F1 2020 – Recensione
Questa estate 2020, così come un po’ in generale tutto il complicato e surreale anno, verrà ricordata per molto tempo, in particolare dagli amanti dello sport. Complice l’emergenza COVID-19, buona parte degli eventi sportivi principali sono stati sospesi o rinviati, e mai come in questa occasione gli appassionati stanno vivendo una vera e propria estate nel segno dello sport, del “pallone” in primis, solitamente già soltanto un ricordo, di questi tempi. Tra le costanti estive, però, ci sono i motori, che solitamente accompagnano gli appassionati lungo proprio un periodo solitamente monotono e piatto, e mai come quest’anno gli sport facenti parte di questa particolare categoria sono attesi al varco con trepidante attesa. Tra questi spicca chiaramente la Formula 1, che ha optato per un calendario più breve e che ha esordito proprio nel weekend appena trascorso, in un anno particolarmente importante per tutto il movimento. Quest’anno infatti la competizione su quattro ruote più amata al mondo compie 70 anni, e quale modo migliore di celebrare l’evento se non quello di lanciare, praticamente in concomitanza, il nuovo capitolo della saga videoludica?
F1 2020, verosimilmente l’ultimo capitolo progettato per console di attuale generazione, è dunque – di diritto – uno dei più attesi degli ultimi anni, sia per l’importanza mediatica dovuta dalla situazione sia perché promette di portare al brand un importante numero di novità tutte da provare e da vivere, sullo sfondo di una stagione “reale” altrettanto interessante e imprevedibile. Noi, da buoni appassionati sia di motori sia di videogiochi, ci siamo prontamente fiondati sulla nuova iterazione di Codemasters e coi motori della nostra PlayStation 4 Pro ancora in fiamme siamo pronti a darvi il nostro responso definitivo. Semaforo verde: la stagione (anche videoludica) di F1 è iniziata!
Voglia di vincere!
Una volta avviata la partita, la prima cosa che salta all’occhio di questo F1 2020 è la quantità impressionante di modalità di gioco disponibili, sia offline sia (finalmente) online. Come detto però anche in fase di anteprima, la nostra attenzione si è subito riversata verso la modalità più attesa della produzione, ossia la Carriera Scuderia. In tale modalità, come già anticipato, è possibile vivere l’esperienza F1 completa, prendendo possesso di una scuderia tutta nuova e portandola al successo nel complicato e incredibilmente competitivo paddock, tenendo bene sotto controllo ogni aspetto della gestione del team.
Nella modalità Scuderia è fondamentale ponderare ogni scelta, a partire da quella economica, chiaramente il cuore pulsante di tutta l’esperienza. Ogni sponsor – selezionabile liberamente in base ai requisiti proposti – garantisce un quantitativo di danaro fondamentale per portare avanti lo sviluppo delle monoposto, ma non soltanto. Le entrate principali arrivano anche dalla partecipazione a eventi particolari – su invito e non – e dalla pianificazione di attività “social” fondamentali per far conoscere il brand in giro per mondo. Un po’ come in produzioni quali Persona 5, gestire al meglio il calendario è uno degli aspetti più importanti di tale modalità, perché riempire le giornate porta vantaggi (e svantaggi) sempre diversi, e sta dunque al giocatore scegliere la linea più adatta alla propria idea di gestione della Scuderia.
Sviluppare un reparto o meno del proprio team non è però soltanto legato all’aspetto economico, ma anche e soprattutto a un vero e proprio albero delle abilità, da rimpinzare attraverso l’ausilio dei punti sviluppo, reperibili con il completamento di obiettivi dinamici e non disponibili durante i vari Gran Premi, ma non soltanto.
Potete dunque decidere di puntare forte sull’aerodinamica, sul potenziare il motore o il telaio, per avere una maggiore stabilità in pista, e così via, e tali scelte si riversano pesantemente sul gameplay, in cui abbiamo notato quanto lo sviluppo sia in grado di cambiare lo stile di guida in base alle scelte compiute. Chiaramente, essendo una visione complessivamente “manageriale” dell’iterazione, un altro aspetto fondamentale è quello relativo alla scelta del pilota da affiancare al nostro avatar, che fa sia da proprietario sia da “prima donna” nel team. Ciò è però legato sia alla disponibilità economica sia e soprattutto alla fama della Scuderia.
