Fable II – Recensione Fable 2
La pietra d’oro di Molyneux
Quando si parla di un action RPG, si pensa sempre che stiamo per proiettarci in un’avventura pari ad un semplice colpire spesso lo stesso pulsante e andare avanti quasi senza interessarci di cosa ci sta attorno. Con Fable II questo ovviamente non accade, dato che ci ritroviamo in un gioco che già col suo primo capitolo, seguito dalla versione PC che espandeva la storia con un’ulteriore aggiunta, aveva lasciato un’impronta decisiva nel suo genere creando anche un alone di passione nei cuori degli appassionati. Sono passati poco più di quattro anni da quando Peter Molyneux portò quell’innovativo gioco su console Microsoft, sbarrando le strade ai possessori di console Sony e altro: riconfermando la sua scelta, le sue decisioni, ritorna a capitanare la Lionhead Studios per un secondo avvincente capitolo che riconferma il suo estro, il suo genio, la sua capacità immensa di tramutare una pietra in una pepita d’oro, oppure rende un semplice action RPG il gioco dell’anno.
L’ottocentesca fantasia di Albion
Ci ritroviamo, 500 anni dopo gli avvenimenti del primo capitolo, in un mondo che ricorda moltissimo le atmosfere nostalgiche di Dickens, scrittore inglese del romanticismo: i due orfani iniziali ne sono l’esempio più lampante. Avremo la possibilità di scegliere il nostro sesso, se quindi essere la controparte maschile o quella femminile e creare il personaggio seguendo degli schemi come più ci aggrada. Le aggiunte si limitano a tatuaggi, abbigliamento, accessori, seguiti da un misuratore apposito che vi renderà più facile presentarvi in piazza ed evitare di creare un arlecchino in piena Albion.
Troveremo subito all’inizio della nostra avventura, che si preannuncia abbastanza lunga, due personaggi fondamentali: il primo è un normalissimo cane randagio, destinato a diventare un punto focale e un perno fermo della nostra avventura, il secondo personaggio è invece rappresentato da Teresa, un’anziana signora veggente che vi dirà presto che nel vostro sangue scorre l’essenza dell’eroe e che siete destinati a grandi imprese.
La svolta, che interromperà, anche troppo bruscamente, la vostra infanza, il vostro piccolo momento di felicità e tranquillità, sarà l’acquisto di una normalissima scatola, che ricorda molto un carillon: sarete catapultati in un’adolescenza brusca e carica di peripezie, proprio come se stessimo leggendo un libro e sia arrivato il momento di terminare il prologo ed entrare nel mezzo della narrazione.
Una spada che abbaia
Fable II, in quanto action RPG, non può distaccarsi da quei canonici elementi che caratterizzano qualsiasi gioco di questo genere: aggiunge una notevole nota esplorativa che condisce il tutto in maniera eccellente, ma non pensate che siano finite qui le innovazioni, altrimenti non sarebbe assolutamente il caso di elogiare questo capolavoro. La prima vera innovazione è caratterizzata da quell’animale che abbiamo citato poc’anzi nell’introdurvi la trama di Fable: il cane.
Vi accompagnerà sempre, in qualsiasi avventura siate o vi andiate a cacciare: fiuterà tesori, vi avviserà con ringhi, ululati o scalpitii di qualsiasi tipo, quando sarete in vicinanza di questi, che siano in vistose casse o sotterrati, e se doveste non sentirlo basterà guardare l’iconcina che gli comparirà sulla testa che vi avviserà al suo posto. Per interagire e avere sempre a portata di mano il nostro peloso amico, entra in gioco la funzione delle frecce direzionali: in basso a sinistra sullo schermo avrete uno schema riassuntivo, per evitare di dover imparare a memoria le direzioni necessarie per una mossa specifica. Premendo una delle direzioni, sinistra, destra, giù o su, compierete un’azione col vostro cane, dal gioco con la palla, a delle congratulazioni fino ad un forte sgridare, spesso inutile dato che il suo servigio è sempre ottimale. Ovviamente avere un animale al proprio seguito non ha solo lati positivi ma anche negativi, se così si possono definire: dovrete curarlo se subirà delle ferite, magari dopo aver incontrato per caso un nemico che non avrebbe dovuto scontrare o infastidire; ma in cambio il vostro cane vi darà la possibilità di insegnargli sempre nuove mosse, migliorare tutte le sue caratteristiche fino a farlo diventare un elemento di cui non potrete fare a meno durante la vostra avventura.
