la libertà stilistica necessaria per realizzare inquadrature precalcolate dal sicuro impatto scenografico.
Proprio il sistema di telecamere è l’elemento che più accomuna Fahrenheit al mondo dei serial televisivi: le inquadrature sono ben studiate e stilisticamente all’altezza delle aspettative. Nelle fasi di esplorazione la telecamera resta comunque modificabile dal giocatore, fattore molto importante per non rendere la giocabilità schiava di una regia ispirata ma a volte scomoda per quanto riguarda il miglior punto di vista per giocare. Parecchie volte, durante il gioco, si assisterà a una sorta di picture in picture che ci permetterà di assistere a più eventi che stanno accadendo contemporaneamente (in stile 24, per chi ama le serie Tv). Memorabili soprattutto le parti in cui, controllando Lucas, il giocatore deve cancellare velocemente le prove compromettenti mentre vede i detective che si stanno dirigendo sul posto: se l’intento era quello di scuotere le nostre emozioni, possiamo assicurarvi che in questi frangenti Quantic Dream è riuscita a farci venire una fifa blu!
Le emozioni, in effetti, sono la vera chiave di volta in Fahrenheit. In ogni momento un indicatore sullo schermo ci mostrerà lo stato di ansia dei vari personaggi: sarà nostra premura tenerlo costantemente a un livello accettabile, per non assistere a un prematuro game over. Se questo indicatore dovesse riempirsi, infatti, saremo protagonisti di una scenetta che ci mostrerà la fine del nostro personaggio: i poliziotti possono essere sollevati dall’incarico, mentre Lucas può essere scoperto, arrestato, o morire per mano di un nemico. Tutti finali alternativi da non contare però tra quelli previsti per il gioco: i finali "ufficiali" sono infatti tre, da scoprire completando il gioco prendendo sempre decisioni differenti nelle varie situazioni.
Cancelliamo le prove mentre la polizia viene verso di noi: che batticuore!