Come accade anche nella realtà, infatti, un pilota di primissima fascia non avrebbe interesse a trattare con un team alle prime armi e, dunque, per costruire un ecosistema vincente e funzionale ogni risorsa va centellinata e ponderata il più possibile. Va detto che ci sentiamo di consigliarvi di vivere ogni corsa in modo “totale” perché, ad esempio, nelle Prove Libere è possibile non soltanto familiarizzare con i comandi di gioco e con le piste, ma anche completare obiettivi dinamici fondamentali per ricevere punti esperienza da spendere in uno degli alberi disponibili. La carriera è strutturata nell’arco di dieci stagioni e con un simile approccio può regalarvi (e regalarci) una longevità molto importante, ma che sul lungo andare potrebbe mostrare il fianco a una sorta di “ripetitività” tutto sommato comprensibile.
Discorso simile ma allo stesso tempo diverso per la “classica” modalità Carriera Pilota, la quale ci offre la possibilità di iniziare direttamente tra i grandi o di fare una plausibile gavetta in Formula 2, completamente licenziata e fruibile nella sua “interezza”. Scegliendo questa tipologia di Carriera, molto simile per struttura e sistema di potenziamenti della vettura e per l’attenzione dovuta a fattori quali la fama, il vero punto di snodo riguarda proprio l’area di interesse, che abbandona le mire “totali” della Scuderia per concentrarsi, ovviamente, sul pilota. Vanno dunque tenuti sott’occhio fattori quali la rivalità in pista e magari meno gli aspetti economici, ed esistono dei potenziamenti specifici per il pilota, come l’aumento più rapido della fama o la possibilità di rispondere in maniera più specifica alle domande, e così via, il tutto chiaramente sempre ben consapevoli che il succo principale della questione rimane l’attività in pista. Tenere sotto controllo il tutto è però assolutamente doveroso, e starà al giocatore scegliere quale delle due tipologie di Carriera faccia al proprio caso.
Va detto che, sul lungo andare, le due carriere tendono ad assomigliarsi un po’ e poi a quel punto spetta un po’ al giocatore decidere quale a quali delle due giurare fedeltà.
Oltre alle due modalità “regine” l’offerta ludica di F1 risulta a dir poco mastodontica. Oltre ai classici Campionati o Corse singole e alle Prove contro il tempo, il gioco offre infatti una quantità strabordante di contenuti, come ad esempio le sfide con le vetture classiche, molto interessanti e soprattutto numerose, che rendono l’esperienza complessiva molto completa e appagante.
A coronare il tutto ci pensa poi un – finalmente – novello interesse nei confronti del comparto online, non più accessorio ma una vera realtà “alternativa” all’offerta single player. La componente eSport quest’anno è molto sentita, e il gioco mette nelle mani del giocatore la possibilità di approcciarsi a essa, che risulta ben contestualizzata e coerente. Si può partecipare a eventi in concomitanza con gli appuntamenti “reali”, con tanto di Prove Libere, Weekend di gara e quant’altro, ma anche prendere parte alle classiche partite veloci (classificate e non) per mettersi alla prova senza troppi impegni. Chiaramente, non abbiamo avuto modo di testare con troppa precisione il netcode e la stabilità generale, che andranno per forza di cose approfonditi nei prossimi giorni, quando il titolo sarà disponibile per tutti. Le corse disputate, però, ci hanno dato ottime impressioni sulla qualità e sull’affidabilità dell’infrastruttura.
Dulcis in fundo, F1 2020 vede anche il ritorno della tanto amata modalità split-screen, in verità però implementata – secondo il nostro giudizio – in modo molto confusionario, e che lascia il fianco anche a incertezze tecniche di non poco conto.
Sistema di guida per tutti i gusti!
Dal punto di vista ludico F1 2020 compie un piccolo miracolo, perfezionando e ampliando in questo capitolo di fine generazione una base già molto solida messa su negli ultimi anni. Per prima cosa va specificato che prima di ogni evento è possibile scegliere se approcciarsi alla guida selezionando lo stile di guida “Realismo” o “Sportivo”. Queste due differenti tipologie di guida offrono un sistema di gioco molto diverso l’uno dall’altro.
Chiaramente, per i meno avvezzi o chi si avvicina alla serie per la prima volta è consigliabile quello Sportivo, che offre un sistema di guida più Arcade e meno “punitivo” in termini di fruizione generale, ma anche, ad esempio, più aiuti anche in pista, argomento sul quale però torneremo tra poco. La modalità Realismo invece offre più opzioni atte ad avvicinare il gioco verso uno stile simulativo ben più marcato. Possiamo rassicurarvi sul fatto che i due stili di guida cambiano in modo radicale l’approccio alla gare e al gioco in generale: abbiamo infatti provato a variare aumentando man mano il livello di difficoltà, diminuendo gli aiuti alla guida e alternando tra i due sistemi di guida e abbiamo notato come questi contribuiscono a rendere il gioco di Codemasters un titolo in grado di soddisfare giocatori di ogni tipologia.