Mi allineo a modo mio
Dopo aver analizzato la funzionalità del vostro amico canino passiamo ad esplicare la voce allineamento, già presente e sicuramente nota a tutti, non solo nel primo capitolo di Fable ma anche in molti altri GDR: la musica qui cambia nettamente però rispetto agli altri, ecco perchè Fable II si annovera nell’Olimpo del genere. Ogni NPC, personaggio non giocabile, ha una propria memoria e si ricorderà di voi, del vostro comportamento e di cosa avete fatto l’ultima volta che avete parlato con lui. Il vostro allineamento, che sia buono o cattivo, comporterà anche una reazione drastica ogni volta che entrerete in una qualsiasi città, infatti potrete essere acclamati dalla folla, con applausi, schiamazzi e feste, mentre se sarete una presenza molesta, causa il vostro allineamento malvagio, vedrete un rapido sgombrarsi della città, spaventata dal vostro arrivo tenebroso.
Anche il vostro corpo cambierà a seconda delle vostre azioni e della vostra condotta morale: quando sarete diventati malvagi al non plus ultra, vi spunteranno addirittura le corna, mentre in ambito intermedio vedrete un ingrossarsi della pancia dandovi un aspetto da signorotto ed ancora di più un corrucciarsi della fronte. Addirittura vi troverete, qualora doveste morire a più riprese contro uno o tanti diversi nemici, a dover sopportare durante la vostra avventura diverse cicatrici che faranno da testamento storico della vostra triste dipartita: sicuramente un’aggiunta scenica interessante che renderà scontenti solo i cultori della pelle liscia e senza rughe. La questione è sicuramente interessante, più di quanto non fosse stata nel primo capitolo, e già questo è uno dei motivo che vi potrebbe spingere a finire e rifinire l’avventura per vedere cosa sarebbe successo se foste diventati cattivi o buoni, a seconda di cosa avete scelto la prima volta.
Magia – Spada – Arco
Parlando di gameplay, ci ritroviamo in un ambiente puramente Action RPG, che ovviamente rende molto facile il movimento, l’esplorazione e il combattimento, legato al semplicissimo uso dei quattro tasti d’azione: col tasto X sarà collegato agli attacchi con le armi da mischia, spada o ascia che sia, il tasto Y alle armi da distanza, da sparo o con le frecce, mentre il tasto B alle magie, dalle più classiche alle meno aspettate, che analizzeremo presto. Ovviamente tutti e tre i tasti possono essere combinati come meglio credete, a vostro totale piacimento, per la creazione e la sperimentazione infinita di combinazioni, calcolando che le magie non si fermano ad un numero troppo basso.
Analizzando l’emento di crescita, tipico del gioco di ruolo, avremo la possibilità di migliorare il nostro tipo di attacco usandolo sempre di più: un’usura che porta al miglioramento, quindi, e non ad una mera austerità della situazione ludica.
Ora sprechiamo due parole per enumerare le magie disponibili, come promesso prima, iniziando col dire che rappresentano l’elemento più innovativo del sistema di combattimento grazie al loro numero e alla loro varietà e possibilità di essere usate: si partirà con la normalissima palla da fuoco, per passare all’Acronia, la magia che rallenta il tempo, alla Rianimazione o al Caos, che sicuramente si possono interpretare benissimo seguendo il nome stesso. Quando una magia raggiungerà un livello superiore, potrete continuare ad usare quello precedente, il basilare, e per usare l’attacco più potente vi basterà tenere premuto, a seconda di quanta potenza avete bisogno, il tasto B per una proporzione matematica precisa. Potrete lanciare gli incatesimi per terra, ottenendo così un effetto nello spazio circostante che possa colpire i vari nemici che vi stanno attorno, quindi una mossa che torna utile in una mischia, quando pensate che la spada non possa più fare per voi e una palla di fuoco lanciata nel mezzo dell’accerchiamento possa fare più che bene; potrete anche mirare ad un avversario e quindi dedicare il vostro attacco esclusivamente nei suoi confronti usando l’apposito mirino di battaglia.