Everybody’s Golf VR – Recensione
Il golf è uno sport per ricconi? Giammai! La serie Minna No Golf, nata in Giappone a metà degli anni ’90 per mano di Camelot e conosciuta – ai più – in Occidente come Everybody’s Golf, ha avuto da sempre la capacità di veicolare, alle grandi masse di videogiocatori, un’attività ludica tanto elitaria quale il golf in maniera semplice, fruibile e decisamente user-friendly.
Dopo aver furoreggiato su praticamente tutte le piattaforme Sony grazie ai fantastici ragazzi di Clap Hanz – talentuoso team di sviluppo in grado di prendere le redini del progetto al posto di Camelot senza colpo ferire – il franchise decide finalmente di mettere piede nel variegato universo di creazioni appositamente progettate per essere fruite con PlayStation VR. Una prospettiva intrigante, quella di poter giocare Everybody’s Golf VR in realtà virtuale, ma sarà vera gloria?
Diciamolo subito: nì. Andando con ordine, Everybody’s Golf VR arriva a toccare corde decisamente gradite agli appassionati del genere, provvedendo a fornire all’homo ludens un sistema di controllo della mazza che utilizzando il Dualshock 4 lascia un po’ a desiderare, ma che con PlayStation Move riesce a riprodurre più o meno fedelmente il movimento. Il problema è che le collisioni mazza-pallina non appaiono sempre affidabilissime e, considerando il fatto che l’impatto con la sfera fa tutta la differenza di questo mondo tra il conseguimento di un risultato lusinghiero e una disfatta clamorosa, questo importante difetto corrobora quel senso di speriamochevadabene emergente in occasione di qualsiasi tiro. Una modalità di prova, fortunatamente, consente al videogiocatore di simulare il tiro prima del definitivo impatto, osservando corrispondentemente la futura traiettoria e contribuendo a mitigare, anche se di poco, quella sensazione che parte del successo sia correlato anche a una buona dose di fortuna più che alla bravura del giocatore. Un’impressione sicuramente mitigata dalla pratica, ma che non viene mai del tutto estirpata con decisione.
Dal lato contenutistico il franchise di Sony ci ha da sempre abituati a una cornucopia di contenuti extra da sbloccare e custodire gelosamente, una tradizione cui – evidentemente – Everybody’s Golf VR preferisce non attenersi, almeno per il momento. Sebbene non sia inimmaginabile una futura, probabile espansione degli elementi ludici coi quali è possibile giostrare in-game (DLC a pagamento?), non si può non pensare a come, a fronte di un esborso comunque non indifferente pari a 29,99€, la quantità di elementi con cui trastullarsi sia attualmente abbastanza esigua.
Nessuna modalità Campionato, nessuna modalità multiplayer online ma solo la possibilità di prendere parte, in solitaria, a una delle tre course presenti, nel tentativo di battere i propri record. A corollario di un’offerta talmente esigua, una practice mode nell’ambito del quale provare tutta una serie di tiri, con l’obiettivo di arrivare alla prova del campo nella maniera più preparata possibile.
Se tanto la giocabilità quanto la numerosità di elementi a sostegno del gameplay non siano in linea con quelli che sono gli standard della serie, un discorso differente può essere fatto in ambito grafico. L’engine utilizzato dagli sviluppatori per renderizzare il coloratissimo mondo di Everybody’s Golf VR, infatti, riesce a muovere un buon numero di poligoni e a proporre texture definite e variegate, spalancando dinnanzi agli occhi del videogiocatore paesaggi e ambientazioni decisamente coinvolgenti, considerando anche i limiti endemici di PlayStation VR. Ai limiti dell’imbarazzante, invece, il doppiaggio proposto, interamente in Italiano (fortunatamente il peso specifico di questo difetto è prossimo allo zero, specialmente in un titolo del genere).
Everybody’s Golf VR è un titolo che, pur non rappresentando di certo la produzione golfistica più adorabile esistente sul globo terracqueo, è in grado di sprigionare una dose di felicità tutto sommato apprezzabile. Peccato che sia la quantità di contenuti presenti, sia i dubbi relativi al sistema di controllo (soprattutto nel caso in cui si giochi impugnando un Dual Shock 4) non contribuiscano ad accrescere il valore di un gioco più che sufficiente, ma che a conti fatti non riesce a fornire nulla in più.
Pro
- Discretamente divertente
- Buona immersività
Contro
- Comandi discutibili, soprattutto con il pad
- Pochi contenuti
- Doppiaggio da dimenticare