Il sistema di guida va a modificarsi anche in base al consumo delle gomme e al meteo, che incide tantissimo sulla guida, come ad esempio è possibile notare con una pista particolarmente calda e i giri molto rapidi quanto le gomme si consumano con una certa velocità oppure sul bagnato l’auto perde aderenza con estrema facilità, non riuscendo a dare il meglio di sé ad esempio in curva, o in fase di accelerazione, elementi che, in particolare con la guida realistica, chiede al giocatore grossi sforzi per mantenere il controllo della vettura. In generale il gameplay di F1 2020 non è soltanto una naturale evoluzione di quelli precedenti, ma è proprio una sublimazione di quanto compiuto dall’azienda negli ultimi anni, compiendo dei passi avanti evidenti sia sotto il profilo della spettacolarità sia dell’avvicinarsi a uno stile più simulativo tanto caro a molti.
Non a caso parlavamo poc’anzi dei sistema degli aiuti: oltre al tipo di guida, è possibile selezionare anche a parte il tipo di aiuti che il gioco può offrire al pilota durante le varie corse. Si può scegliere infatti se ricevere aiuto sulla frenata, sul bilanciamento generale dell’accelerazione e dell’utilizzo del DRS, e via dicendo e anche in questo caso abbiamo notato come la differenza tra gli aiuti attivati o meno cambi radicalmente il gioco in sé, anche perché con gli aiuti settati al minimo assumono un peso specifico ogni singolo errore, che può tradursi in incidenti e guasti di qualsiasi tipo.
Questi ultimi (giustamente) possono compromettere pesantemente le sorti di un intero “weekend” di gara: abbiamo perso, ad esempio, una corsa in un particolare circuito praticamente all’ultima curva poiché ci hanno tamponati, facendoci perdere l’alettone, e l’auto ha talmente perso aderenza che siamo stati superati da ben tre piloti nel giro di qualche metro. Ciò ci ha turbati molto ma ci ha anche fatto apprezzare il realismo e la vicinanza alla simulazione che F1 2020 è in grado di offrire.
Se proprio volessimo trovare un pelo nell’uovo nel gameplay è quello relativo all’eccessiva facilità e difficoltà in base ai dettagli più o meno alti: non ha molto senso, per esempio, che nella carriera con un auto appena creata che, dati alla mano, è una vettura dal potenziale molto basso abbiamo vinto una corsa al secondo appuntamento mondiale, dando anche vari secondi di distacco ad avversari come Ferrari e Mercedes, cosa molto poso credibile e non giustificabile neanche col livello di difficoltà basso impostato, a nostro avviso. In modo simile abbiamo visto come aumentando il livello di difficoltà e utilizzando una vettura molto valida molto spesso veniamo superati o comunque raggiunti troppo facilmente o perdiamo aderenza con eccessiva facilità e velocità, rischiando di perdere una corsa anche per un singolo errore non dipeso magari dalla nostra capacità di guida.
Ci ha convinto anche il feedback delle vetture del campionato Formula 2: in pista esse risultano ovviamente diverse dalle F1, non soltanto per una questione di velocità ma anche per la resa generale che esse offrono controller alla mano.
Il titolo però ha anche un altro (storico) difetto: abbiamo potuto constatare un fastidioso effetto elastico, apparso a volte molto evidente in alcune gare, forse anche a causa della pista, non esattamente ideale per tali manovre. In generale però questo effetto è circoscritto ai sorpassi tra i vari piloti controllati dall’IA, decisamente incerta in alcuni passaggi, mentre invece quando si tratta di superare il pilota “umano” essa è molto aggressiva, quasi al punto di risultare scorretta. In alcuni casi siamo stati infatti buttati fuori pista, spintonati o la nostra auto è stata quasi distrutta. Chiaramente, è bene sottolineare quanto anche nella realtà, con le nuove norme, superare è diventato sempre più complicato, ma trattandosi di un videogioco potrebbe risultare un tantino più frustrante.
Tecnicamente da Pole Position!
