Eternity: The Last Unicorn – Recensione
I videogiochi di ruolo sono, a conti fatti, l’emanazione digitale di secoli di tradizioni orali e libresche, favole, miti e racconti fantastici. Per certi versi, forse da un punto di vista più meramente meccanico, essi derivano anche dai tanti giochi da tavolo che, nel corso delle ultime decadi, si sono affacciati sul mercato ed hanno colmato di intrighi, magie e battaglie memorabili i pomeriggi di tanti adolescenti e non.
Nonostante un enorme retaggio, creare un gioco di ruolo ad hoc è oggi particolarmente complicato e difficile, proprio per la grandezza del bagaglio storico che si decide volontariamente di portare in spalla. Eternity: The Last Unicorn, un Action/RPG in terza persona sviluppato da Void Studios, si propone come un rappresentante del genere. Ma ne sarà degno?
Eternity: The Last Unicorn ci mette nei panni di un’elfa chiamata Aurehen e di un vichingo chiamato Bior a cui è stato dato un singolare compito, ovvero salvare l’ultimo rappresentante non corrotto dalle forze del male degli unicorni. In linea di massima, il ludo preso in esame presenterà tutti i crismi classici del settore, con alcune caratteristiche proprie di produzioni del passato incorniciati da una trama sorprendentemente non banale. Ad esempio, la telecamera che inquadrerà l’azione sarà fissa e statica (un po’ come funzionava nei vecchi Resident Evil o in Onimusha) la qual cosa, per certi versi, sarà un po’ complicata da digerire concettualmente soprattutto per i gamer più “recenti”.
Ma, messa da parte la questione incentrata sul gusto personale, la scelta avrà delle notevoli ricadute sul gameplay con prevedibili complicazioni meccaniche che la scelta porta storicamente con se, come il cambio improvviso del “verso” dei comandi al mutare della telecamera, unitamente ad alcune problematiche secondarie ma comunque fastidiose come ad esempio incappare in trappole che non saranno visibili a schermo o non avere ben chiaro il campo di battaglia quando circondati dai nemici, a causa della posizione della visuale.
Come detto, la scelta condizionerà visibilmente il sistema di combattimento che, nonostante sia meccanicamente semplice e intuitivo, risulterà spesso scomodo e un po’ legnoso anche a causa della suddetta inquadratura fissa. Avremo facoltà di utilizzare un attacco pesante, uno leggero, una schivata per sfuggire agli attacchi avversari ed un attacco speciale che si ricaricherà nel tempo, inanellati in una meccanica che ricorda vagamente le produzioni FromSoftware.
Gran parte del gameplay, di chiara ispirazione darksoulsiana, ruoterà attorno la raccolta di cristalli che utilizzeremo per potenziare il nostro equip o acquistare item dai mercanti. Nella decina o poco più di ore di gioco, non saremo chiamati unicamente a combattere, ma anche ad esplorare ambienti tutto sommato ben realizzati, risolvere piccoli enigmi e compiere “indagini” per completare tutta una serie di quest che ci saranno presentate. In generale, nonostante non ci sia nessuna evidente volontà di offrire qualcosa di realmente differente, Eternity: The Last Unicorn offre un pacchetto ludico tutto sommato divertente e abbastanza interessante.
Tecnicamente parlando, il gioco presenta dei visibili limiti di carattere estetico e non. Se in generale il livello grafico è abbastanza valido considerando la provenienza indipendente della produzione, alcuni dettagli visual si presentano qualitativamente scadenti e grossolani. Ad esempio, il fogliame sembrerà preso di pari passo da produzioni di 10/15 anni fa, mentre una buona fetta delle texture “incollate” agli scenari sarà tendenzialmente in bassa risoluzione.
I modelli dei personaggi, pur non arrivando alla qualità di produzioni di altro nome (e budget), saranno tutto sommato accettabili e sufficientemente particolareggiati. Ma i limiti visual procedono a braccetto con alcuni marcati margini tecnici. Spesso i nemici si incastreranno negli oggetti di scena, persino durante una cutscene, rendendo più semplici o improvvisamente più complicati scontri tutto sommato “prevedibili”
In generale, ad una manciata di bug sostanzialmente minori, si uniranno una serie di questioni tecniche più serie, legate ad alcuni crash esperiti durante il test che hanno richiesto ad alcune sezioni di esser giocate più volte (in Eternity: The Last Unicorn non ci sarà una forma di salvataggio libero) e a cali di frame rate abbastanza frequenti durante il gioco.
Per quanto concerne il comparto audio, esso sarà dignitoso e abbastanza variegato anche se non presente quanto dovrebbe considerato il genere, visto che la maggioranza dei dialoghi avverrà attraverso dei box testuali, e alle volte anche non perfettamente sincronizzato con quanto avviene a schermo.
In definitiva, Eternity: The Last Unicorn è una produzione ruolistica indipendente che, a patto di sorvolare alcuni evidenti limiti tecnici e contenutistici quasi sintomatici del settore indie, offrirà comunque un’avventura sufficientemente divertente ed interessante, ad un prezzo molto contenuto. Consigliato soprattutto a chi è un nostalgico dei vecchi action game a visuale statica!
Pro
- Mescola elementi old school e moderni
- Trama piuttosto interessante
- Sistema di combattimento semplice e divertente...
Contro
- ...seppur a tratti legnoso e poco responsivo
- Telecamera statica non molto funzionale
- Tecnicamente altalenante