Vogliamo essere onesti: non ci saremmo aspettati miracoli dal comparto visivo, soprattutto per il fatto di essere arrivati ormai a fine generazione. E, infatti, Codemasters ha puntato forte su un ottimizzazione generale dell’ottimo materiale in proprio possesso. Sul piano strettamente tecnico, infatti, F1 2020 si mostra più che solido, con ben poche sbavature, tutto sommato più che comprensibili considerando la natura da fine gen della produzioni. Tutto parte dalle già più che ottime basi di partenza, che in questo capitolo trovano una sorta di perfezionamento, chiaramente senza rivoluzioni, che riguarda un po’ tutti gli aspetti principali. In primis ci ha stupito la qualità generale dell’immagine, che grazie a una risoluzione più che soddisfacente su PlayStation 4 Pro (versione da noi testata) rende il colpo d’occhio generale un ancora una volta molto solido. Anche l’illuminazione ha subito dei forti miglioramenti, e ciò si avverte in modo particolare nei tracciati in cui i raggi del sole arrivano in maniera più decisa. Tali elementi contribuiscono a rendere il quadro generale ancor più piacevole, aiutati da un utilizzo molto valido dell’HDR, implementato in maniera sapiente.
Di pari passo con l’ottimo impatto visivo della pista e delle vetture, da ormai diversi anni sempre al top, in questa versione ci è parso di trovare una maggiore attenzione anche ai dettagli meno appariscenti, come gli elementi di contorno dei vari tracciati che quest’anno godono di una riproduzione e di una resa più fedeli alla controparte reale e soprattutto non sembrano una sorta di immagini esterne e a bassa risoluzione che cozzano col quadro generale. Anche i piloti sono stati riprodotti in modo fedele, e non solo quelli più noti ma anche quelli che gareggiano nella Formula 2. Anche la possibilità di personalizzare le vetture con spray e livree contribuisce non poco a rendere il colpo d’occhio di questo F1 2020 veramente molto valido.
Va detto che ciò si avverte in maniera ancor più decisa grazie anche a una stabilità importante a livello tecnico, in cui non abbiamo mai avvistato rallentamenti o cali di frame rate: F1 2020 gira su 60 fps stabilissimi su PlayStation 4 Pro, fatta eccezione per quando si prende parte a gare con l’ausilio dello split-screen, in cui la risoluzione e il frame rate calano vistosamente, offrendo una vista molto differente da quella a cui siamo avvezzi.Tutto ciò viene impreziosito da una resa maniacale dei tracciati, specialmente quelli nuovi, digitalizzati sfruttando le tecnologie all’avanguardia che offrono un’immagine incredibilmente realistica e dettagliata. Unica pecca? Si nota molto lo “stacco” coi vecchi tracciati, ma forse questo è abbastanza comprensibile.
Ma non soltanto: il grande lavoro svolto da Codemasters è visibile anche soltanto basandosi sulla grafica dei menu, svecchiati e resi più omogenei e funzionali, e soprattutto basati sulla licenza completa della Formula 1, che rende nei menu come in pista il quadro complessivo ai limiti del fotorealismo. Molto buono, infine, il comparto sonoro, che riesce a replicare in modo molto convincente i rumori e i suoni dei bolidi della Formula 1, su cui però grava ancora una volta la presenza di una telecronaca fin troppo datata e che si limita a pochissime frasi, spesso e volentieri pronunciate con una cadenza e un’enfasi poco convincenti e decontestualizzata.
F1 2020 è un titolo incredibilmente ricco, sia dal punto di vista dell’offerta ludica sia da quello della qualità generale. Il passo avanti compiuto da Codemasters sotto praticamente ogni aspetto della produzione è evidente, e si manifesta in modo deciso con una modalità Carriera Scuderia molto interessante e con un’attenzione maggiore alla componente eSport e competitiva, finalmente più decisa. Il tutto viene impreziosito dal solito grande lavoro compiuto in termini tecnici, in cui, in alcuni casi, la nuova iterazione del brand sembra veramente in grado di rasentare il fotorealismo, soprattutto a livello sonoro. Resta l’amaro in bocca per un sistema di guida sì super regolabile, ma che in alcuni casi palesa un livello di sfida eccessivamente sbilanciato (in entrambi i sensi) e per un fastidioso effetto elastico che in alcuni particolari tracciati si avverte un po’ più del dovuto, ma nel complesso non possiamo assolutamente lamentarci. Se siete appassionati di Formula 1, insomma, quest’anno più del solito non avete alcuna scusa: F1 2020 è il regalo giusto per voi (e per il sottoscritto).
Pro
- È il Formula 1 più completo di sempre!
- Tante modalità di gioco
- Sistema di guida per tutti i gusti
- Tanti settaggi, per un'esperienza incredibilmente accessibile
- Graficamente sempre molto valido
- Finalmente più attenzione al comparto multigiocatore (anche online)
Contro
- Sbilanciamento della difficoltà in base ai settaggi
- IA nemica fin troppo "scorretta" e incerta in alcuni passaggi
- Permane il fastidioso effetto elastico, specialmente su alcuni tracciati
- Alcune domande della stampa sono poco contestualizzate
- A schermo condiviso il gioco perde molto del suo smalto, anche tecnico